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Home Editoriali

Ferrari: cos’hanno detto i test Pirelli di Barcellona?

Domande roboanti per risposte deludenti. Barcellona ha parlato di un futuro lontano, senza risolvere dilemmi immediati

Diego Catalano by Diego Catalano
6 Febbraio 2025
in Editoriali, F1, News
Tempo di lettura: 3 minuti
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Ferrari SF-24

Sidepod della Ferrari SF-24 nella versione usata per il test Pirelli di Barcellona - Illustrazione: Chiara Avanzo

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Niente, praticamente niente. Questo è ciò che hanno sentenziato i test Pirelli di Barcellona. Anzi, qualcosa è emerso, ma non è roba che può servire nell’immediato. Siete delusi per non aver trovato una risposta? Mi vedete confuso, poiché prima do la certezza che nulla sia emerso e poi apro uno spiraglio? Sì, care lettrice e cari lettori, sono confuso e lo ammetto senza mezzi termini.

Dopo la due giorni catalana – è sempre strano scriverlo per uno che porta lo stesso cognome – se ne sono lette “di ogni”, come si usa dire affrancandosi dalle rigide regole della lingua italiana. La verità è che i test servivano esclusivamente alla Pirelli per capire in quale direzione andare in vista del 2026. Ed è questo il lavoro che è stato effettuato: comprensione delle nuove gomme, che cambieranno in tutte le parti costitutive, dalle misure – visto che la sezione frontale sarà ridotta – alle carcasse, fino alle mescole.

Pneumatici di nuova concezione per adeguarsi a vetture che sprigioneranno un livello di carico del tutto diverso da quello attuale. Le auto del 2026 si presume saranno più veloci in rettilineo grazie anche ai nuovi sistemi di aerodinamica attiva, volti a minimizzare la resistenza all’avanzamento per rendere il tutto più efficiente, ma più lente in curva, poiché sarà drasticamente ridotto l’effetto suolo e perché le superfici alari genereranno una downforce minore.

Lewis Hanilton
Lewis Hamilton, test Barcellona 2025, Scuderia Ferrari HP

Ferrari: analisi di comodo e non centranti

Tutte quelle analisi lette in queste ore, che puntano a sottolineare come il lavoro sia servito anche per trovare espedienti tecnici in chiave 2025, non sono da cestinare – il lavoro di ogni redazione va comunque rispettato – ma vanno prese con le pinze. Per quanto riguarda la Ferrari, è ovvio che le sedute siano state utilizzate anche per permettere a Lewis Hamilton di prendere confidenza con le nuove dinamiche operative e con il propulsore, che differisce ovviamente in caratteristiche rispetto al V6 Mercedes che ha sempre domato.

Ancora, Lewis si è presentato ai dischi freno della Brembo, considerando che nella sua avventura in Mercedes adoperava i pezzi della Carbon Industries. È naturale, quindi, che il sette volte iridato abbia svolto del lavoro anche in vista della stagione che comincerà a metà marzo (qui il calendario completo), considerando pure che deve trovare feeling con il suo nuovo ingegnere di pista, Riccardo Adami, che avrà un approccio peculiare e diverso da quello di Peter “Bono” Bonnington.

Tra appostamenti fittizi nelle curve tattiche del Montmeló (sì, perché fa ancora presa quel registro comunicativo che vuol lasciare intendere che un determinato giornalista fosse sul posto pur non essendovi) ed elucubrazioni pindariche, si è provato a dare un peso eccessivo alla seduta di test alla quale ha partecipato anche McLaren in chiave prossimo campionato, dimenticandosi quale fosse la vera motivazione per cui era stata imbastita la due giorni spagnola.

Charles Leclerc
Charles Leclerc alle prese con i test Pirelli 2026 sul circuito di Montmelò

Pirelli ha ottenuto i suoi dati, ha fatto le sue verifiche, così come ha spiegato Mario Isola in un passaggio che ieri abbiamo riportato, citando il solito report che la Pirelli pubblica dopo questo tipo di sessioni. Ed è su questo aspetto che bisognerebbe concentrarsi, magari facendo valutazioni che comunque andrebbero prese con le molle, poiché si parla pur sempre di vetture di questa generazione che hanno provato a simulare comportamenti di auto che, oggi, sono poco più di uno schizzo su un foglio o un render all’interno di un computer.

Questo scritto, probabilmente deludente per il contenuto e con un titolo volutamente attraente, serve proprio per far luce su questo tipo di dinamica; sul mettere in guardia chi legge dal fatto che troppo spesso si sente la necessità di arrivare primi su una notizia, quando invero la notizia è tutt’altra.

Quel che dovrà essere analizzato in chiave 2025 verrà fatto dal momento in cui cominceremo a vedere le prime vetture per la stagione che sta per iniziare. In quel momento potremo fare valutazioni, osservazioni e analisi più serie e approfondite. Perché, signore e signori, provare a dare un senso a vetture con un assetto incompatibile con quel tipo di pista, ma che serviva esclusivamente per ottemperare alle richieste della Pirelli, è semplicemente assurdo. O, per meglio dire, è una presa in giro per i lettori.


Crediti foto: Scuderia Ferrari HP, Pirelli Motorsport

Tags: EditorialeF1FerrariNewsPirelli
Diego Catalano

Diego Catalano

Partenopeo Classe 1977 con formazione nell’ambito delle Relazioni Internazionali. La passione per il motorsport nasce sin dalla prima adolescenza. Proprio questa forte pulsione mi ha portato, negli anni, a volermi cimentare con la narrazione di ciò che circonda la Formula Uno. Ho fatto parte, come fondatore, di diversi progetti editoriali a tema: MotorQube, Fatti di Motori, Undici Metri; esperienze chiusesi ma che mi hanno permesso di approdare in FormulaUnoAnalisiTecnica. Realtà nella quale, per cinque anni, ho ricoperto il ruolo di caporedattore e coordinatore. Nel gennaio del 2024 ho deciso di rimettermi in gioco creando Formulacritica.it, un contenitore plasmato sulle mie necessità espressive che ho voluto impostare su un modo di raccontare il motorsport diverso, votato all’analisi concettuale del fenomeno. In parallelo curo un altro figlio editoriale: PuntoNapoli. A tempo perso pesto sui tamburi e sui piatti di una batteria e provo a dare del tu a un paio di bassi elettrici. Con risultati rivedibili. La musica e il prog-rock sono un’altra ragione di vita. Ne parlo su No Limits Radio nello spazio denominato "Blog To The Edge" del quale esistono proiezioni sui principali social network e su YouTube.

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