Gp Las Vegas 2024 – Ferrari non si accontenta dei traguardi raggiunti nel 2024 e punta a competere fino all’ultimo per il titolo costruttori. La matematica dice che il team italiano è ancora in piena corsa e non intende lasciare nulla di intentato. In quest’ottica si inserisce l’introduzione di una nuova specifica di fondo per la SF-24, testata durante il primo turno di prove libere del Gran Premio di Las Vegas dal solo Carlos Sainz.
Si tratta di un componente non progettato specificamente per il circuito della Strip, ma pensato per tornare utile su tracciati come quello del prossimo Gran Premio del Qatar, che si disputerà a Losail. Inoltre, questo fondo potrebbe rappresentare la base per il modello 2025, identificato come Progetto 677, attualmente in sviluppo nella sede modenese.
Durante i primi 60 minuti di attività, il fondo è stato montato sulla SF-24 numero 55 per raccogliere dati da confrontare con quelli provenienti dalla galleria del vento e dalle simulazioni CFD. Nella seconda ora, l’unico esemplare disponibile è stato smontato e riposto sugli scaffali, consentendo il ritorno alla configurazione standard con cui Charles Leclerc aveva già girato all’avvio delle operazioni.
Non è ancora chiaro se il test abbia prodotto i risultati sperati, poiché in Ferrari mantengono il massimo riserbo. L’obiettivo principale era raccogliere dati da analizzare nei giorni successivi. Ma qual è il fine di questa nuova specifica? Proviamo a capirlo.

Ferrari SF-24: lo scopo del fondo sperimentale
Come sempre, intervenire su una zona cruciale come il fondo, fondamentale per l’effetto suolo, mira a migliorare l’efficienza aerodinamica complessiva della monoposto. La Ferrari ha lavorato molto su questo elemento nel corso dell’anno. Dopo la versione iniziale introdotta in Bahrain, sono state apportate modifiche a Imola e Barcellona. Tuttavia, queste ultime non hanno dato i risultati sperati, poiché, pur generando maggiore carico aerodinamico, aumentavano il bouncing, penalizzando le prestazioni di Leclerc e Sainz.
Il team ha reagito con aggiornamenti significativi, a partire dal Gran Premio d’Ungheria, culminati nella specifica introdotta a Monza. Quest’ultima si è rivelata un punto di svolta per la scuderia, che nella seconda parte della stagione è tornata competitiva, vincendo anche alcune gare. A seguire la comparazione tra la specifica Monza e quella Las Vegas:
L’area del fondo è cruciale per il bilanciamento generale della vettura. Il team guidato da Diego Tondi ha lavorato per stabilizzare i flussi aerodinamici in questa zona, cercando di ridurre le instabilità che, a determinate altezze da terra, causavano perdite di carico verticale.
Il fondo sperimentale testato a Las Vegas presenta modifiche nella parte laterale, leggermente ridotta in larghezza. Questo intervento sembra mirato a limitare l’interferenza con i vortici negativi prodotti dalle gomme in movimento. Inoltre, si è cercato di dirigere i flussi d’aria verso il basso per sigillare ulteriormente il fondo.
Le modifiche più significative riguardano la parte interna, ora più bombata rispetto al passato. L’obiettivo è chiaro: migliorare l’indirizzamento dei flussi verso il diffusore, rendendoli più puliti e veloci, abbassando la pressione e aumentando la downforce senza modificare l’incidenza delle ali. In sintesi: maggiore carico aerodinamico senza sacrificare la penetrazione.
GP Las Vegas: Ferrari SF-24 con ala posteriore a corda ridotta
Il nuovo fondo, come spiegato, è stato utilizzato solo per 60 minuti e unicamente sulla vettura numero 55. Per quanto riguarda le configurazioni adottate nel resto del weekend, la Ferrari ha scelto un’ala posteriore a corda ridotta, visibile nelle illustrazioni di Chiara Avanzo.
Non si tratta della configurazione estrema vista a Monza (immagine in basso), ma è comunque molto scarica. L’obiettivo è ottenere una buona velocità di punta senza compromettere troppo il carico aerodinamico, essenziale nelle fasi di trazione in uscita dalle curve lente caratteristiche del circuito della Strip.

L’ala principale presenta una bassa incidenza, mentre il secondo flap ha una corda molto ridotta per minimizzare la resistenza aerodinamica (disegno in basso). Questa scelta punta a non essere penalizzati nei lunghi rettilinei del tracciato del Nevada, mantenendo al contempo la downforce necessaria per affrontare i tratti più lenti.

Resta da verificare come la vettura risponderà alla nuova direttiva tecnica, che potrebbe penalizzare la SF-24. Per ora, dopo le prime due sessioni di libere, si può dire che il comportamento della monoposto non è stato negativo. C’è ancora del potenziale da sfruttare, ma in FP2 è emersa qualche difficoltà nel mandare subito in temperatura le gomme, aspetto su cui il team lavorerà durante la notte americana per migliorare le performance in vista della gara.