Archiviato – ma non troppo – il discorso zero podi con Ferrari, Lewis Hamilton torna ad essere protagonista del paddock. E si rende tale con le difficoltà che sta riscontrando a Maranello, tema che abbiamo affrontato diverse volte e che non rappresentano una novità.
Un mancato agio da ricercare sì nelle prestazioni, ma anche negli aspetti culturali. D’altronde era chiaro che il primo anno sarebbe stato di assestamento e, osservando la pista, i vari pezzi del puzzle non sono ancora perfettamente incastrati.
Molti hanno espresso la loro opinione in merito, come ad esempio Aldo Costa (le cui parole abbiamo riportato qui). Pareri discordanti, tra chi si schiera a suo favore e chi invece crede che la carriera del campione di Stevenage, sia arrivata al capolinea.
L’analisi di Coulthard: Lewis ha perso velocità pura?
Tra questi, rientra l’opinione dell’ex pilota di Formula 1, David Coulthard, che intravede un declino nelle prestazioni di Lewis Hamilton. Intervenuto al podcast Pit Talk, ha iniziato dalle dinamiche tra compagni di squadra.
“Se sei secondo in griglia, sei secondo nella sequenza dei pit stop. Tutto diventa più difficile”, racconta l’ex driver McLaren. E aggiunge: “Ma è lì che i super piloti, gli eccezionali, quelli che vincono i mondiali, fanno la differenza: hanno velocità pura e tutte le altre qualità necessarie per correre. Penso che quando perdi quella velocità pura sia un problema e si potrebbe sostenere che Lewis si trovi proprio in questa situazione”.
Certo è, che nelle ultime stagioni, Lewis non ha brillato in termini di prestazioni, venendo spesso battuto da George Russell prima e Charles Leclerc ora. Dire però che ha perso completamente velocità, è errato. Di questa stagione, resta la – magra – consolazione della sprint race in Cina, ma è pur vero che – e Mercedes ne è la prova – quando riusciva a sentirsi un tutt’uno con la macchina, portava a casa il risultato.
Ne è un esempio il GP di Silverstone, sia nell’edizione 2024 in cui ha trionfato, sia quest’anno con Ferrari, gara in cui ha saputo imporre il suo stile di guida sul bagnato.
Il confronto con Schumacher: analogie e differenze
Anche l’età assume un suo peso. Lewis Hamilton, con molti anni di carriera alle spalle, non ha più quella “freschezza” – concedeteci il termine – di un giovane rookie. Una situazione fisiologica, vissuta da molti campioni.
Non è stato immune Michael Schumacher, con il quale David Coulthard paragona il periodo attuale di Hamilton. “Michael, quando era in Mercedes alla fine della sua carriera, era ancora un pilota brillante, ma non era più il pacchetto completo che era stato alla Ferrari, quando dominava i suoi compagni di squadra”, racconta sempre al podcast Pit Talk.
“So che questo fa arrabbiare le persone quando piloti mediocri come me criticano, o sembrano criticare, i grandi”, aggiunge. “Ma non è una critica: sono i dati. Si possono avere tutte le opinioni del mondo, ma la cosa meravigliosa del motorsport è che ci sono due indicazioni oggettive: il cronometro e la bandiera a scacchi”.
Il paragone sembra azzeccato, in quanto molti elementi accomunano i due campioni. Michael si unì a Mercedes dopo undici anni trascorsi in Ferrari, verso la fine dei 40 anni. La monoposto non era competitiva ed il pilota tedesco, restò lontano dalle posizioni di vertice, con qualche risultato sporadico.
Concluse la stagione al 9° posto in classifica, con 72 punti. Per Hamilton, la storia è al contrario. Attualmente è al 6° posto in classifica piloti, con 148 punti. Più del doppio, ma va considerato che il regolamento sportivo è completamente diverso.
Claire Williams: “Se qualcuno può far funzionare Ferrari questi è Lewis”
Michael Schumacher, prima di arrivare al quinquennio di dominio assoluto, ha trascorso stagioni sottotono. Ci sono volute quattro anni prima di arrivare al primo titolo mondiale, un elemento che dimostra quanto il successo necessiti di tempo e basi solide.
Gli anni che legano Lewis Hamilton e Ferrari, sono il 2026 e l’opzione del 2027, con già l’ombra di Ollie Bearman. Nonostante le difficoltà, c’è chi vede in Lewis colui che è in grado di guidare di guidare i futuri progetti della Rossa.
“Se qualcuno può far funzionare le cose in Ferrari, quello è Lewis Hamilton”, afferma Claire Williams ai microfoni di talkSPORT. “Avranno un modo di lavorare molto diverso e anche qualcuno del calibro e dell’esperienza di Lewis avrà bisogno di tempo per ambientarsi”.
E riprende il concetto espresso finora: “Lewis è stato in Mercedes per tantissimo tempo e quando arrivò lì per la prima volta, quel team era quasi nuovo. Lui riuscì a modellarlo un po’ secondo ciò che voleva e, ora, è passato a quella che è una squadra davvero diversa, con una cultura enormemente differente”. E conclude: “Ferrari è italiana, c’è il supporto dei suoi tifosi. Hanno un modo molto diverso di fare le cose”.
Lewis Hamilton: il 2026 come occasione di rinascita
La stagione 2025 sta giungendo al termine, con il triple header che avrà inizio con il GP di Las Vegas. E se le prestazioni di Lewis Hamilton non sono state all’altezza né della monoposto né della sua carriera, la speranza è riposta nella stagione prossima.
Con il regolamento 2026 destinato a rivoluzionare la Formula 1, per Hamilton e Ferrari si apre l’occasione ideale per ripartire da zero. Il sette volte campione contribuirà direttamente allo sviluppo della nuova monoposto, cercando di costruire un ambiente tecnico più adatto al suo stile e di ritrovare quel feeling che le vetture post 2022 gli hanno spesso negato.
Come riporta F1Actu, i test rivelano che Ferrari ha migliorato molti aspetti della vettura per la nuova stagione. E sembra aver imparato dagli errori: si preannuncia infatti un un inverno ricco di lavoro e poche chiacchiere, con la pista che avrà il compito – finalmente – di raccontare la realtà.
Crediti foto: Scuderia Ferrari
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