Era chiaro che alla lunga sarebbe successo: Carlos Sainz ha perso lo smalto di inizio stagione. Il pilota che nelle prime gare batteva con relativa facilità Charles Leclerc, che superava anche le difficoltà fisiche sublimando le prestazioni nella straordinaria vittoria del Gran Premio d’Australia, si è lentamente appassito.
All’avvio iridato lo spagnolo ha trasformato la rabbia in performance. L’essere stato scaricato dalla Ferrari a un passo dal rinnovo è stata un’onta che ha funzionato da motore stimolante. Ma quell’abbrivio si è lentamente assopito, smarrito nella ricerca infruttuosa di un sedile che, comunque vadano le cose, non sarà di pari livello di quello rosso.
Carlos aveva puntato Red Bull, ma Milton Keynes ha deciso di proseguire in continuità col rinnovo di Sergio Perez che fino a pochi mesi fa nessuno avrebbe previsto. Quindi ha voltato lo sguardo alla Mercedes. Ma Toto Wolff aveva altri piani. Il primo era – e forse è tutt’ora – Max Verstappen. Ma, resosi conto che l’impresa è assai ardua, ha dovuto virare sull’opzione interna. Quell’Andrea Kimi Antonelli che sta provando e riprovando vetture di F1 degli anni scorsi in sedute di test privati dai quali emergono risultati sorprendenti. Almeno a sentire parlare James Allison.
Con le porte chiuse dai tre top team e anche dall’Aston Martin che ha scelto di rinnovare l’intesa con Fernando Alonso, a Sainz restano opzioni meno nobili: Audi, squadra ambiziosa ma che deve “farsi”, e Williams, nobile decaduta che cerca di rimettersi in piedi con la cura James Vowles.
Scelte al ribasso rispetto alle prime che hanno preso fuoco e delle quali restano ceneri di memoria. Carlos ha pagato per questa indeterminatezza e le prestazioni sono via via andate peggiorando. Ormai non batte più il collega-rivale in qualifica. In gara gli è costantemente alle spalle. In Canada, quadro del momento attuale, Sainz ha disputato un weekend anonimo chiuso con un errore da principiante.
![Carlos Sainz](https://www.formulacritica.it/wp-content/uploads/2024/06/Sainz-1-jpg.webp)
La Ferrari ha svuotato Carlos Sainz?
Lo spagnolo dà la sensazione di essere svuotato, deconcentrato, quasi sportivamente apatico. E non c’è da biasimarlo perché è la Ferrari che lo ha messo in queste condizioni.
Ancora, gli sviluppi introdotti sulla SF-24 sembrano andare nella direzione dei gusti di Leclerc. Processo naturale quando il legame sta per esaurirsi ma che pesa oggettivamente sul livello prestazionale del “55”.
Il campionato di Carlos Sainz rischia di trasformarsi in uno stanco slalom tra difficoltà tecniche imposte dal contesto e mancanza di stimoli. Un po’ quello che Lewis Hamilton sta vivendo in Mercedes in attesa di sedersi nella vettura del madrileno cancellandone il numero per applicare l’iconico e immortale 44.
Un Sainz abulico rischia di diventare un peso, una palla al piede di una Ferrari che, considerando l’ultima disastrosa versione dei Sergio Perez, poteva covare sogni iridati. Almeno sul fronte costruttori visto che il campionato piloti sembra avere un unico e solito padrone: Max Verstappen.
A differenza di quanto succede in Mercedes, dove è Hamilton a essersi messo in condizione di vivere da separato in casa, in Ferrari è il team che ha imposto lo status sa dimissionario a Sainz. E forse questa, alla lunga, può essere la vera pecca della nuova gestione Vasseur che fino a questo momento ha dato la sensazione di sbagliare veramente pochissimo.
Così come accadrà per la SF-24, anche per Carlos le prossime tre gare saranno una vera e propria ordalia del fuoco. Il promesso sposo di una tra Williams e Audi è chiamato alla reazione dopo una serie di gare non esaltanti. La Ferrari, dal canto suo, deve supportare fino alla fine il pilota per non vedersi autodanneggiata. E sarebbe questa una beffa clamorosa.
Crediti foto: Scuderia Ferrari HP