Le parole di Antonello Coletta, pronunciate a Sky Sport durante la premiazione dei Caschi d’Oro 2025, hanno un peso che va oltre la ritualità di una celebrazione. Perché quando il Direttore Ferrari Endurance e Corse Clienti parla di lavoro di squadra, di fiducia e di percorsi distinti, in realtà sta tracciando una linea di confine all’interno della Scuderia. Una linea che smentisce, in modo elegante ma fermo, la narrazione circolata nei mesi scorsi: quella secondo cui il successo dell’Endurance sarebbe diventato una sorta di serbatoio da cui attingere per rimettere in piedi una Formula 1 che continua a convivere con problemi strutturali.
“Dietro le vittorie di quest’anno c’è un grande lavoro di squadra. Abbiamo lavorato tutti molto uniti”, ha detto Coletta. Una frase apparentemente semplice, ma che fotografa un modello organizzativo che funziona perché è coerente, stabile e soprattutto rispettato dall’azienda. Il reparto Endurance Ferrari non è diventato vincente per caso né per improvvisazione. È il risultato di una costruzione progressiva, iniziata con il ritorno e le vittorie a Le Mans e sviluppata senza strappi, senza accelerazioni forzate e senza sovrapposizioni con altri programmi.

Ed è proprio qui che le parole successive assumono un significato ancora più chiaro. Interpellato sulle voci che lo vorrebbero come possibile alternativa a Fred Vasseur alla guida della Ferrari F1, Coletta ha risposto senza ambiguità: “Ognuno di noi fa il suo percorso. Lavoriamo tutti nella stessa azienda e in questi accostamenti non ci vedo nulla di strano. In F1 questo è un momento importante e di cambiamenti con le nuove regole. Diamo fiducia a chi c’è. Io sono in ottimi rapporti con Vasseur. Rimaniamo focalizzati sul nostro lavoro”.
Ferrari: F1 e WEC restano ambienti scissi
Tradotto dal linguaggio aziendale a quello della realtà dei fatti, il messaggio è chiarissimo. Ferrari non ha alcuna intenzione di rompere un comparto che funziona per tentare di rattoppare un altro che, come dimostra anche il 2025, continua a trascinarsi dietro criticità irrisolte. Le corse di durata non sono una scorciatoia, non sono un bacino di salvataggio, non rappresentano una soluzione pronta all’uso per la Formula 1. Il WEC – e tutto il panorama a ruote coperte – resta un progetto autonomo, con logiche proprie, tempi propri e una leadership che ha prodotto risultati concreti.
Negli ultimi mesi si era invece fatta strada un’idea tanto suggestiva quanto superficiale: se Ferrari vince nel WEC, allora basta “trasferire” uomini, metodo e mentalità per risolvere i problemi della serie a ruote scoperte. Una lettura che ignora la complessità tecnica, regolamentare e politica del Circus, ma soprattutto ignora una realtà scomoda: in Formula 1 il Cavallino Rampante non è in difficoltà per mancanza di talento interno, bensì per una serie di scelte stratificate nel tempo che il 2025 non ha ancora definitivamente corretto.
Coletta, con la solita grande lucidità, rifiuta questa semplificazione. Quando parla di “percorsi”, parla di responsabilità precise, di ruoli definiti e di confini che non vanno superati per convenienza mediatica. E quando invita a “dare fiducia a chi c’è”, manda un segnale interno ed esterno: la stabilità, soprattutto alla vigilia del grande cambio regolamentare del 2026, è un valore, non un ostacolo.

Quella del manager capitolino anche una risposta indiretta a chi, da mesi, invoca rivoluzioni continue a Maranello, spesso senza una reale visione industriale. Ferrari, oggi, sembra aver scelto una strada diversa. Difendere ciò che funziona, proteggere i progetti vincenti e accettare che la Formula 1 richieda ancora tempo, coerenza e scelte anche impopolari prima di tornare davvero competitiva.
Il 2025, sotto questo aspetto, è stato emblematico. Nonostante qualche progresso, la Scuderia continua a pagare limiti tecnici e organizzativi che non si risolvono cambiando una figura o importando un modello pensato per un altro contesto. Coletta lo sa e lo dice senza dirlo. La sua compagine vince perché è stata lasciata lavorare, non perché è stata usata come laboratorio per altri.
Le parole di Antonello Coletta riportano Ferrari su un piano più serio e più credibile. Non esistono soluzioni miracolose. Esistono progetti che funzionano e vanno tutelati, ed esistono progetti in difficoltà che vanno affrontati per quello che sono, senza cannibalismi interni. È una presa di posizione che vale più di mille smentite ufficiali. E che racconta, forse meglio di qualsiasi dichiarazione programmatica, la Ferrari che verrà. In entrambi i comparti.
Crediti foto: Scuderia Ferrari HP
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