Lasciamo aiutare dai numeri senza però seguirli in maniera quasi fideistica. Le cifre aiutano ma non spiegano tutto. L’anno scorso la Red Bull chiuse, in Giappone, con la vittoria di Max Verstappen che precedette Lando Norris. Poco meno di 20 secondi il distacco che accusò la MCL60. Leclerc, quarto, ne beccò 43. Quest’anno Milton Keynes ne piazza due e il primo degli altri, Carlos Sainz su Ferrari, arrivò a 20 secondi.
Sintesi estrema? Alle spalle delle Red Bull sono cambiati gli interpreti ma il divario resta esattamente lo stesso. Questa la fotografia, difficilmente confutabile, dietro la quale ci sono altre dinamiche da analizzare.
In primis va sottolineato che Red Bull ha portato il primo update stagionale per la RB20 che ha funzionato subito. Ferrari non ha introdotto novità e la cosa conferma che la base della SF-24 è buona.
Ma la cosa che davvero lascia ben sperare è la gestione delle gomme. La vettura rossa, da un anno all’altro, è cambiata drasticamente nel comportamento. La SF-23 era una “one shot car” che faceva bene solo sul giro singolo. In gara rasentava il disastroso visto che mutava il suo comportamento al variare della tipologia di mescola Pirelli.

La SF-24 si comporta all’esatto opposto: meno concreta sulla singola tornata, è certamente molto efficace sul passo. Ha superato l’esame graining vincendo in Australia e ha vinto il test degrado termico abbinato a una pista front limited come Suzuka. Nessuno si attendeva la vittoria di uno tra Sainz e Leclerc, ma tutti vedevano nel tracciato nipponico un banco di prova severissimo. Che la Rossa ha dribblato a pieni voti.
Ferrari – Red Bull: la partita si gioca sugli sviluppi
Ora il terreno di sfida sarà quello degli update. Ferrari si è presa il suo tempo per capire al meglio la vettura e per cucirle intorno i giusti upgrade senza sbagliare un solo colpo. Cosa inammissibile in epoca di meccanismi ATR, tetti di spesa e altri cervellotici vincoli imposti dal legislatore.
La cosa certa è che la Ferrari, unica a segnare un podio in ognuna delle quattro gare d’apertura, è seconda forza indiscussa visto che ha fatto meglio delle concorrenti su piste dalle caratteristiche molto diverse tra loro.
E non era scontato che potesse accadere visto lo slancio mostrato dalla McLaren durante l’anno scorso e considerando i canti di battaglia intonati da Aston Martin e soprattutto da Mercedes che oggi è quinta forza, umiliata anche dai suoi clienti. Poi qualcuno ci dirà cosa aveva visto James Allison per definire la W15 la seconda realtà alle spalle della Red Bull a seguito dei test invernali.

Tra due settimane il Circus si sposta in Cina su una pista che manca dal calendario da molto tempo e della quale non vi sono dati recenti. anche per questo motivo il Cavallino Rampante preferisce non portare novità che saranno probabilmente deliberate tra Miami e Imola. Shangai, ancora, sarà teatro della prima sprint race stagionale, occasione per sfruttare la capacità di gestire le gomme della SF-24.
Con l’aspetto correlativo che sembra finalmente funzionare alla perfezione, la Ferrari si avvia con ottimismo nella fase calda del campionato del mondo. Il processo di crescita del team prosegue senza lasciarsi andare a facili trionfalismi. La Ferrari c’è e studia come chiudere il gap con i maestri della Red Bull.
Crediti foto: Scuderia Ferrari, Oracle Red Bull Racing