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Ferrari-Leclerc: una catena di errori condivisi alla base della vittoria di Piastri

Muretto box poco reattivo, indicazioni conservative sul giro d’uscita e pilota “distratto” hanno creato le condizioni nelle quali la McLaren si è incuneata segnando la stoccata vincente

Diego Catalano by Diego Catalano
16 Settembre 2024
in F1, F1 Analisi e tecnica, News
Tempo di lettura: 3 minuti
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Charles Leclerc (Scuderia Ferrari HP) secondo al termine del Gran Premio d'Azerbaijan 2024

Charles Leclerc (Scuderia Ferrari HP) secondo al termine del Gran Premio d'Azerbaijan 2024

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Monza e Baku, due Gran Premi, due contesti diversi. In Italia, la McLaren era la vettura da battere, anche se alla fine è stata sconfitta dalla Ferrari di Charles Leclerc. In Azerbaijan è successo l’opposto: la SF-24, sin dal sabato, ha dimostrato di essere la macchina più performante tra i muretti azeri, ma alla fine è uscita con un secondo posto che sa di delusione.

In due settimane le emozioni frutto della gioia si sono trasferite da Maranello a Woking, mentre il percorso inverso è stato fatto da quel sentimento di frustrazione che emerge quando si sa di avere il miglior attrezzo, ma senza utilizzarlo al meglio. Sono cose che accadono; inutile fasciarsi la testa o stare qui a recriminare. I margini di differenza prestazionale tra le vetture sono così minimi che ogni piccolo dettaglio può pesare enormemente.

Se la Ferrari ieri non ha vinto il Gran Premio, è frutto di un concorso di colpa tra il muretto box e Charles Leclerc. Fermi, prima di iniziare a sfoderare bandiere e fischietti, strumenti tipici del tifoso non analitico, è necessario spiegare il concetto. Non si tratta di incolpare nessuna delle due parti, ma di spiegare perché, con una macchina più forte, non si sia portata a casa una vittoria che a un certo punto sembrava scontata.

Gp Azerbaijan Piastri
La fantastica manovra di soprasso di Piastri ai danni di Leclerc

Con gomma media, il monegasco è riuscito ad aprire un gap di circa 6 secondi al momento del pit stop di Oscar Piastri. Quando quest’ultimo è rientrato ai box montando gomma hard, non ci ha pensato due volte, contravvenendo agli ordini del proprio team, e ha iniziato a spingere come un forsennato.

Addio alla gestione delle gomme, addio al giusto riscaldamento, addio all’idea di metterle nella giusta finestra operativa: l’australiano ha fatto di testa sua, sfruttando dei compound che nemmeno Pirelli riesce a capire appieno in termini di funzionamento e resa. Questa è la dura verità che qualcuno, prima o poi, dovrebbe cominciare a affermare e della quale dovrebbe chiedere conto ai vertici della casa della “P Lunga”.

Qui arriva la prima “dormita” del muretto Ferrari. La Rossa numero 16 è rimasta in pista per due giri, mentre il passo molto più veloce della McLaren MCL38 da gomme fresche ha ridotto sensibilmente il margine di cui abbiamo parlato poc’anzi.

Come se non bastasse, quando gli strateghi hanno reagito chiamando Leclerc ai box, gli hanno intimato di fare un giro di uscita molto lento per portare le gomme nel corretto range di funzionamento. Questo è costato altri preziosi decimi e ha permesso al ventitreenne australiano di mettersi alle spalle di Charles e, soprattutto, di entrare in zona DRS.

Ed è proprio in quel momento che si è compiuto l’errore decisivo. La vettura inglese ha sfruttato l’intera scia, e Piastri ha staccato in profondità, cogliendo Leclerc di sorpresa. “Ad essere onesti, abbiamo perso la gara quando non mi sono difeso bene come avrei dovuto alla fine del rettilineo, ma è così”.

Questo è il lucidissimo giudizio di Leclerc, che mette a tacere certe difese d’ufficio, incomprensibili nel momento in cui lo stesso protagonista si assume parte della responsabilità per la mancata vittoria. È evidente, infatti, che un’altra componente debba essere ascritta ai tattici del Cavallino Rampante.

Il resto è storia: la Ferrari non riusciva ad avere lo spunto per superare la McLaren e inoltre Piastri ha fatto ciò che Charles non ha saputo fare durante il sorpasso: ha occupato il lato interno della carreggiata, costringendo l’avversario, su una pista molto stretta, soprattutto dopo l’imbuto di Curva 1, a rimanere dietro per evitare il rischio di impattare contro le barriere sul lato destro.

Ferrari
Oscar Piastri e Charles Leclerc duellano durante il Gp d’Azerbaijan 2024

È evidente che Leclerc avesse un passo più solido di Piastri, visto che è riuscito a rimanere in zona DRS per una trentina di giri, finché le gomme non hanno avuto un calo prestazionale severissimo, dovuto al continuo stress causato dal correre in aria sporca.

La Ferrari e Leclerc, quindi, non hanno gestito al meglio due momenti chiave del Gran Premio: il pit stop con la relativa gestione delle gomme in uscita e una difesa inefficace che avrebbe dovuto prevedere l’occupazione del lato sinistro della pista, senza lasciare lo spazio in cui Piastri si è infilato beffardamente e in maniera vincente.

Non bisogna fare drammi, anche se il Cavallino Rampante ha perso un’occasione d’oro per raccogliere altri punti in classifica. Quello che è accaduto ieri servirà da lezione sia per Leclerc, che sarà più attento quando sarà ingaggiato in lotta, sia per il team, che dovrà essere molto più reattivo nel momento in cui gli avversari compiono una mossa in pista.

Se così sarà, la Ferrari avrà ancora intatte possibilità di proseguire la corsa verso quel Mondiale Costruttori che sembra essere alla portata, visto che i punti dalla vetta sono solo 50 e ci sono ancora molte gare da disputare. Così come i punti in palio, che sono davvero tanti.


Crediti foto: Scuderia Ferrari HP, McLaren F1

Tags: F1FerrariGp Azerbaijan 2024News
Diego Catalano

Diego Catalano

Partenopeo Classe 1977 con formazione nell’ambito delle Relazioni Internazionali. La passione per il motorsport nasce sin dalla prima adolescenza. Proprio questa forte pulsione mi ha portato, negli anni, a volermi cimentare con la narrazione di ciò che circonda la Formula Uno. Ho fatto parte, come fondatore, di diversi progetti editoriali a tema: MotorQube, Fatti di Motori, Undici Metri; esperienze chiusesi ma che mi hanno permesso di approdare in FormulaUnoAnalisiTecnica. Realtà nella quale, per cinque anni, ho ricoperto il ruolo di caporedattore e coordinatore. Nel gennaio del 2024 ho deciso di rimettermi in gioco creando Formulacritica.it, un contenitore plasmato sulle mie necessità espressive che ho voluto impostare su un modo di raccontare il motorsport diverso, votato all’analisi concettuale del fenomeno. In parallelo curo un altro figlio editoriale: PuntoNapoli. A tempo perso pesto sui tamburi e sui piatti di una batteria e provo a dare del tu a un paio di bassi elettrici. Con risultati rivedibili. La musica e il prog-rock sono un’altra ragione di vita. Ne parlo su No Limits Radio nello spazio denominato "Blog To The Edge" del quale esistono proiezioni sui principali social network e su YouTube.

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