La Ferrari è a un bivio. La stagione 2025 non è cominciata come sperato, eppure dalle parti di Maranello nessuno può permettersi di voltare pagina in fretta. Non ora, non così. La consapevolezza delle criticità della SF-25 è chiara, ma le soluzioni restano elusive. Nel frattempo, il progetto 2026 – condizionato da una rivoluzione tecnica epocale – assorbe risorse e attenzioni. Ma la Scuderia non può permettersi di scomparire nel limbo di una stagione di transizione.
Perché la Ferrari non è una squadra qualsiasi. La sua stessa storia impone una resistenza diversa, una responsabilità più pesante. Ritirarsi anticipatamente dalla competizione per concentrare tutto sul nuovo ciclo regolamentare sarebbe, per altri, una scelta strategica. Per il Cavallino Rampante, sarebbe un’ammissione di resa inaccettabile.
Lo sa bene John Elkann, che continua a chiedere un segnale forte alla squadra e soprattutto al capo vascello Fred Vasseur a cui sarebbe arrivato un ultimatum: o si inverte la rotta con una strambata efficace o saranno dolori. Un cambio di direzione che pretendono i tifosi, che non accetterebbero l’ennesimo mondiale lasciato scivolare via nell’attesa di tempi migliori.
Il secondo posto a Montecarlo è stato un barlume di speranza, non una redenzione. Charles Leclerc lo ha detto con lucidità nemmeno 24 ore fa: “È stata una gara speciale su una pista speciale. Dobbiamo ridimensionare le aspettative per Barcellona”. Il Principato, però, ha offerto un messaggio chiaro: quando la finestra di utilizzo della vettura combacia con le caratteristiche del tracciato, la Ferrari SF-25 può ancora dire la sua. base su cui costruire qualcosa? Difficile a dirsi.

Ferrari SF-25: una vettura deludente
Il problema, però, è strutturale. La SF-25 nasce da un ambizioso lavoro di ottimizzazione sul modello precedente, con l’introduzione di un nuovo schema di sospensioni anteriori a tirante pensato per favorire l’efficienza aerodinamica. Ma nella ricerca esasperata di carico nelle curve veloci, si è finiti col sacrificare l’equilibrio generale della monoposto.
L’aerodinamica lavora a un’altezza da terra troppo bassa per essere compatibile con le asperità di alcune piste. A Melbourne sono arrivati i primi campanelli d’allarme, in Cina l’effetto è stato disastroso: la monoposto ha abbracciato l’illegalità, con una squalifica a testimoniare quanto il progetto sia al limite. Il compromesso attuale è instabile: se si alza la vettura per evitare danni, si perde carico; se si irrigidiscono le sospensioni, si compromette l’aderenza meccanica. Il risultato è una macchina difficile da mettere nella giusta finestra operativa, soprattutto sui circuiti a curve miste come Imola o Suzuka.
A Montecarlo, dove il carico aerodinamico puro conta più della velocità, la Ferrari ha finalmente brillato. Ma la prestazione non è stata un colpo di genio, piuttosto la conferma che le analisi interne erano corrette. Il layout cittadino ha nascosto le debolezze strutturali, permettendo di lavorare su un assetto più adatto a far emergere i punti di forza. Ma Barcellona sarà un’altra storia: “Dovremo tornare a un assetto più aggressivo, e questo potrebbe ripresentare i problemi noti”, ammette Leclerc.
Intanto entra in vigore una nuova normativa sui test di carico dell’ala anteriore. Per Ferrari, pare non cambiare granché. “Non ci colpisce direttamente”, conferma Leclerc, “ma bisognerà capire se e quanto penalizzerà gli altri”. Un’incognita in più, in uno scenario già instabile.
Ferrari: sguardo al 2026, ma Elkann non vuole che il presente venga mollato
Lo sviluppo della vettura 2025 non si ferma. Nonostante il progetto 2026 assorba risorse e imponga vincoli sempre più stringenti, il Cavallino Rampante resta concentrato sull’obiettivo immediato: rendere la SF-25 nuovamente competitiva. Lo pretende la proprietà che, d’un tratto, si palesa e spinge affinché le cose cambino nell’immediato.
Ha senso tutto ciò? È utile insistere anche se le soluzioni attuali avranno scarso valore tecnico nel nuovo ciclo regolamentare? A rigor di logica la risposta sarebbe negativa, ma alla Ferrari non basta progettare il futuro. Deve anche sopravvivere al presente. Con dignità e con risultati che non siano quelli ottenuti finora. Elkann preme e forse lo fa troppo tardi. Vasseur incassa temendo che alla fine sia lui a pagare anche per colpe altrui. È dura da ammettere, ma è così che gira il mondo purtroppo.
Crediti foto: Scuderia Ferrari HP
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