Il titolo di quest’articolo non è esaltante, ce ne avvediamo: è semplicemente la versione parzialmente ripulita di quanto ha espresso Fred Vasseur ad Autosprint. Il manager francese, senza giri di parole e sapendo di non essere ascoltato dal censore dei giorni nostri, Mohammed Ben Sulayem, ha riferito che a metà stagione la gloriosa scuderia italiana era letteralmente avvolta dal letame.
“Mi rende particolarmente fiero la reazione che abbiamo avuto dopo le difficoltà nei mesi estivi. Eravamo nella cacca, abbiamo lavorato bene insieme e ci siamo tirati fuori con le nostre forze operando bene col nostro gruppo. Questa reazione mi riempie davvero di orgoglio”.

Ferrari: la doccia fredda del Canada
Le parole del manager francese si riferiscono a quanto accaduto dopo la vittoria del Gran Premio di Montecarlo. A seguito di quel trionfo, la Rossa sembrava lanciatissima e si proiettava al Gran Premio del Canada avendo i favori del pronostico. Molti osservatori ritenevano che le caratteristiche del circuito di Montreal potessero sposarsi con la SF-24. In quella circostanza, invece, il Cavallino Rampante è andato incontro al weekend più brutto dell’intera stagione, marcando un doppio zero allo sventolio della bandiera a scacchi.
Forse anche quella batosta ha imposto agli ingegneri di accelerare sul programma di sviluppo, che è sublimato nel famigerato “pacchetto Barcellona”, il quale non ha portato i vantaggi sperati. Maranello ha dovuto lavorare per molto tempo, spendendo risorse temporali e finanziarie, per correggere i difetti emersi a causa di un fondo che generava troppa downforce, ma che contestualmente si portava dietro un vecchio nemico con cui le scuderie hanno dovuto lottare con questa generazione di auto: il pompaggio aerodinamico.
Nel frattempo, la Ferrari andava verso un nuovo riferimento tecnico, dato che Enrico Cardile aveva detto addio al team nel quale era cresciuto per abbracciare la causa della Aston Martin. Ne è seguito un periodo di ristrutturazione, nel quale lo stesso Vasseur aveva acquisito l’interim della direzione tecnica. In realtà, lo staff era stato affidato a Diego Tondi, che ha svolto un lavoro egregio con una serie di interventi mirati che, tra l’Ungheria e Monza, hanno ridato verve prestazionale alla vettura: leggi qui.

Ferrari: la ripresa estiva
Il nuovo fondo ha permesso a Charles Leclerc di segnare il maggior numero di punti nella seconda parte del campionato del mondo 2024 e, soprattutto, di portare il Cavallino Rampante a ridosso della McLaren, fino a giocarsi il mondiale costruttori sino all’ultima curva del Gran Premio di Abu Dhabi.
La Ferrari ha reagito da grande squadra e ciò è un ottimo segnale in vista del 2025, che sarà caratterizzato dall’arrivo di Lewis Hamilton, chiamato ad aumentare la cifra tecnica della scuderia. “È stata una buona stagione, se penso a tutte le metriche di riferimento. Le vittorie sono salite da una a cinque. Se consideriamo il nostro bilancio di dodici mesi fa, abbiamo ottenuto quasi il 50% di punti in più. Stiamo andando nella direzione corretta. Siamo migliorati sotto l’aspetto della performance, dell’affidabilità e dell’efficienza. I principali indicatori di dicono questo”, ha osservato Vasseur.
Chiaramente, la Ferrari non si culla sugli allori e sa che, per evitare di tornare in quella situazione diciamo maleodorante a cui ha alluso il buon Fred, serve spingere ancor di più. E bisogna farlo sin da subito, senza pensare che il 2025 sarà un anno di passaggio.
“Dobbiamo puntare a fare sempre meglio, vogliamo sempre di più, dobbiamo crescere nelle aree nelle quali abbiamo dimostrato debolezze. Nel complesso, però, il quadro è certamente buono quest’anno”.

Ferrari 677: dove intervenire
Quali sono quelle aree? Certamente in Ferrari lo sanno meglio di noi. Tuttavia, per sommi capi, si potrebbe individuare nella gestione delle gomme e in una maggiore adattività generale le virtù che il Progetto 677 deve avere per presentarsi come vettura da battere sin dall’anno prossimo.
Nel 2024, la SF-24 ha necessitato di troppo tempo per essere sviluppata, ma una chiave è stata trovata. E questo potrebbe essere un grande vantaggio in vista della prossima stagione, considerando che il comparto tecnico sa dove mettere le mani.
Quel che si sta provando a creare è una monoposto che abbia un anteriore molto solido e un retrotreno che riesca ad assecondarlo. Una macchina che, in soldoni, possa esaltare lo stile di Leclerc che, con i necessari distinguo, è molto simile a quello di Lewis Hamilton, visto che entrambi preferiscono “buttare” all’interno delle curve la macchina per poi controllare l’asse arretrato.
Ferrari: addio a Sainz anche per ragioni tecniche
Se Ferrari ha detto addio a Carlos Sainz è anche per questo genere di situazione, poiché lo spagnolo tendeva a preferire vetture più sottosterzanti. Con Hamilton, si sana questa differenza di stile di pilotaggio, che naturalmente si è riverberata anche sullo sviluppo tecnico della monoposto, influenzato dai diversi feedback rilasciati dai piloti. Da questo momento in poi, è possibile immaginare che sia Leclerc che Hamilton spingano nella stessa direzione tecnica, a tutto vantaggio di una più rapida comprensione di ciò che è necessario fare per progredire.
Questo, chiaramente, è un compito che spetta agli ingegneri del team italiano. Vasseur avrà altre cose da gestire, come proprio la coppia piloti e l’inserimento di figure chiave come Loïc Serra e Jerome d’Ambrosio, che altro non sono che la punta dell’iceberg di tutta una serie di nuove figure professionali introdotte negli ultimi anni. La Ferrari è una grande orchestra, e Fred ha il compito di dirigerla nella maniera più precisa possibile, in modo da evitare stonature e di produrre quella dolce sinfonia che si chiama vittoria.
Crediti foto: Scuderia Ferrari HP