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Home Approfondimenti

Ferrari, oltre la pista c’è di più

Settimane difficili per la Ferrari, travolta da voci di cambiamenti interni, presunte e mai confermate tensioni tra piloti e gestione tecnica in discussione.

Sabino Figurelli by Sabino Figurelli
21 Giugno 2025
in Approfondimenti, News
Tempo di lettura: 6 minuti
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La Ferrari ai box del GP di Imola

La SF-25 ai box del GP di Imola

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Ferrari. È trascorsa una settimana dal weekend canadese e a distanza di quasi 7 giorni, possiamo dire – almeno in Italia – di aver dimenticato il nome del vincitore. Quanto detto non perché il trionfo di George Russell sia passata inosservata, ma perché nei giorni seguenti a rubare la scena è stata la Ferrari.

Il team di Maranello è ormai al centro di notizie, indiscrezioni e commenti da parte degli addetti ai lavori. Ferrari è in un vortice negativo, a partire dal malcontento dei piloti ed il probabile “esonero” di Fred Vasseur. E se da un alto i driver smentiscono il tutto ribadendo che vogliono restare e vincere, dall’altro Fred, invece, si scaglia contro i giornalisti.

Ferrari e il caso Vasseur: tra comunicazione inefficace e difficoltà strutturali

Il malumore è comprensibile, anche perché sentir parlare male costantemente del proprio operato, non è facile. Però, anche attaccare la stampa non è stata la scelta migliore. Il che significa semplicemente che sarebbe bastato ammettere le cose come stanno.

Essendo team principal, è colui a cui attribuire tutte le coppe, ma come sottolinea anche l’ingegner Luca Baldisserri sul nostro canale youtube, non sono tutte sue le colpe.

Ferrari viene da un paio di stagioni in cui ha perso elementi importanti e per quanto un manager possa essere bravo a coordinare il tutto, ci vogliono comunque i famosi tempi di adattamento. Concetto che si pone al centro di tutto d’ora in poi.

Le uniche colpe di Fred Vasseur sono quelle di – oggettivamente – non essere un buon comunicatore. Da l’impressione di non sapere essere cauto sulle cose. Ad inizio campionato, ha dichiarato che Ferrari avrebbe puntato sia il titolo piloti che costruttori e, al termine delle sessioni di gara, tende a ripetere sempre le stesse cose. Strategia di comunicazione, chiaro – si spera – ma a volte è come se non sapesse cosa dire.

Il monegasco alla guida della Scuderia Ferrari
Charles Leclerc, Scuderia Ferrari

Ferrari: Antonello Coletta al posto di Fred Vasseur?

Sono giorni che ormai molte testate giornalistiche, anche autorevoli, danno per certo l’addio di Vasseur. La Gazzetta dello Sport ne è convinta al 100%, affermando che è sempre più vicina la firma di Antonello Coletta.

Attuale Team Principal Ferrari nelle gare WEC e reduce da tre vittorie consecutive a Le Mans, ha più volte affermato di non voler ricoprire tale ruolo all’interno della Formula 1.

In effetti è un mondo completamente diverso, complesso, in cui oltre allo sport, c’è un peso politico non indifferente. Per non parlare delle pressioni mediatiche. Ed il rischio di diventare l’ennesimo che non è riuscito a portare Ferrari nuovamente al titolo è alto.

E ancora, con Coletta, ci potrebbe essere il rischio di rimandare di almeno un paio d’anni il sogno titolo mondiale. Un esempio è proprio McLaren, che ha impiegato del tempo nel ritornare in auge. E si cita il Team di Woking non a caso.

Tra le varie dichiarazioni rilasciate in questi giorni, l’ex pilota di F1 Ralf Schumacher suggerisce per Ferrari l’ex Team Principal papaya, Andreas Seidl. Con Lando Norris e Carlos Sainz ha creato le prime basi per la rinascita del team, riportandolo pian piano su un alto piano competitivo.

Ma il problema è ben più radicato e la scelta di cambiare il Team Principal è sbagliata e prima se ne accorgeranno e meglio è. Infatti, l’ex driver tedesco ammette: “Ci sono voci secondo cui sarebbe Fred Vasseur a mettere i bastoni tra le ruote, ma non è vero. In realtà, molte cose non vengono eseguite come dovrebbero, nonostante siano state richieste“. Quali siano queste cose, ora è tutto da capire.

Lewis Hamilton ai box a Montecarlo
Lewis Hamilton, Scuderia Ferrari

Ferrari: Lewis Hamilton e quell’adattabilità non ancora in linea con le dinamiche del team

Chi fatica ad ambientarsi in Ferrar è anche il sette volte campione del mondo Lewis Hamilton. Arrivato a Maranello come il salvatore della patria – non certo a detta sua – sta faticando nel trovare il giusto feeling con la monoposto.

Ciò non vuol dire che non sia più un pilota valido, anzi tutt’altro. Certo, l’età non è un fattore a suo favore, ma è anche vero che in condizioni ottimali, è capace di farci capire perché più volte è diventato campione del mondo.

E per tornare al concetto di adattamento, non è solo una questione di pista, ma anche di squadra. Abituato a lavorare in ambienti anglosassoni, in Italia si è trovato in un contesto molto diverso. E le sue parole al termine del Gp di Canada ne sono un esempio e forse, anche un allarme importante. Era tempo che non vedevamo un pilota Ferrari fare certe uscite, che non vanno prese alla leggera.

Leclerc, ad esempio, ci ha sempre mostrato un malumore legato all’ambito sportivo, non si era mai sbilanciato così oltre. Senza mezzi termini, invece, Hamilton ammette una situazione difficile, che conferma che il problema Ferrari è ben radicato e ben oltre il mondo delle corse.

In supporto di Lewis sono giunte le voci di ex piloti e di Toto Wolff. Ad esempio, Juan Pablo Montoya in un’intervista rilasciata a Casino Hawks, afferma che: “Gli ingegneri devono comprendere che Lewis non è mosso da maleducazione o arroganza, ma dal desiderio di migliorare la vettura“.

E ancora: “Nel rapporto tra pilota e ingegnere, è fondamentale imparare a non prendere tutto sul personale. Hamilton e il team Ferrari hanno entrambi lo stesso obiettivo: ottenere il massimo dalla macchina. Quando Lewis pone delle domande, non sta mettendo in discussione la loro competenza, ma cerca semplicemente di capire se si sta facendo abbastanza e se si sta andando nella giusta direzione“.

Un po’ come a dire che è un lavoro di adattamento da entrambe le parti e devono necessariamente andare incontro l’un l’altro per arrivare all’obiettivo finale: la vittoria. Ma non è finita qui. “Ho avuto modo di osservare da vicino alcune dinamiche interne alla Ferrari, e devo dire che il livello di eccellenza raggiunto non è paragonabile a quello dei team britannici, come Mercedes“, ha dichiarato Nico Rosberg ai microfoni di Sky Sports UK.

“Il fatto che la scuderia sia basata in Italia rende tutto più complesso. In Mercedes, ogni volta che Lewis aveva un problema, si rivolgeva direttamente a Toto Wolff, che prendeva una decisione immediata. In Ferrari, invece, le decisioni passano per molte figure e persino Hamilton sembra trovarsi spaesato. Tutto risulta più complicato“.

E per concludere, anche Toto Wolff è concorde sul discorso dell’adattabilità, affermando che il talento c’è ma va capito come sfruttarlo in un team nuovo. “Cambiare squadra non significa perdere improvvisamente il proprio talento. Ogni pilota ha bisogno di un periodo di adattamento: ci si trova a guidare una monoposto diversa, con un DNA tecnico differente, e si deve iniziare a costruire un nuovo rapporto con un team di ingegneri completamente nuovo”, ha spiegato Toto Wolff, team principal della Mercedes, commentando la stagione di Lewis Hamilton in un’intervista riportata da Sky Sports.

“Inoltre, si tratta di un ambiente totalmente italiano, mentre lui è un inglese arrivato da fuori. È normale che ci voglia tempo. Personalmente, non darei mai per finito Lewis Hamilton“.

Charles Leclerc, Scuderia Ferrari
Charles Leclerc, GP di Canada

Charles Leclerc: “In Ferrari è sempre stato così“

Tante le voci non positive per il team di Maranello. Ormai, la speranza di un nuovo titolo piloti e/o costruttori, è un lontano ricordo e tra un possibile addio di Vasseur ed un mancato adattamento di Hamilton, c’è anche Charles Leclerc.

Il #16 della Ferrari è l’unico in grado di spingere la SF-25, ma in generale, è l’unico in Ferrari che finora, ha saputo guidare al top anche quando la monoposto non era perfetta. Avrà anche smentito le voci su un suo possibile abbandono, ma la delusione è tanta.

“Sono frustrato per non essere riuscito a mettere insieme tutto nel corso di questo weekend. Ma, a parte questo, ciò che mi circonda non mi influenza” ammette al termina della gara canadese. E continua con un concetto interessante e – forse – non nuovo:

“In Ferrari è sempre stato così, fa parte del gioco. Il team conosce bene la mia posizione e le mie intenzioni, ed è questo l’aspetto che per me conta davvero. Certo, quando circolano voci, può esserci un po’ di distrazione, ma non credo che ci abbia realmente influenzati. Alla fine, sono solo rumors. Preferisco rimanere concentrato sul nostro lavoro: non siamo qui per dimostrare che qualcuno ha torto, ma per fare il meglio possibile”.


Crediti foto: Scuderia Ferrari HP

Tags: FerrariFormula 1News
Sabino Figurelli

Sabino Figurelli

Classe 1996, appassionato di automobilismo e motorsport. Il mio sogno? Lavorare nel circus della F1, o quantomeno raccontarla. Se mi regali un pass per il paddock, potremmo diventare amici.

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