Le scintille del post-GP d’Ungheria non si sono esaurite al traguardo. George Russell, dopo aver conquistato il terzo gradino del podio, ha sollevato perplessità sulla Ferrari di Charles Leclerc, insinuando che il team italiano avrebbe modificato il comportamento della vettura per evitare una possibile squalifica legata all’usura del plank: leggi qui.
Secondo il pilota Mercedes, la SF-25 avrebbe mostrato segnali di cedimento prestazionale nella seconda parte della gara non per ragioni strategiche o tecniche ordinarie, ma per precauzioni atte a evitare l’eccessivo consumo del fondo vettura. Praticamente una mossa per evitare il problema costò la squalifica a Lewis Hamilton in Cina. Russell ha ipotizzato un intervento combinato su pressioni delle gomme e mappature motore, per limitare le sollecitazioni in rettilineo e dunque contenere l’usura del fondo.

Una teoria che non ha convinto Gary Anderson. L’ex direttore tecnico di Jordan e progettista di lunga esperienza in Formula 1 ha liquidato l’ipotesi come infondata e improbabile. In un’analisi pubblicata su The Telegraph ripresa GPblog, Anderson ha definito “bizzarra” l’idea che un team possa deliberatamente sacrificare in modo così evidente la competitività della vettura per evitare problemi con la conformità tecnica.
“Ci sono metodi molto più efficaci e meno penalizzanti per gestire l’usura del plank”, ha spiegato Anderson. “Interventi come irrigidire il posteriore o alzare leggermente l’altezza da terra sono soluzioni standard. Comportano una perdita di prestazione, sì, ma non certo di quell’entità. Quello che si è visto in gara va oltre ogni logica tattica”.
Particolarmente critico il giudizio anche sulla questione delle pressioni degli pneumatici. “Aumentare la pressione al posteriore può portare a un rapido surriscaldamento e compromettere la trazione. Farlo su un tracciato come quello di Budapest, dove l’aderenza in uscita curva è fondamentale, sarebbe controproducente”, ha sottolineato l’ingegnere britannico.
Infine, Anderson ha escluso che il rallentamento di Leclerc potesse essere ricondotto a un intervento drastico sulle mappature del motore per limitare le sollecitazioni sul fondo vettura: “Si tratterebbe di un compromesso troppo estremo, anche per un team che a volte ha preso decisioni discutibili. Ma in questo caso, non vedo alcun fondamento nella teoria di Russell”.

Le parole del pilota Mercedes sono nate dall’osservazione diretta del calo di ritmo della Ferrari numero 16,che, dopo essere partita dalla pole e aver sciorinato un gran passo gara, ha progressivamente perso terreno fino a farsi superare anche dallo stesso Russell. In ogni caso, registrato il suo autorevole parere, Anderson non riesce a dare una spiegazione dell’accaduto. È il caso di dire “il mistero resta ed è irrisolto” .
Crediti foto: Mercedes-AMG Petronas F1 Team, Scuderia Ferrari HP
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Russel meschino. Invece di far la morale in ogni gran premio a chiunque pensi alla sua macchina che non sembra al momento sto gran che……