A metà della stagione 2025 è ormai chiaro che la Ferrari SF-25 non ha rispettato le aspettative con cui era stata presentata lo scorso inverno. Dopo un 2024 già altalenante ma concluso in crescendo e con un titolo costruttori sfiorato forse anche per una gestione McLaren non ottimale, le premesse per una monoposto finalmente in grado di competere stabilmente per la vittoria c’erano tutte.
E invece, i risultati raccolti raccontano una realtà diversa: solo qualche podio qua e là, frutto più di episodi e situazioni di gara favorevoli che di una reale consistenza tecnica. Un bottino magro, che sta spingendo Maranello a rivedere alcune scelte chiave del progetto, come dimostrano anche i test previsti per domani al Mugello.
La nuova sospensione che verrà testata nel delicatissimo filming day da Lewis Hamilton e Charles Leclerc si propone di esaltare i pregi della SF-25 provando a ridurre gli effetti negativi di alcuni difetti che ne hanno limitato il margine d’azione. Ma quali sono virtù e vizi del Progetto 677?

Ferrari SF-25: cosa ha funzionato
Aerodinamica ad alta velocità: un punto di forza tangibile
Uno degli aspetti più convincenti della SF-25 è la sua resa aerodinamica nelle condizioni di alta velocità. La vettura di Maranello si dimostra particolarmente efficace nei tratti veloci dei circuiti, sia in curva che in rettilineo. Ciò è merito di un’evoluzione concettuale che ha portato a un fondo estremamente efficiente, capace di generare carico senza penalizzare il drag. Questo si traduce in un equilibrio aerodinamico che funziona bene nei circuiti dove il flusso ad alta energia premia soluzioni sofisticate e ben calibrate. Silverstone, fin quando c’è stato asfalto asciutto, l’ha confermato.
Il comportamento della SF-25 in queste condizioni richiama in parte quello delle monoposto di riferimento come la McLaren MCL39: buona stabilità aerodinamica, efficienza nel DRS, ottimo bilanciamento nei curvoni a medio-alto carico. Il fondo aggiornato a metà stagione ha portato riscontri promettenti, soprattutto in termini di stabilità e gestione della scia aerodinamica posteriore.
Una power unit efficiente e affidabile
Il secondo asset competitivo della SF-25 è rappresentato dalla power unit. Sia in termini di potenza massima, sia nel recupero energetico, la PU066/10 si conferma tra le migliori del lotto. La gestione dell’ibrido, con un deployment molto lineare e ben calibrato, consente al pilota di spingere con continuità senza dover ricorrere a mappature conservative. Peccato che, troppo spesso, i piloti abbiano dovuto ricorrere al lift and coast che nulla ha a che fare per un deficit del propulsore ma che ha spiegazioni più aerodinamiche e meccaniche. In soldoni, sovente è stato necessario per preservare il plank limitandone l’usura.
Uno dei punti di forza specifici della PU Ferrari è la capacità di rigenerazione durante le fasi di frenata e parzializzazione, che garantisce una spinta costante anche nei tratti a forte variazione di carico. A questo si aggiunge un’efficienza termica migliorata rispetto alla stagione precedente, con un raffreddamento più contenuto che consente soluzioni aerodinamiche più spinte.
Gestione gomme e strategia: buone performance sulla distanza
Un altro elemento positivo riscontrato finora è la capacità della SF-25 di preservare le gomme, soprattutto sulla distanza. Pur non eccellendo nel giro secco (come vedremo più avanti), la Ferrari riesce a gestire bene le mescole nelle fasi centrali e finali della gara. Questo consente spesso di impostare strategie a una sosta senza particolari penalità sul passo gara.
La gestione termica dello pneumatico sembra ben calibrata e il degrado è contenuto soprattutto con le mescole medie e dure. Dalla seconda metà della corsa in avanti, la SF-25 è generalmente in grado di mantenere un ritmo costante, talvolta superiore a quello delle vetture rivali su stint equivalenti.
Aggiornamenti efficaci e margini di sviluppo
Nonostante i problemi evidenti, va riconosciuto alla Scuderia un merito: quello di aver reagito attraverso un pacchetto di aggiornamenti tecnicamente valido. Il nuovo fondo e il diffusore portati in pista in primavera hanno migliorato l’equilibrio della vettura, soprattutto nei cambi di direzione e in frenata.
La SF-25 ha inoltre introdotto una soluzione anteriore pull-rod – un cambio radicale rispetto al push-rod adottato in precedenza – che avrebbe dovuto favorire il carico all’anteriore e quindi un migliore inserimento in curva. Questo ha però anche alterato gli equilibri tra avantreno e retrotreno, rendendo più complicata la gestione dei centri di pressione alle diverse altezze da terra. Il pacchetto, sebbene non ancora completamente ottimizzato, lascia intravedere potenziale di crescita, a patto di risolvere le instabilità strutturali che ne limitano le prestazioni.

Ferrari SF-25: cosa non ha funzionato
Le debolezze strutturali: grip meccanico e bilanciamento delicato
Il principale tallone d’Achille della SF-25 resta la mancanza di grip meccanico, specialmente nei tratti lenti e nei cambi di direzione a bassa velocità. La vettura fatica a ruotare con efficacia in ingresso curva, costringendo i piloti a ritardare l’accelerazione e a compromettere la velocità d’uscita. Questa lacuna si manifesta in maniera evidente in qualifica, quando la monoposto è scarica di carburante ma non riesce a sfruttare pienamente la mescola soft per mancanza di temperatura e aderenza immediata.
A questa criticità si aggiunge un bilanciamento del retrotreno particolarmente delicato, che rende la SF-25 molto sensibile alle variazioni di setup e alle condizioni ambientali. Basta una mutazione della temperatura o del vento per alterare in modo significativo il comportamento in trazione e in curva. Questo rende difficile trovare una finestra ottimale che funzioni lungo l’intero fine settimana.
Assetti estremi e compromessi penalizzanti
La Ferrari SF-25, per essere competitiva, richiede assetti estremi e altezze da terra molto basse. Questo però la espone a un rischio elevato di danneggiamento del plank soprattutto in condizioni di serbatoio pieno (il Gp della Cina ne è manifesto). Se la vettura viene alzata per evitare di toccare terra nei dossi o nei cordoli, si perde carico aerodinamico, con conseguente peggioramento del bilanciamento e della velocità in curva.
Questo compromesso tra performance e affidabilità strutturale rappresenta un limite importante nel contesto regolamentare attuale, dove le vetture devono lavorare con carichi aerodinamici stabili e prevedibili su tutta la distanza di gara.
La fatica sul giro secco: il nodo della qualifica
Come accennato, uno dei problemi più importanti per la SF-25 è la difficoltà sul giro push in qualifica, soprattutto con gomma soft. La vettura fatica a portare rapidamente gli pneumatici nella giusta finestra di temperatura, e il bilanciamento instabile la rende poco prevedibile nel comportamento. Questo comporta il rischio di errori da parte del pilota e, soprattutto, una cronica incapacità di massimizzare il potenziale nei momenti decisivi del sabato.
La conseguenza diretta è una posizione di partenza sfavorevole, che obbliga spesso Leclerc e Hamilton a dover recuperare in gara, innescando strategie più conservative e meno efficaci.

Ferrari SF-25, test al Mugello: nuova sospensione posteriore in prova
Proprio per affrontare alcune delle problematiche più gravi descritte, domani, mercoledì 16 luglio, il Cavallino Rampante sarà in pista al Mugello per un filming day che avrà anche finalità tecniche importanti. Verrà infatti testata una nuova configurazione di sospensione posteriore, sviluppata per migliorare la trazione e la stabilità nei tratti a bassa velocità.
L’obiettivo è duplice: aumentare il grip meccanico attraverso un miglioramento della cinematica e ridurre la sensibilità del retrotreno ai cambiamenti di assetto e carico. Se i dati raccolti saranno positivi, la nuova sospensione potrebbe essere introdotta già nei prossimi Gran Premi come parte di un pacchetto evolutivo mirato a salvare la seconda metà della stagione.
In sintesi, la SF-25 è una vettura tecnicamente interessante, ma ancora sbilanciata e incostante nel comportamento. Le soluzioni adottate mostrano del potenziale, ma l’integrazione tra aerodinamica, meccanica e assetti estremi non ha ancora prodotto un pacchetto coerente e vincente. La Ferrari dovrà decidere in tempi brevi se puntare tutto sullo sviluppo dell’attuale piattaforma o concentrare le risorse esclusivamente sul 2026, quando entreranno in vigore i nuovi regolamenti tecnici.
Nel frattempo, il test che si svolgerà sullo sfidante tracciato toscano sarà un’occasione preziosissima per raccogliere dati, validare le nuove componenti e, magari, cominciare a voltare pagina per vivere una seconda metà del campionato del mondo 2025 da protagonisti.
Crediti foto: Scuderia Ferrari HP
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