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Home Editoriali

Ferrari, la fabbrica degli alibi

Il (presunto) rapporto teso con la FIA rischia di diventare l’ennesimo pretesto: a Maranello si continua a cercare colpe esterne invece di affrontare il vero problema, l’incapacità tecnica.

Diego Catalano by Diego Catalano
13 Ottobre 2025
in Editoriali, News
Tempo di lettura: 2 minuti
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Ferrari
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Secondo il Corriere della Sera, tra la FIA e la Ferrari tira aria pesante. L’organo federale avrebbe intensificato i controlli sulla SF-25, costringendo il team a un approccio “più conservativo in tutte le aree” per non rischiare di oltrepassare il limite regolamentare. Tradotto: la Ferrari sarebbe vittima della sua stessa prudenza, paralizzata dal terrore di finire nel mirino di chi scrive le leggi e ne controlla la corretta applicazione.

Se tutto questo è vero, allora a Maranello il problema non è la FIA. È la mentalità. Perché una squadra che teme di innovare per paura dei commissari è una squadra che ha già smesso di competere.

La Ferrari di oggi non osa, non spinge, non rischia. È una struttura ossessionata dal controllo, più attenta a non sbagliare che a vincere. Da quando Frédéric Vasseur ha preso in mano il comando, il verbo dominante a Maranello è “gestire”: gestire i rapporti, gestire la stampa, gestire i piloti, gestire i danni. Ma la Formula 1 non si gestisce, si aggredisce. E questo la Ferrari sembra averlo dimenticato.

Invece di costruire una macchina capace di far tremare gli avversari, si preferisce costruire una narrazione di autoassoluzione. Ogni stagione un nuovo colpevole: la FIA, la Direttiva Tecnica xyz, le gomme, il meteo, le regole “ambigue”. Mai una volta che il dito punti verso l’interno. Mai una volta che qualcuno ammetta: non siamo stati abbastanza bravi.

È un atteggiamento da azienda che teme la propria ombra, non da squadra corse. Si parla di trasparenza, ma regna la paura. Si parla di rinnovamento, ma il linguaggio è sempre quello dell’alibi. Si parla di fiducia nel progetto 2026, ma nel frattempo si racconta che i controlli federali hanno “limitato” lo sviluppo dell’attuale vettura.

Vasseur dice di voler riportare serenità, ma la serenità non nasce dal silenzio: nasce dal coraggio. E di coraggio, oggi, la Ferrari ne ha poco. Mentre Red Bull, Mercedes e McLaren avanzano spingendo i limiti del regolamento fino all’estremo, a Maranello si controlla due volte ogni bullone per paura di un reclamo. La Ferrari, quella vera, non chiedeva permessi: li “strappava”. Quella di oggi si giustifica. E se davvero serve la FIA per ricordarglielo, allora il problema non è più tecnico. È identitario.


Crediti foto: Ferrari

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Tags: EditorialeF1FerrariNews
Diego Catalano

Diego Catalano

Partenopeo Classe 1977 con formazione nell’ambito delle Relazioni Internazionali. La passione per il motorsport nasce sin dalla prima adolescenza. Proprio questa forte pulsione mi ha portato, negli anni, a volermi cimentare con la narrazione di ciò che circonda la Formula Uno. Ho fatto parte, come fondatore, di diversi progetti editoriali a tema: MotorQube, Fatti di Motori, Undici Metri; esperienze chiusesi ma che mi hanno permesso di approdare in FormulaUnoAnalisiTecnica. Realtà nella quale, per cinque anni, ho ricoperto il ruolo di caporedattore e coordinatore. Nel gennaio del 2024 ho deciso di rimettermi in gioco creando Formulacritica.it, un contenitore plasmato sulle mie necessità espressive che ho voluto impostare su un modo di raccontare il motorsport diverso, votato all’analisi concettuale del fenomeno. In parallelo curo un altro figlio editoriale: PuntoNapoli. A tempo perso pesto sui tamburi e sui piatti di una batteria e provo a dare del tu a un paio di bassi elettrici. Con risultati rivedibili. La musica e il prog-rock sono un’altra ragione di vita. Ne parlo su No Limits Radio nello spazio denominato "Blog To The Edge" del quale esistono proiezioni sui principali social network e su YouTube.

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