Come accade quasi in ogni Gran Premio in cui il pilota spagnolo Carlos Sainz arriva davanti al compagno di squadra, il monegasco Charles Leclerc, quest’ultimo si lascia andare a sfoghi via team radio con il proprio ingegnere di pista, Bryan Bozzi. Spesso Charles accusa Sainz di non aver rispettato le direttive del team.
È successo anche al termine del Gran Premio di Las Vegas. Leclerc, subito dopo lo sventolio della bandiera a scacchi, affidata per l’occasione a Sylvester Stallone, ha pronunciato parole al veleno nei confronti del compagno di squadra, accusandolo di non aver seguito le istruzioni del team. Queste dichiarazioni hanno fatto il giro dei social, alimentando stucchevoli polemiche tra i fan del monegasco e quelli del pilota di Madrid.

Ferrari: l’ambiente mediatico circostante è tossico
Leclerc è amatissimo dai ferraristi, che tendono a difenderlo a spada tratta anche in situazioni discutibili. Tuttavia, nell’adrenalina della gara, è facile perdere la lucidità. Cosa che fa scivolare la fan base in sfottò, offese personali e persino episodi di body shaming. Se questi comportamenti sono la manifestazione più evidente dell’imbecillità, la retorica è un’arma più subdola: serve a ottenere like e visualizzazioni, spesso fomentando odio nei confronti di Sainz.
Per molti tifosi rossi, Leclerc incarna il fantomatico “Spirito della Ferrari”, un concetto retorico che si presta facilmente a interpretazioni di comodo. E Sainz? Per alcuni, non lo possiede.
Ma cos’è realmente lo “Spirito della Ferrari”? Significa vincere nei Gran Premi di casa, come Monte Carlo o Monza? Trionfare quando gli occhi del mondo sono puntati, come a Le Mans o Austin?
Eppure, questo “spirito” è sembrato assente in momenti ben più significativi. Dov’era nel 2019, quando Ferrari veniva criticata per il famigerato “motorone”? O quando Vettel perse la vittoria in Canada per un contestatissimo taglio di chicane?
Sembra che lo “Spirito della Ferrari” riemerga solo per alimentare lamentele via team radio o davanti alla stampa, quando in realtà servirebbe più concretezza. Ora restano solo due Gran Premi e una Sprint prima che la convivenza tra Leclerc e Sainz si concluda. L’obiettivo comune è riportare a Maranello il titolo costruttori, che manca da 16 anni.
Due Gran Premi e una Sprint per scrivere i loro nomi nella storia del Cavallino Rampante, incarnando il vero “Spirito della Ferrari”. Quello autentico.
Crediti foto: Scuderia Ferrari HP