Imola, un circuito vecchio stile caratterizzato da una differenza altimetrica importante. Trenta sono i metri di dislivello tra il punto più alto e quello più basso del tracciato italiano. Una sfida in più per le vetture. Ne ha parlato Nicola Mosconi, head of power unit track operation Ferrari.
Com’è la pista di Imola dal punto di vista della power unit?.
“Imola è un circuito a media sensibilità all’energia, si trova più o meno a metà tra Monte Carlo e Spa-Francorchamps, che rappresentano di fatto gli estremi. C’è una sola zona DRS, sul rettilineo principale. Le strategie di distribuzione dell’energia della power unit devono tenere conto di questo, per massimizzare le probabilità di sorpasso e minimizzare quelle di essere sorpassati”, ha spiegato ai canali ufficiali del team Mosconi.
“I piloti sfruttano i cordoli in maniera piuttosto aggressiva qui, soprattutto alla curva delle Acque Minerali e alla Variante Alta, e occorre dunque scegliere la marcia corretta e la traiettoria più idonea per evitare problemi di affidabilità che possono essere dovuti a dei fuorigiri”.

Quali sono le sfide più importanti per i piloti e la squadra a Imola?.
“Si tratta di un circuito vecchia scuola, caratterizzato da saliscendi, curve e frenate piuttosto tecniche. È importante dunque che il pilota si senta a proprio agio sin da subito e che possa portare a termine il programma di prove libere per maturare sempre più confidenza e quindi trovare il limite della vettura”.
“Per fare questo serve una macchina affidabile e strategie centrate sin dai primi km in modo da assecondare quanto più possibile le esigenze del pilota. Questa è una regola sempre valida, che però qui assume un peso ancora maggiore”.
Mosconi, un ingegnere di Bagno di Romagna: com’è arrivato in Ferrari?
“Questo è di fatto il mio GP di casa, visto che abito a poche decine di km da Imola. Mi sono laureato a Bologna e ho svolto la tesi di laurea presso la Ferrari, rimanendo poi a lavorare in azienda. Inizialmente seguivo le prove motore al banco e ho iniziato a fare esperienza come ingegnere motorista nella squadra test”.
“Nel 2013 ho vissuto il mio primo anno di pista nei team clienti, ai quali fornivamo prima il motore e poi dal 2014 la power unit. Qualche anno dopo sono entrato a far parte della squadra corse lavorando come ingegnere motorista di Kimi Raikkonen e poi di Charles Leclerc. Da un anno e mezzo sono il responsabile delle operazioni power unit in pista per il team Scuderia Ferrari HP”.
Crediti testo: Scuderia Ferrari.
Foto copertina: LinkedIn