Ferrari apre il 2025 con una performance finanziaria ottima, che consolida la traiettoria di crescita degli ultimi anni. Nel primo trimestre dell’anno, la casa di Maranello ha registrato ricavi pari a 1,79 miliardi di euro, segnando un incremento del 13% su base annua.
L’utile operativo, si legge da Class CNBC, ha raggiunto i 542 milioni di euro, in aumento del 23% rispetto allo stesso periodo del 2024, con una marginalità del 30,3%. Cresce anche l’utile netto, che si attesta a 412 milioni di euro, +17% anno su anno. Le consegne totali ammontano a 3.593 unità, in leggero rialzo (+1%), segnale di una strategia che privilegia l’esclusività al volume.
Il gruppo conferma una guidance per l’intero anno con ricavi netti attesi oltre quota 7 miliardi di euro. Tuttavia, l’amministratore delegato Benedetto Vigna avverte: l’obiettivo di margini solidi potrebbe subire una diluizione fino a 50 punti base, a causa dell’impatto potenziale dei dazi commerciali imposti dagli Stati Uniti e che hanno generato misure protezionistiche anche in altri Paesi. “Continuiamo a puntare sulla qualità dei ricavi, non sui volumi”, ha dichiarato Vigna, ribadendo la visione di un marchio che mira all’eccellenza più che alla quantità.
Le casse di Maranello sono quindi floride e strabordanti di utili. Forse per questo motivo, domenica scorsa, durante un Gran Premio di Miami che definire sportivamente osceno è poco, l’amministratore delegato del gruppo industriale italiano sembrava essere piuttosto sereno. Ci sia concessa la provocazione, ma finché le cose vanno così bene in termini di riscontri economici, viene il sospetto che la sfera sportiva non sia poi così centrale nel business plan del Cavallino Rampante. Sapete com’è, a pensar male…
Crediti foto: Scuderia Ferrari HP