Gp Imola 2025 – Ogni cosa in questo mondo ha una funzione. Ogni oggetto naturale o creato dalla mano dell’uomo ha il compito di svolgere un ruolo. Quello della Ferrari SF-25 è probabilmente dare forma al concetto di inefficienza tecnica. Dopo le modestissime qualifiche del Gran Premio di Miami ci si aspettava che in Emilia Romagna la situazione potesse migliorare.
Macché! Se negli States avevano visto il solo Lewis Hamilton non entrare in Q3, stavolta questa sorte è toccata anche a Charles Leclerc, che alla fine si è scusato con i tifosi per le prestazioni sciorinate. Sempre un signore Charles, visto che qualcun altro doveva fare ammenda per aver messo in pista un ferro da stiro che non è in grado nemmeno di produrre vapore.
La cifra del fallimento tecnico della SF-25 è data dai numeri. Vediamoli. L’anno scorso, nello stesso teatro operativo, Charles Leclerc fermò il cronometro sul tempo di 1.14.970 che valse la quarta piazza. Alle sue spalle, in terza fila, Carlos Sainz, che segnò il tempo di 1.15.233. Nelle qualifiche di ieri la n°16 si è fermata a 1.15.604; Lewis Hamilton a 1.15.766. Senza prendere la calcolatrice, parliamo di un disavanzo di sette decimi. Ecco spiegata la cifra riportata nel titolo di questo scritto.

Ferrari SF-25: una vettura a passo di gambero
Mentre le altre auto progrediscono, la Ferrari innesta la retromarcia e riesce a peggiorare lo score della passata stagione. Con una mescola più morbida. Se non è un disastro, poco ci manca. Un andamento a ritroso, un incedere lento e compassato: mentre il mondo progredisce e corre veloce, la Rossa retrocede e fa peggio della macchina che sul finale dell’anno passato aveva acceso speranze che oggi sono promesse disattese, sogni spezzati. Disillusione e confusione, per citare un brano dei King Crimson che s’intitola “I Talk to the Wind”. Quelle chiacchiere invernali vanagloriose che il vento s’è portato via lasciando l’aria pesante della crisi.
Tornando ai crudi numeri, qualcuno potrà eccepire: ieri le auto non sono entrate in Q3, in quella circostanza avrebbero limato il crono. Con i se si arriva poco lontano. E poi, se andiamo a vedere cosa la SF-24 fece nella seconda parte delle qualifiche dell’anno passato, emerge quanto segue: Leclerc 1.15.382, Sainz 1.15.512. Che è comunque meglio di quanto racimolato ieri pomeriggio.
Che i presagi pre-imolesi fossero foschi lo si era compreso quando Fred Vasseur – che oggi è sulla graticola ma che probabilmente paga colpe non del tutto sue – aveva tirato in ballo Enrico Cardile imputandogli una cronologicamente illogica paternità del progetto 677 che sarebbe stato deliberato nel mese di ottobre. Peccato che l’ingegnere sia stato congedato a inizio luglio e che già dopo l’introduzione del pacchetto Barcellona era stato messo in un cantuccio operativo.
Quando s’avvia il tremendo meccanismo dello scaricabarile, signore e signori, è segno che la crisi è manifesta e forse irreversibile. Considerazione frutto della sfiducia? Probabilmente sì, ma come è possibile cercare un barlume di lucida speranza nel disastro consumatosi tra le colline imolesi vestite di rosso?

Ferrari SF-25: una vettura incomprensibile
La cifra delle difficoltà ferrariste è data dal lavoro che stanno svolgendo gli altri. Escludendo i tre top team che stanno affinando le proprie vetture che prendono sempre più il largo, è ciò che hanno fatto altre realtà ad incastrare gli ingegneri rossi alle proprie responsabilità. La Racing Bulls introduce novità e progredisce.
La Williams fa altrettanto e vola. Aston Martin, un rottame fino a due settimane fa, rigira come un calzino la AMR25, e si mette davanti alla SF-25 intontita. Lecito che qualcuno inizi a far notare che da quelle parti, qualche mese fa, ha preso a lavorare un certo Adrian Newey che Ferrari ha snobbato dopo la chiusura con la Red Bull.
Cosa accade nei summenzionati team? Sanno dove mettere le mani. Hanno studiato a fondo le proprie monoposto, ne hanno compreso i problemi e hanno messo mano a programmi di recupero che stanno dando frutti. In Ferrari, invece, si sta ancora capendo cosa non funziona. Il mantra binottiano che ritorna. Passano gli uomini, resta la confusione.
Bisognerà attendere chissà quanto per vedere aggiornamenti sulla SF-25. Sempre che funzionino, sempre che quest’auto abbia una base valida sulla quale operare. Ieri abbiamo scritto – riportando il Vasseur-pensiero – che vale la pena sviluppare poiché non mollare aiuta a restare concentrati. Vero, ma non è pensabile accanirsi sul paziente morituro.
L’estate rossa rischia di essere rovente e non per questioni climatiche. Se cadranno delle teste lo capiremo più avanti. Ora c’è da affrontare un GP casalingo – forse l’ultimo in quell’autodromo intitolato al fondatore del mito rosso – in cui superare è complicatissimo anche se sei nelle posizioni di avanguardia. Figuriamoci se si è incastrati in sesta fila. Buona fortuna Ferrari, ne hai bisogno.
Crediti foto: Scuderia Ferrari HP
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