Nel momento più difficile, nel pieno delle tensioni che circondano la dirigenza Ferrari, una voce esterna si leva, quasi solitaria ma forte, in difesa di Frédéric Vasseur. È quella di Toto Wolff, team principal Mercedes, che invita Maranello a non farsi travolgere dall’impazienza, dalla smania di cambiare sull’onda emotiva e a concedere al manager di Draveil il tempo necessario per costruire un progetto solido e duraturo.
Wolff non ha usato giri di parole nel commentare la situazione che vive la Scuderia. Ma ha voluto soprattutto ricordare come anche i cicli vincenti richiedano tempo, talvolta molto tempo, prima di maturare. A sostegno della sua tesi, ha portato l’esempio più emblematico di tutti: Jean Todt, l’uomo che traghettò la Ferrari fuori da un lungo periodo di digiuno e che impiegò ben sette stagioni prima di riportarla al titolo iridato.

Ferrari – Vasseur: è tutta questione di tempo
“Credo che in Formula 1 la risorsa più preziosa sia il tempo, e nessuno può comprarlo”, ha dichiarato l’austriaco ai microfoni dei media internazionali. “Todt arrivò in Ferrari nel 1993 e il primo titolo piloti fu nel 2000. Sette anni. Serve pazienza, è un processo ciclico”. Saggezza.
Il numero uno del muretto Mercedes ha fatto notare come neppure la sua squadra, dopo anni di dominio, sia più riuscita a lottare stabilmente per il titolo dal 2021. Eppure, sottolinea, non è mai stato messo in discussione il lavoro svolto in fabbrica o la guida del team. Anche in periodi di transizione, spiega, non tutto è da buttare.
“Abbiamo attraversato momenti complicati, ma ci sono stati weekend competitivi e anche vittorie. È parte del percorso. Nessuno si è chiesto se il presidente o i vertici dovessero cambiare”, ha affermato. “Bisogna permettere a chi guida un team di strutturare l’organizzazione nel modo giusto. In Ferrari il direttore tecnico è in carica solo da pochi mesi”, ha spiegato il dirigente viennese.
Il riferimento è a Loic Serra, responsabile del progetto tecnico di Maranello, al centro delle ultime revisioni organizzative della Scuderia. Secondo Wolff, le critiche che accompagnano il percorso di Vasseur sono fisiologiche, ma non devono minare la fiducia attorno a chi sta costruendo un futuro competitivo.
“La Ferrari ha enormi qualità, ma è anche un ambiente in cui la pressione è altissima. Le aspettative non lasciano margini d’errore”, ha detto il manager austriaco. “Quando fai un passo indietro, le critiche si moltiplicano. Ma non vedo nessuno più adatto di Fred per guidare questo percorso”.

Wolff ha poi toccato un aspetto spesso trascurato fuori dai confini italiani: il ruolo quasi simbolico che la Ferrari ricopre nel Paese. Una responsabilità che, a suo dire, richiede doti che vanno oltre la competenza tecnica.
“Frédéric sa bene cosa significa essere al timone della Ferrari. È un po’ come guidare una nazionale. Serve saper gestire i media, convivere con la pressione. Se vinci, sei un eroe. Se perdi, sei il bersaglio. È così in Italia, ma è anche ciò che rende questo ambiente così straordinario. Serve passione, ma anche fiducia. Se non gliela danno, non potranno aspettarsi miglioramenti da nessuno”, ha chiosato il comproprietario del team anglotedesco.
Una difesa schietta e diretta, quella di Wolff, che conferma il rapporto di stima e di amicizia con Vasseur, ma che rappresenta anche una presa di posizione netta su quanto sia difficile costruire una squadra vincente in Formula 1. Osservazioni, quelle del n°1 della Stella a Tre Punte,dietro le quali, secondo qualcuno, potrebbe celarsi un interesse professionale al culmine del quale si configurerebbe un clamoroso passaggio da Maranello a Brackley. Congetture. Per ora…
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Crediti foto: Scuderia Ferrari HP, Mercedes-AMG Petronas F1 Team
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