Ogni gruppo ha bisogno di un leader, ogni nave necessita di un comandante che tenga la barra dritta, specie quando il mare è mosso e la notte è oscura. Nessuno può fare diversamente, anche chi possiede una storia enorme che la pone come il soggetto più riconoscibile al mondo, l’approdo sicuro in cui ogni marinaio vorrebbe arrivare. La storia della Ferrari lo racconta con chiarezza: le vittorie sono arrivate quando c’era un leader forte o almeno una piccola élite di uomini che sono saliti in sella a un cavallo indomito portandolo al traguardo prima dei concorrenti.
Maranello non riesce a imporsi da troppo tempo. Mesi, anni, lustri, quasi due decenni passati a costruire e a distruggere. E poi ancora a creare e a disfare. Un circolo vizioso dal quale non si è riusciti a uscire anche se a volte l’uscio sembrava essere là, a portata di mano. Gioie accarezzate che si sono trasformate in incubi sportivi nerissimi, dei quali i tifosi, pur non perdendo l’amore e la fede, sono stanchi.
Negli ultimi tempi, però, sembra essersi accesa una luce che si fa sempre più corposa, fendendo l’oscurità della delusione. Chi regge quella torcia è Frédéric Vasseur, il francese di Draveil arrivato in punta di piedi e che, col suo sorriso sornione, ha rivoltato la Gestione Sportiva come un calzino, portando i primi concreti risultati.

La Ferrari di Fred Vasseur: il collettivo sul singolo
Per mesi, e troppo a lungo, in Ferrari ha volteggiato lo spettro di Adrian Newey, il tecnico che tutti consideravano una necessità assoluta per tornare a competere ai massimi livelli. Una storia raccontata, spesso romanzata, oltre i limiti della decenza giornalistica; un accanimento terapeutico mediatico che non aveva ragione di esistere perché l’ingegnere era già in trattative avanzate con Aston Martin e Ferrari aveva deciso di andare avanti per la sua strada.
Quale? Innesti mirati per valorizzare un gruppo che si riteneva pieno zeppo di capacità e competenze. Ecco che nel bel mezzo del mondiale 2024 viene allontanato Enrico Cardile, che di Newey diventerà braccio destro a Silverstone. La progettazione è affidata a Diego Tondi, che oggi opera sotto la supervisione di Loic Serra, il nome nuovo di cui non molti hanno capito importanza e bagaglio tecnico.
La SF-24, che annaspava dopo le modifiche introdotte a Barcellona, da brutto anatroccolo quale era diventata, si trasforma in un cigno che, con Charles Leclerc, è capace di raggranellare il maggior numero di punti nella seconda fase di una stagione chiusa a un soffio dalla McLaren, campione del mondo costruttori.
La Ferrari di Fred Vasseur mostra indicatori positivi
Tra il 2023 e il 2024 la Ferrari ha visto un incremento netto del proprio score in classifica costruttori: da 406 a 652. Un saldo positivo di 246 punti che porta la squadra dal terzo al secondo posto. Crescono i podi, s’incrementano le vittorie, aumentano i piazzamenti in qualifica. Tutte le metriche sono positive a conferma che la ripresa è concreta.
Vasseur ha centrato così uno dei suoi obiettivi di breve termine: salire la scala dei valori della Formula Uno senza battute d’arresto e soprattutto evitando di tornare indietro. I campionati sotto la sua gestione mostrano una costante: sono stati chiusi con le vetture in progressione tecnica e numerica. E questo non può essere un caso.
Fred Vasseur: la gestione dei piloti sarà il punto nodale del prossimo campionato
Se Vasseur non ha cercato la “techstar” che ha fatto grande la Red Bull, diverso è il discorso per quanto riguarda il pilota. Lewis Hamilton era un cruccio di John Elkann che il dirigente francese ha assecondato, essendone un grande sponsor. Ma Fred non ha messo Lewis al centro del progetto come molti erroneamente vanno riportando in questi giorni, in preda all’estasi mediatica che si è sviluppata intorno ai primi passi del sette volte iridato in rosso. No, Hamilton sarà la metà di una line-up nella quale il peso di Charles Leclerc sarà comunque grande e invariato rispetto al passato.
Una risorsa in più, una freccia appuntita per un arco sempre più teso e pronto a scoccare. Lewis è stato scelto non solo per la portata commerciale: è innanzitutto un valore tecnico aggiunto che porta metodo vincente ed esperienza da vendere. Hamilton è un’opportunità che però andrà ben gestita e canalizzata per massimizzare prestazioni e opportunità di vittoria. Perché la Ferrari non si cela dietro la cruna dell’ago: gli obiettivi per il 2025 sono entrambi i campionati.

Avere due leoni affamati (Charles per il primo titolo, Lewis per l’ottava corona) potrebbe avere l’effetto di una bomba a orologeria. Vasseur deve vestirsi da artificiere e disinnescarla prima che possa far danni con una deflagrazione improvvisa. Con Carlos Sainz è stato abilissimo, perché ha amministrato un pilota da lui stesso licenziato evitando che questi si producesse in atteggiamenti vendicativi e lesivi per il team.
Al di là di ridicole baruffe sui social, i due Carlo hanno collaborato proficuamente in un normale contesto di sana competizione interna. E se il titolo non è arrivato non è per una pessima gestione della coppia, ma per quella fase in cui la Ferrari si era momentaneamente smarrita prima di ritrovare il bandolo della matassa e andare a insidiare, con successo, la Red Bull e la McLaren.
Vasseur è un parafulmine: catalizza a sé le energie nocive provando a trasformarle in spinta propulsiva. Cosa che finora ha fatto quando ha preso decisioni scomode come la rimozione di Inaki Rueda, quella di Enrico Cardile o quando ha stabilito l’avvicendamento tra Bryan Bozzi e Xavi Marcos, che non stava funzionando più nell’intesa tecnica e umana con Charles Leclerc.
Un dirigente di polso che però non ha un atteggiamento dispotico. Un decisore risoluto che non ha commesso quegli errori che sono costati il posto a Mattia Binotto. La Ferrari ha deciso di puntare su una risorsa esterna per evitare che un uomo venuto dalla base potesse essere condizionato dalla sua storia e dalla sua formazione.
Fu un francese a rendere possibile il ciclo di trionfi più cospicuo della storia della casata modenese, un altro transalpino sarà in grado di fare lo stesso?
Crediti foto: Scuderia Ferrari HP