Ferrari esce dal Gran Premio d’Austria con un terzo e quarto posto. Charles Leclerc firma un poker di podi in stagione mentre Lewis Hamilton, apparso in leggera crescita, resta ancora ai piedi del “terzetto magico”, ovviamente escluse le gare sprint in cui il britannico marca una vittoria e un terzo posto.
Bilancio tutto sommato positivo per il Cavallino Rampante che si approccia al Gran Premio di Gran Bretagna (qui il programma completo) con il secondo posto in classifica costruttori conquistato a spese di una Mercedes opaca e imperfetta.

Ferrari, la prima di Jerome d’Ambrosio
La gara di Spielberg è stata caratterizzata dall’assenza di Fred Vasseur che, di fretta e furia, ha abbandonato la Stiria per tornare nella sua Francia per ragioni familiari. Le redini del muretto sono state prese da Jerome d’Ambrosio, che di mestiere fa il vice team principal e il capo dell’Academy Ferrari, che ha disbrigato gli affari correnti, come ogni sostituto che si rispetti. Ma ha mostrato, in un momento particolare, una dote che forse, negli ultimi tempi, è un po’ mancata al suo superiore: la chiarezza.
“Era una questione di management dei freni. Era gran parte della strategia, anche se non è mai piacevole per un pilota. Era importante, in quanto non potevo arrivare al limite. In gara, quando eravamo un po’ distanti da McLaren, è anche giusto assicurarci di essere entro i limiti e fare tutto correttamente”. Queste le parole dell’ex pilota belga quando è stato investito dalla scomoda domanda su lift and coast che i piloti hanno dovuto operare quando le SF-25 giravano ad alto carico di carburante.
Quelli della gestione della frenata e della preservazione del pattino tramite un driving meno aggressivo è un tema che sta emergendo prorompente in questo campionato ma che spesso è stato sottaciuto o al massimo minimizzato da Vasseur.
Stavolta, senza filtri né ricorrendo ad incomprensibili segreti di Stato, d’Ambrosio ha spiegato per filo e per segno l’ovvio. Facendo un figurone e facendone fare una meno nobile a chi si è dovuto allontanare dal paddock per motivi di forza maggiore.

Questo non significa che il buon Fred sia un mentitore seriale né che sia un dirigente inabile a comunicare; è semplicemente la registrazione di un approccio diverso: uno più criptico, l’altro più diretto. Probabilmente, in questa fase, bisogna essere meno sibillini e più adamantini. I tifosi preferiscono scomode verità piuttosto che una retorica fumosa che non riesce a celare le problematiche.
Crediti foto: Scuderia Ferrari HP
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