Alzi la mano chi ha capito cos’è la Ferrari SF-25. La vettura che, a detta di piloti e dirigenti del team, dovrebbe lottare per il campionato del mondo sta invece faticando non poco a trovare una sua identità tecnica. Già nei test del Bahrain erano emerse delle problematiche ed era parso chiaro che la vettura non fosse il mezzo da battere in questo 2025.
Ovviamente era più saggio attendere un vero banco di prova come un weekend di gara. Quando questo è arrivato, la vettura di Maranello si è smarrita in un setup inadatto alla pista (troppo carico per Melbourne, ndr) per poi diluirsi definitivamente nelle acque piovane che hanno caratterizzato i 58 giri del primo evento stagionale.
Si è passati dal Bahrain, una pista limitata al posteriore e che presentava una buona alternanza di curve medio-veloci, a un tracciato “Start & Stop” in cui doveva primeggiare una vettura forte in frenata, precisa nell’inserimento e con una grande capacità di “trazionare”. Tutte cose che la SF-25 ha fatto vedere molto sporadicamente, ossia solo nel secondo turno di libere, che ha illuso un po’ tutti, dai piloti ai tifosi.
Dopo un mese da quando la Ferrari ha messo le ruote in pista, diciamolo con chiarezza: non si è ancora capito cos’è questa vettura e soprattutto quale potenziale possa possedere per provare a contrastare una McLaren che sembra adattarsi a ogni layout e a ogni condizione ambientale.

Ferrari SF-25: all’orizzonte due sfide che daranno molte risposte
Bocciare la vettura dopo la prima delle 24 gare previste in calendario sarebbe un errore procedurale molto grave, specie dopo quello che abbiamo visto l’anno scorso, quando un team partito in sordina ha poi vinto il titolo costruttori, mentre chi ha dominato nelle prime gare si è perso fino a chiudere in terza piazza.
Shanghai e Suzuka probabilmente riusciranno a dare la dimensione delle ambizioni ferrariste. Il Gran Premio di Cina coincide col primo evento Sprint del campionato, una problematica in più da affrontare visto che ci sarà una sola sessione di libere che aprirà a tutti i turni ufficiali, i quali mettono in palio posizioni in griglia o punti.
Ferrari deve arrivare quindi prontissima, sperando che il lavoro fatto al simulatore in queste ore serva per definire immediatamente un assetto valido per tutti i tre giorni e, soprattutto, che siano terminati gli esperimenti visti dal primo giorno di prove invernali e che sono proseguiti per tutto il weekend dell’Albert Park.

Ferrari SF-25 e l’esame di cinese
Shanghai è una pista da carico aerodinamico medio-alto in cui alcune scuderie, specie chi ha macchine che godono di una grande efficienza aerodinamica, potrebbero provare un assetto leggermente più scarico per ridurre la resistenza all’avanzamento.
Il tracciato disegnato da Hermann Tilke presenta una grande varietà di pieghe: veloci come le curve 7 e 8 o l’ultima che immette sul rettilineo del traguardo, la 16, dove servirà parecchio carico aerodinamico; ma anche più lente, precedute da staccate severe come quella alla fine del lungo rettilineo che porta alla curva 14 o quelle che conducono alle curve 6 e 11, dove servirà in ingresso e centro curva un anteriore stabile e in uscita un posteriore altrettanto solido.
Shanghai premia le auto con un buon grip meccanico e capacità di produrre trazione: non è solo questione di aerodinamica. Ci riferiamo a tratti come l’uscita dalla curva 3 o dalla stretta piega n°6. La presenza di uno dei rettilinei più lunghi del mondiale rende difficile il bilanciamento della vettura, poiché ali troppo cariche porterebbero a sacrificare troppo la velocità in rettilineo. Serve il classico compromesso aero-meccanico, che non sarà semplice da centrare con una sola sessione di prove libere a disposizione.
Shanghai è il tipico tracciato front limited. Teoricamente, andranno più in difficoltà le vetture che hanno sofferto di sottosterzo sia nei test che a Melbourne. Ecco perché la SF-25, che in Australia un pizzico di sottosterzo l’ha palesato, troverà dinanzi a sé un giudice severo che molto potrà dire sul suo stato di forma.

Ferrari SF-25 e l’esame di giapponese
Suzuka è una delle piste più iconiche in calendario. E non solo per il fascino che trasuda, ma soprattutto per la varietà di curve che offre, caratterizzate dai saliscendi che rendono ancora più complessa la sfida globale. Specie per una macchina “convalescente” come la SF-25.
C’è da dire che il DRS è poco rilevante, cosa che potrebbe aiutare la Rossa, che in Australia ha mostrato velocità ad ala aperta veramente modeste. Anche qui siamo su una pista a medio-basso carico aerodinamico, limitata all’anteriore. Quindi valgono alcune considerazioni fatte in relazione al GP della Cina.
Il circuito offre un inusuale layout a forma di “8”, con curve molto lente come l’Hairpin e velocissime come la 130R. Il tratto più sfidante è di certo quello delle rapide sequenze di pieghe, le S-Curves, che ricordano molto da vicino Maggotts-Becketts-Chapel di Silverstone e lo Snake di Austin. In questa sezione, sovrapponibile al complesso di curve 5-6-7 del Bahrain (forzando un po’ la mano), è importante che la monoposto sia in grado di gestire il trasferimento di carico laterale. In parole semplici: serve un mezzo reattivo ai cambi di direzione a velocità medio-alta. E ciò con un assetto non troppo carico, per non compromettere le prestazioni nei tratti veloci. Questa sezione dirà molto sul valore delle monoposto e sull’incognita Ferrari SF-25.
Il circuito di Suzuka richiede un setup a medio carico , come necessario compromesso tra i segmenti più veloci e i tratti a media-bassa velocità. Il corretto carico aerodinamico è necessario per districarsi nell’impianto di proprietà della Honda. Il tracciato, nel suo complesso, esalta le monoposto con la migliore efficienza aerodinamica e, in tal senso, la McLaren MCL39 potrebbe trovare il terreno di caccia ideale. Cosa che oggi, in base a ciò che s’è osservato nella prima uscita iridata, non possiamo dire della Ferrari SF-25.
Ferrari SF-25: il tempo stringe
Alla luce di questa non troppo approfondita analisi tecnica delle caratteristiche delle prossime due piste in calendario, è evidente che avremo molte più prove per valutare il progetto 2025 impostato dalla casa di Maranello. Ma saranno soprattutto gli ingegneri della Ferrari ad avere più elementi probatori per capire dove mettere le mani e quale tipo di strada tecnica seguire per cercare di colmare la differenza prestazionale che oggi insiste nei confronti della McLaren. E forse non solo nei riguardi della MCL39.
Se il meteo sarà clemente – e almeno in Cina è sicuro che non pioverà – potremmo vedere i quattro top team operare in condizioni standard, potendo quindi sciorinare tutto il potenziale senza dover dribblare la classica confusione determinata dagli agenti atmosferici.

Capiremo dunque quali sono i veri distacchi e se la vettura di Woking, come ha sottolineato George Russell dopo le qualifiche di Melbourne, è davvero così avanti da poter suggerire ai tecnici inglesi di concentrarsi già sul 2026.
In Ferrari hanno speso molte parole nella fase di avvicinamento al campionato, parlando apertamente di titolo mondiale. È giunto quindi il momento di dimostrare che quegli esercizi mediatici non erano solo boutade, ma convinzioni frutto degli elementi visti in galleria del vento e nella sfera computazionale.
Se la SF-25, dopo Melbourne, è stata rimandata, arrivano ora degli esami che possono definirsi quasi definitivi. Sapremo, quindi, se potrà essere promossa o se rischia di essere bocciata già dopo tre gare del campionato del mondo 2025.
Crediti foto: Scuderia Ferrari HP, F1