Da oltre quattro mesi, la Serbia è attraversata da un’ondata di proteste, scoppiate in seguito al tragico crollo di una pensilina alla stazione ferroviaria di Novi Sad il 1° novembre 2024, che ha causato 16 morti durante una manifestazione studentesca.
Gli studenti serbi scendono in piazza ogni sabato, chiedendo giustizia per le vittime e protestando contro il governo autoritario del presidente Aleksandar Vučić, accusato di corruzione e di aver represso le libertà democratiche.
Il culmine si è raggiunto il 15 marzo, quando circa mezzo milione di persone ha manifestato a Belgrado, nella più grande protesta della storia recente del paese, paragonabile ai movimenti contro Slobodan Milošević negli anni ’90.
Ferrari – Serbia: il legame inatteso
Durante queste manifestazioni è emerso un simbolo insolito: la bandiera rossa della Ferrari. Questo emblema, che non ha nulla a che fare con lo sport in questo contesto, ha radici storiche nelle proteste serbe.
La sua prima apparizione risale al 7 dicembre 1996, durante le dimostrazioni contro Milošević. In quell’occasione, un gruppo di studenti la scelse come segno distintivo per riconoscersi nella folla, sotto la pioggia e la neve di Belgrado. Da allora, per oltre trent’anni, la bandiera del Cavallino Rampante è diventata un’icona delle proteste antigovernative in Serbia.
La bandiera della Ferrari non è solo un elemento pratico, ma ha assunto un significato politico profondo. È una risposta ironica alle accuse del governo, che regolarmente attribuisce le proteste a presunte interferenze straniere, in particolare occidentali.
Vučić, come Milošević prima di lui, ha sostenuto che dietro i manifestanti ci siano “agenti stranieri” intenzionati a destabilizzare il paese. Portare in piazza la bandiera di un’azienda italiana simbolo dell’industria occidentale diventa così una provocazione: i manifestanti scherniscono la narrativa governativa, sottolineando l’assurdità dell’idea di un’ingerenza straniera e riaffermando la spontaneità della loro lotta.
Le mobilitazioni del 2025, guidate dagli studenti, si concentrano sulla richiesta di trasparenza e sul rifiuto della deriva autoritaria di Vučić. Il crollo di Novi Sad è stato il catalizzatore, ma le rivendicazioni vanno oltre, toccando temi come la corruzione e la mancanza di libertà.
La bandiera della Ferrari, sventolata tra quelle serbe, continua a essere un elemento distintivo, unendo storia, ironia e identità nella lotta contro il regime.
Crediti foto: Scuderia Ferrari HP, Il Domani