Melbourne, marzo 2025. La prima gara della stagione doveva essere la consacrazione della SF-25, il debutto trionfale del duo Leclerc-Hamilton, l’inizio di un nuovo capitolo glorioso per la Ferrari.
E invece… ottavo e decimo posto. Una strategia senza senso. Una macchina che, almeno per ora, pare più un’illusione ottica che una vera contendente al titolo. Un incubo.
E ora? Ora siamo tutti nei guai. Noi, voi, la Ferrari stessa.
Quando la Ferrari perde, perdiamo tutti (soprattutto noi)
Non è solo una questione di sport, di passione o di amore per il Cavallino. È anche una questione di sopravvivenza editoriale.
Lo sappiamo bene: quando la Ferrari vince, i click volano, i numeri esplodono e l’entusiasmo si respira nell’aria. Lo abbiamo visto durante l’inverno: analisi dei flussi, discussioni sulla pull-rod anteriore, approfondimenti sul terzo elemento, speculazioni sulla quarta colonna… Il tutto condito dalla benedizione della Virgen de San Juan de Los Lagos, perché, si sa, con la Ferrari ogni aiuto è ben accetto.
E la stampa? Tappeto rosso steso. Titoli ottimisti, disegni tecnici sproporzionati, nuovi record certificati dall’iPhone di Hamilton. “Rossa da Mondiale?” Certo, almeno fino a sabato.
Poi sono arrivate le qualifiche a Melbourne. E ci siamo svegliati tutti bruscamente.
E adesso dovremmo pure parlarne in diretta?
Ma il peggio non è stato domenica mattina. Il peggio arriva adesso. Perché dopo un weekend così, noi che di mestiere raccontiamo la Formula 1 ci troviamo in una posizione delicatissima: stasera dobbiamo andare in live a parlarne.
E chi diavolo ha voglia di analizzare l’ennesima disfatta della Ferrari? Chi vuole rivivere, con calma e lucidità, ogni errore strategico, ogni giro buttato, ogni segnale di crisi? Nessuno. Chi si è alzato all’alba per assistere a questo scempio ha solo voglia di dimenticare. E invece no! Dobbiamo metterci lì, con grafici e dati, a spiegarvi perché tutto è andato storto.
E sapete cosa succederà? Saranno dolori. Perché la gente non è arrabbiata con la Ferrari. Solo che noi siamo qui, a portare le brutte notizie, e quindi giù insulti, giù critiche, giù lanci di oggetti virtuali. Siamo l’ambasciatore persiano in “300”, e il pozzo ci attende.
Non ci va di passare un’altra settimana a moderare commenti negativi e insulti.
Cina, o la va o la spingiamo nel fiume
Ora arriva la Cina. Un’occasione per rimettere insieme i pezzi e mostrare che Melbourne è stato solo un brutto sogno.
Non chiediamo la Luna. Chiediamo almeno un podio. Chiediamo una gara combattuta. Chiediamo una strategia che non sembri decisa con il lancio dei dadi. Qualunque cosa che ci permetta di scrivere titoli entusiasti e di non ritrovarci, ancora una volta, a difenderci da un pubblico inferocito.
Ferrari, facci un favore: vinci. Perché se dobbiamo continuare a parlare di disastri, almeno che siano quelli degli altri.