Ormai è chiaro: la Ferrari SF-25 ha bisogno di correttivi. Cosa che deve accadere abbastanza in fretta, ma senza scapicollarsi prendendo decisioni che non si possono sbagliare. Il calendario ravvicinato di certo non aiuta. Dopo la doppietta inaugurale Australia – Cina e seguito di una settimana di pausa relativa, visto che si sono trasferiti armi e bagagli a Suzuka, c’è un durissimo triple-header aperto proprio dal Giappone e che si svilupperà con il Bahrain e l’Arabia Saudita: leggi il calendario completo.
Al netto delle due squalifiche giunte alla fine del Gran Premio di Shanghai e della vittoria sorprendente di Lewis Hamilton nella Sprint Race della suddetta gara, la SF-25 ha mostrato delle problematiche relative alla definizione del corretto setup. È sembrato che la finestra operativa della vettura sia stata costantemente troppo stretta. Bastavano poche regolazioni nell’assetto e qualche condizione operativa mutata per mandare in confusione tecnici e piloti.

Ferrari SF-25: il retrotreno è l’area incriminata?
Proprio il Gran Premio della settimana scorsa è stata la cartina di tornasole di questa situazione: dopo un venerdì con la pole sprint e un sabato apertosi con la vittoria, è stato necessario cambiare l’assetto per affrontare le insidie dei 56 giri che componevano la gara domenicale. Da quel momento soprattutto Hamilton ha perso il controllo di una vettura che aveva ammaestrato alla grande nelle sessioni precedenti. Ciò a dimostrazione di quanto siano ristretti i margini degli ingegneri.
Si sono prodotte molte teorie sui problemi della Ferrari, che ovviamente resta abbottonata senza dare spiegazioni delle difficoltà in cui sta incorrendo. Si può immaginare che la parte incriminata sia il retrotreno, che soffre in termini di altezza a causa di una sospensione che non riesce a gestire l’extra carico aerodinamico che il progetto 2025 ha mostrato rispetto alla SF-24.

I tecnici guidati da Loïc Serra stanno lavorando alla soluzione dei problemi e potrebbero essere due le aree di intervento: la prima, quella meccanica, provando a operare sui sistemi sospensivi che, va ricordato, sono entrambi pull-rod, un caso unico tra le 10 vetture che si contendono il titolo 2025. Questo aspetto ovviamente comporterebbe più tempo e soprattutto più risorse investite in un anno in cui l’attuale quadro normativo va a morire. È quindi ipotizzabile che il lavoro si concentrerà maggiormente sulla veste aerodinamica, il secondo nodo, nel trovare quelle soluzioni che si possano sposare con la configurazione meccanica.
Sembra infatti che i due ambiti non lavorino in maniera sinergica, con i risultati che abbiamo potuto vedere nelle prime due gare, che hanno prodotto una classifica altamente deficitaria e un gap elevatissimo dalla McLaren capofila.

Ferrari SF-25: perché i correttivi arriveranno a Sakhir
I test invernali e i primi due Gran Premi sono serviti agli ingegneri come una grande raccolta dati, che sono stati ponderati nelle opportune sedi. Proprio per la grande mole di elementi da analizzare si è deciso di evitare di agire d’impulso e presentare le novità in Bahrain e non a Suzuka.
Sakhir è stato il teatro dei test invernali, una pista dalla quale Ferrari aveva già capito che qualche problematica insisteva sul Progetto 677. Proprio quel palcoscenico sarà la base per confrontare gli elementi raccolti a fine febbraio con quelli che scaturiranno dalle novità che insisteranno nella zona del fondo, uno degli elementi sotto accusa per prestazioni oggettivamente deludenti.
Ferrari avrebbe avuto la forza di portare gli update già in Giappone, ma si è ritenuto che Suzuka, un tracciato altamente probante e che pretende configurazioni di altezza molto vicine al suolo, non offrisse una “tela comparativa” con la quale capire se si è sulla buona strada.
È molto probabile che tra due settimane la Ferrari si produrrà in prove equiparative prima di deliberare il materiale da usare per il Gran Premio. Purtroppo le contingenze costringono il team italiano a usare le sessioni ufficiali come prolungamento delle prove invernali, che di fatto non sono mai terminate.

A Suzuka, il Cavallino Rampante spera e pensa di essere ingaggiato a duello con Red Bull e Mercedes, ben sapendo che la distanza dalla McLaren è ancora relativamente ampia. Ovviamente bisognerà capire come la vettura reagirà a pieno carico – questo forse il problema principale della SF-25 – su una pista che, come detto, esige un’altezza di marcia molto bassa per esaltare l’effetto Venturi, necessario a creare quella downforce che serve nelle curve medio-veloci come il complesso delle Esse, la Dunlop, la Spoon e la 130R.
Il GP del Giappone, quindi, potrebbe essere giocato “in difesa” in attesa di deliberare importanti novità sette giorni dopo. È in Bahrain che la Ferrari avrà le risposte che cerca per decriptare quel rebus tecnico che oggi è la SF-25. Servirà ancora un po’ di pazienza per capire se la stagione rossa può davvero svoltare.
Crediti foto: Scuderia Ferrari HP