Il Gran Premio d’Italia ha evidenziato ancora una volta una Ferrari non all’altezza per poter ambire alla vittoria, nello specifico, di tappa. Le premesse iniziali erano ben altre, visto che ogni anno l’atmosfera che circonda la gara di Monza fa sognare i tifosi immaginando una vettura di Maranello sul gradino più alto del podio.
L’ultima gara, però, ha restituito anche alcune riflessioni sulla stagione in corso che sta disputando il team condotto da Fred Vasseur.

Ferrari: atteggiamento di un team vincente che inizia a perdersi
Torniamo per un attimo all’evento dello scorso weekend. L’appuntamento italiano, per gloria e per storia, è diverso dagli altri per la squadra emiliana, visto che l’ondata di tifosi e la passione per la Rossa quasi costringono gli uomini del Cavallino Rampante a fare sforzi straordinari per mettere in pista una monoposto in grado di lottare per il gradino più alto del podio.
Nel corso degli ultimi anni, però, la tappa di Monza è diventata quasi la scusa per mettere distrarre dalle prestazioni delle vetture sostanzialmente fallimentari prodotte da Ferrari, mai in grado di contendere i titoli mondiali per un’intera stagione. Questo scenario mette il cavallino in relazione con l’atteggiamento che tendenzialmente si usa nel calcio, dove a seguito della vittoria di “Davide contro Golia” si tende ad esultare a lungo nascondendo qualsiasi altro risultato deludente stagionale, quasi come se si trattasse di una ‘rendita sportiva’.
Ribadiamo: la gara di Monza non è come tutte le altre, per cui festeggiare in pista prima e dopo il Gran Premio è un’opportunità per gli uomini Ferrari di ricambiare l’affetto di centinaia di migliaia di tifosi. Tuttavia, il modo quasi glorioso e vittorioso nei festeggiamenti fa storcere molto il naso, come se la sconfitta in pista contasse relativamente poco. Questo è troppo per il team di Vasseur.
Ferrari: dopo il GP d’Italia speranze di vittoria al ribasso
Adesso invece, veniamo alla pista. Monza era un’occasione ghiottissima per potersi aggiudicare il gradino più alto del podio che, Sprint di Cina a parte, mai ha visto salire Leclerc o Hamilton. Le caratteristiche del tracciato italiano su cui si è corso ieri, sono sostanzialmente atipiche, e nell’era dell’effetto Venturi avere semplicemente una vettura che produca bassa resistenza all’avanzamento e una Power Unit ‘fresca’ da usare aiuta qualsiasi team di vertice a lottare per il trionfo.
Dopo gli accorgimenti usati e l’ala specifica studiata per Monza, la Ferrari si è trovata addirittura fuori dal podio. Al termine del Gran Premio entrambi i piloti hanno ribadito che, semplicemente, la SF-25 non ne ha per vincere anche quando McLaren non è la vettura da battere in una settimana specifica. Questo scenario, per quanto lasciato passare ‘in sordina’, è apocalittico. L’ultima vettura di Maranello considerata disastrosa era la SF-23, auto nata malissimo e che già dai test invernali aveva dato molti grattacapi agli uomini di Vasseur, all’epoca appena insediatosi nel team. Eppure, la SF-23, nonostante un’annata indecorosa, è arrivata a vincere il Gran Premio di Singapore con Carlos Sainz.
Nell’annata in corso mancano all’appello ancora 8 GP, per cui le statistiche sono tutte da aggiornare. Lo stesso Leclerc, in una delle ultime interviste rilasciate a F1.com, ha indicato Baku e Singapore le piste dove si potrebbe ambire alla vittoria e Las Vegas, che è un punto interrogativo per particolari condizioni ambientali dovute alle temperature basse del periodo in cui si corre. Probabilmente, nel team erano tutti ben consci che per Ferrari le speranze di vittoria sarebbero state al ribasso dopo Monza.

Ferrari: la SF-25 rischia un triste primato
Qualora il Cavallino Rampante chiudesse con zero vittorie nell’anno in corso, la SF-25 – la vettura che avrebbe dovuto finalmente contendere i titoli con McLaren alla fine dell’attuale ciclo regolamentare – condividerebbe un tristissimo primato con altri mezzi prodotti da Maranello e ricordate come fallimenti dell’ultimo decennio: SF16-H (2016), SF1000 (2020) e SF21 (2021).
La SF-25 è sicuramente una vettura con potenziale, ma qualcosa nel progetto è nato male, avendo i problemi opposti del 2023. Le tappe indicate da Leclerc come possibili per poter lottare per vincere hanno sempre delle caratteristiche atipiche rispetto agli altri tracciati. Segno che la vettura dell’anno in corso ha bisogno realmente di condizioni totalmente favorevoli per poter lavorare nella giusta finestra. Questo significa che le speranze di vedere una Ferrari vittoriosa nella singola tappa sono al ribasso, con Monza che è stata una grande opportunità persa.
Qualora arrivasse una vittoria, questa servirebbe sicuramente per l’umore e per salvare forse le statistiche inerenti allo score delle vittorie ottenuta da una data vettura. Ma servirebbe a ben poco per l’umore e l’amore che tanti tifosi continuano ad avere nei confronti di un team che non riesce a produrre ormai per due anni di fila una monoposto che sia in grado di poter vincere.
Alle porte è previsto ormai un importantissimo cambio regolamentare che entrerà in vigore nel 2026 e che vede coinvolto a pieno Loic Serra e i suoi uomini. Storicamente, i cambi normativi degli ultimi 15 anni non hanno mai visto la Ferrari in prima linea nelle prestazioni – salvo i primi sei mesi del 2022 – per cui ci si aspetta un’inversione di tendenza forzata. Perché altri fallimenti non saranno di certo tollerati dal management, oltre che dai tifosi.
Crediti foto: Scuderiaferrari.com