Se c’è una cosa in cui la Ferrari eccelle è nell’arte di svegliare dal sogno i propri tifosi a suon di schiaffoni. Dopo un venerdì brillante, le qualifiche del Gran Premio d’Azerbaijan hanno rappresentato un duro ritorno alla realtà: il sabato pomeriggio sulle strade di Baku ha messo in luce un limite già noto del progetto di Maranello: la difficoltà nel mantenere costante la competitività al variare delle condizioni esterne.
Se nella giornata inaugurale le temperature più elevate e un asfalto in rapida gommatura avevano restituito sensazioni positive a entrambi i piloti (che covavano speranze da prima fila), con un bilanciamento complessivo molto vicino all’ideale, la combinazione di freddo, vento e leggere gocce di pioggia arrivate in qualifica ha messo a nudo la natura delicata della SF-25, una vettura troppo sensibile a piccoli cambi dello scenario operativo. Una monoposto che, pur essendo potenzialmente veloce, sembra operare dentro una finestra estremamente stretta, con margini di adattamento troppo risicati.

GP Azerbaijan 2025 – Qualifiche tormentate per la SF-25
Q1: tre bandiere rosse e gestione lineare della sessione
La Q1 è stata condizionata da un numero insolito di interruzioni: ben tre bandiere rosse hanno allungato la sessione fino a farla sfiorare i 40 minuti. Alex Albon, Nico Hülkenberg e, in chiusura, Franco Colapinto sono stati protagonisti di incidenti che hanno spezzettato il ritmo dei piloti.
Ferrari ha gestito questa fase senza particolari intoppi. Sia Charles Leclerc che Lewis Hamilton hanno scelto di scendere in pista con uno dei due set di Soft nuove disponibili. Con due run completi sullo stesso treno, entrambi i piloti hanno agevolmente superato il taglio per accedere alla Q2. Una scelta lineare e priva di rischi, dettata dalla necessità di conservare le gomme per le fasi successive.
Q2: Medium difficili per Leclerc, occasione persa per Hamilton
È in Q2 che i problemi hanno iniziato a manifestarsi con chiarezza. Ferrari ha scelto di differenziare il lavoro: Leclerc ha puntato sulle Medium, mentre Hamilton ha tentato l’accesso alla top ten con le Soft.
Il monegasco ha però dovuto abortire i primi due tentativi, entrambi conclusi con un errore in frenata dopo essere andato lungo. Solo al terzo run, con un ulteriore set di Medium nuove, è riuscito a strappare il tempo sufficiente per accedere alla Q3. Una fatica evidente, che confermava la difficoltà della SF-25 nel portare le coperture Pirelli nella corretta finestra di utilizzo.
La situazione di Hamilton è stata ancor più complessa. L’inglese ha sofferto una mancanza cronica di grip con le Soft nuove, non riuscendo mai a trovare un bilanciamento adeguato tra inserimento e trazione. Il dato che fotografa al meglio la sua qualifica è il distacco prestazionale rispetto al venerdì: in Q2 Hamilton è stato quasi un secondo più lento rispetto al miglior tempo fatto registrare nelle FP2. Un’involuzione drastica che ha certificato quanto il calo di temperatura e le raffiche di vento avessero stravolto i riferimenti.
Sul piano strategico, resta difficile comprendere la decisione del muretto Ferrari di non utilizzare il secondo set di Soft nuove a disposizione di Hamilton. L’inglese ha completato tutta la Q2 con un unico treno, senza mai avere la possibilità di tentare un giro “pulito” con pneumatici freschi. Una scelta conservativa che, alla luce dell’eliminazione, lascia più di un rimpianto.

Q3: Leclerc a muro, un errore che pesa
In una Q3 resa ancora più insidiosa da qualche goccia di pioggia caduta sull’asfalto cittadino, Charles Leclerc ha scelto di iniziare il primo tentativo con un set di Medium nuove. La gomma si è rivelata difficile da portare in temperatura e, nel tentativo di spingere comunque forte, il monegasco ha commesso un errore alla curva 15, andando a muro e interrompendo definitiva la sua qualifica.
Si tratta di un episodio che il pesa doppio. Da un lato perché la Ferrari aveva già pronto un set di Soft nuove per il secondo tentativo, che avrebbe potuto consentire a Leclerc di puntare almeno a una seconda fila in griglia. Dall’altro perché, nella logica di un primo run “esplorativo” con gomma Media, era forse evitabile spingere così oltre i limiti sapendo che il vero riferimento sarebbe arrivato nell’assalto successivo.
La pole non era probabilmente alla portata della SF-25 in quelle condizioni, ma una seconda fila rappresentava un obiettivo realistico. L’errore ha invece relegato la Ferrari a un sabato di rimpianti. L’ennesimo.
GP Azerbaijan 2025, Qualifiche – Le dichiarazioni dei protagonisti
Leclerc ha ammesso senza mezzi termini la responsabilità dell’errore: “Abbiamo puntato sulle Medium come mescola migliore, ma con le temperature più basse non sono riuscito a portarle nella finestra giusta. Ho esagerato in curva 15 e non avevo abbastanza grip. Non è andata a nostro favore, ma domani dovremo lottare per recuperare“.
Hamilton ha mostrato delusione ma anche determinazione: “Non sono riuscito a trasformare un buon inizio di weekend in una qualifica all’altezza. Analizzeremo i dati per capire cosa sia successo, ma la macchina era buona nelle libere. Sarà una gara difficile, ma non vedo l’ora di scoprire cosa riusciremo a fare“.

Il team principal Fred Vasseur ha sintetizzato la frustrazione del team: “Ieri eravamo molto competitivi, oggi le condizioni erano completamente diverse. Non voglio che questo diventi una scusa, ma le raffiche di vento e le temperature più basse hanno reso tutto complicato. Charles aveva un buon passo, ma è stato colpito da una raffica in curva 15. Oggi non era chiaro nemmeno se la scelta migliore fosse tra Soft e Medium: la pole è arrivata con la Soft, ma Carlos con la Medium ha fatto secondo. Dovevamo essere più precisi“.
Gp Azerbaijan 2025, qualifiche – Analisi: la finestra stretta della SF-25
La giornata di Baku ha fornito la conferma di un limite strutturale della SF-25. Tutte le monoposto della Generazione Venturi sono sensibili alle condizioni ambientali, ma la Ferrari sembra esserlo in maniera particolare. Il pacchetto telaio-sospensioni, unito a un impianto frenante che genera calore in maniera non costante, funziona in un range operativo estremamente ristretto.
Il risultato è una monoposto capace di esprimere competitività quando le condizioni sono favorevoli, ma che perde improvvisamente equilibrio non appena il contesto esterno si modifica. Con temperature più basse, la SF-25 non è stata in grado di accendere le mescole come avrebbe voluto: Hamilton ha sofferto un posteriore instabile e privo di grip, una caratteristica che tradizionalmente fatica a gestire; mentre Leclerc ha evidenziato difficoltà già nel portare a termine un giro pulito con le Medium.
La scelta di un assetto a basso carico, utile per massimizzare la velocità sul lunghissimo rettilineo di Baku, ha ulteriormente complicato la fase di warm-up, riducendo il carico verticale sugli pneumatici e rendendo ancora più difficile generare temperatura. In un tracciato urbano dove la fiducia nell’anteriore è tutto, il risultato è stato una vettura difficile da guidare e soggetta a errori.

Errori e strategia: i nodi da sciogliere
Oltre ai limiti tecnici, le qualifiche di Baku hanno messo in evidenza alcune criticità gestionali. L’errore di Leclerc in Q3, pur comprensibile, resta pesante perché arrivato in un momento in cui sarebbe bastato un giro conservativo per assicurarsi almeno la seconda fila. Sul fronte di Hamilton, la strategia adottata in Q2 ha destato più di una perplessità: non sfruttare la Soft nuova a disposizione ha significato precludersi l’unica chance concreta di accedere alla Q3. C’è da dire che il britannico l’aveva invocata, ma il muretto non l’ha assecondato. Errore grave.
In una gara in cui i margini con McLaren, Red Bull e Mercedes si sono rivelati ridottissimi, decisioni di questo tipo rischiano di pesare quanto i limiti della monoposto. La Ferrari non può permettersi di sprecare occasioni su entrambe le vetture, specie in un weekend che alla vigilia sembrava promettente.
La Ferrari archivia le qualifiche di Baku con un misto di delusione e consapevolezza di possedere in progetto deficitario. La SF-25 ha mostrato ancora una volta quanto possa essere competitiva in condizioni ottimali, ma anche quanto rapidamente possa scivolare indietro quando la finestra di utilizzo degli pneumatici si restringe. È una caratteristica che non può più essere ignorata, perché rischia di trasformare ogni weekend in una lotteria.
La gara resta comunque aperta. Il passo mostrato nelle libere fa pensare che la monoposto rossa possa essere più costante sulla distanza, a patto di gestire con attenzione temperature e degrado. Una rimonta è possibile, ma serviranno lucidità, strategia impeccabile e una gestione gomma che finora è mancata. E la posizione di partenza è di certo uno scoglio enorme da aggirare. Il sabato di Baku ha lasciato un messaggio chiaro: la velocità c’è, ma senza costanza e capacità di adattamento il cammino verso il vertice resterà accidentato.
Crediti foto: Scuderia Ferrari HP
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