Sono giorni tumultuosi quelli che si vivono nella Gestione Sportiva della Ferrari. La mancanza di risultati, le prestazioni modeste della SF-25 e l’immobilismo di chi, alla decima gara stagionale, non introduce update, hanno creato un clima rovente intorno al Cavallino Rampante. Ve ne abbiamo dato conto in diversi approfondimenti: il nome di Fred Vasseur è quello più chiacchierato. E forse è normale che sia il capo vascello a pagare per tutti.
Tuttavia, negli ultimi giorni, sono entrati nell’occhio del ciclone anche Lewis Hamilton e Charles Leclerc che, secondo alcune ricostruzioni, sarebbero profondamente insoddisfatti e pronti a vagliare altre piste per il prosieguo delle rispettive carriere. Ancora, sono stati messi sul banco degli imputati tecnici e quadri dirigenziali in un meccanismo che rischia di triturare l’ambiente rosso. Un attacco frontale ordito da una grande fetta della stampa, specie quella italiana.
Ma non è questione di tutti i media. È questione di alcuni. E non è nemmeno una questione personale: chi guida un team ai massimi livelli sa come gestire la pressione. Ma il problema è un altro, ed è ben più serio. Riguarda le persone che ogni giorno, lontano dai riflettori, contribuiscono a costruire il successo di una scuderia. Dare in pasto i loro nomi, senza contesto né riguardo, è un atto di profonda mancanza di rispetto. Non solo verso di loro, ma anche verso le loro famiglie. Forse questo è l’atto più serio che ha generato la reazione dura, piccata, di Vasseur che ha pubblicamente difeso i suoi uomini.

Non è la prima volta. Già nella scorsa stagione un membro chiave dell’aerodinamica è finito nel mirino. Oggi accade di nuovo: nomi e ruoli esposti pubblicamente, come bersagli su cui sparare. A quale scopo? È difficile comprenderlo. Forse l’intento è infangare la squadra, minarne la stabilità.
Se davvero è questo l’obiettivo, allora è stato raggiunto: da giorni non si parla d’altro, e il rumore di fondo ha finito per distrarre, per spostare il focus da dove dovrebbe essere. In una lotta serrata in pista ogni dettaglio è decisivo. Ogni distrazione, un rischio. E la Ferrari deve gestire queste invece di un piano di rimonta che appare ancora oggi una chimera.
Accettare un incarico di vertice comporta inevitabilmente una dose di esposizione. Fred Vasseur ha avuto coraggio quando ha lasciato la Sauber. Ma il punto non è solo questo. Il punto è il rispetto per chi lavora duramente, spesso nell’ombra. Leggere che alcuni ingegneri “saranno rimpiazzati”, senza fondamento probatorio, è non solo inutile, ma dannoso. Non si tratta di fare critica. Si tratta di assumersi responsabilità. Perché dietro ogni nome ci sono persone, famiglie, figli. Questo ha urlato il francese di Draveil facendosi parafulmine nella tempesta che impazza su Maranello.
Non è un attacco indiscriminato alla stampa. Ma a una certa deriva sì. A una certa idea di “notizia” che si regge solo sul sospetto. A un certo modo di esistere, più che di informare. E no, così non si vincono i Mondiali, né si recupera il terreno perso. Su questa polemica, il tempo è scaduto. Serve silenzio. Serve lavoro. Serve rispetto. Poi, a motori spenti, si faranno le dovute valutazioni. Perché il futuro di Vasseur in Rosso è da considerarsi tutt’altro che scontato.
Crediti foto: Scuderia Ferrari HP
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