Ferrari: la crescita economica protegge gli ingaggi dei “top player”

La solidità finanziaria di Ferrari S.p.A. permette al team impegnato in Formula Uno di lanciarsi in operazioni tecniche e sportive che non incidono negativamente sulla salute fiscale del gruppo

Sul contratto che ha segnato l’intesa tra la Ferrari e Lewis Hamilton si sono fatte molte chiacchiere: durata, eventuali clausole, peso dell’ingaggio. Alcuni elementi restano misteriosi, altri sono stati circostanziati da Frédéric Vasseur che si è espresso a margine del Gp di Gran Bretagna che proprio l’inglese ha fatto suo dopo un digiuno di quasi mille giorni. 

L’ingaggio di Lewis è stato importante perché ha mandato un messaggio nel paddock. Doveva fare una scelta: si è chiesto dove avrebbe avuto le maggiori possibilità di vincere il titolo nel 2025, 2026 e 2027 e la risposta è stata la Ferrari”. Tre anni, quindi, la base dell’intesa raggiunta tra le parti

Quel che resta un arcano è la cifra annua che percepirà il sette volte iridato. Voci non confermate parlano di un accordo totale di circa 100 milioni per tre mondiali. Poco più di 30 milioni a stagione. Quota plausibile e non dissimile da quella che elargisce la Mercedes.

Troppo per qualcuno. Somme che genererebbero problemi alla Ferrari. Questo si è letto in qualche commento social un po’ troppo superficiale. Giudizio affrettato ed eccessivamente lapidario che non ha corrispondenze nei fatti.

In primo luogo, gli ingaggi dei piloti non sono rendicontati nel tetto di spesa imposto dalla FIA. Quindi Maranello può pagare lautamente sia Hamilton che Leclerc (che pure non percepisce bruscolini) e può farlo anche perché vive una situazione finanziaria floridissima. Lo dicono i numeri. Ma è un altro fattore che racconta perché il Cavallino Rampante non incontra difficoltà con la politica relativa ai suoi piloti.

F1 2025 line-up
Futuri compagni di squadra in Ferrari: Lewis Hamilton e Charles Leclerc

Ferrari è in piena salute fiscale

L’ultimo bollettino diramato dalla Ferrari sullo stato delle casse parla chiaro. Eccone un estratto:

Numeri eloquenti che Benedetto Vigna aveva così commentato, a maggio, nel presentarli agli azionisti: “L’inizio d’anno è stato molto positivo: i ricavi e i profitti sono cresciuti a doppia cifra con consegne stabili. Un risultato ottenuto grazie a un mix prodotti e geografico ancora più forte, oltre al maggior contributo delle personalizzazioni. La nostra strategia, focalizzata sulla crescita del valore e non sui volumi, si è confermata vincente”.

John Elkann e Benedetto Vigna, presidente e amministratore delegato della Ferrari

L’Amministratore Delegato, ovviamente, si riferisce al comparto produzione, ma è chiaro che l’area della pista non sia slegata dalla prima. Si tratta di diversi ambiti aziendali che concorrono, all’unisono, a generare numeri così importanti.

Per tale ragione la presidenza Elkann ha voluto investire su Hamilton, un pilota scritturato per aumentare la cifra tecnica ma che va inquadrato in una più ampia operazione commerciale visto che quello dell’inglese è un microcosmo altrettanto efficiente quando si tratta di muovere danaro.

E anche questo, per chi pensa e crede che la Ferrari non possa sostenere costi così elevati, rappresenta un paracadute che mette al riparo da aspetti potenzialmente negativi. I rischi sono stati ben calcolati: l’operazione genererà ulteriori introiti che giungeranno anche dagli sponsor personali del britannico: da Tommy Hilfiger a Puma che è già un marchio che supporta Maranello e che verosimilmente aumenterà gli sforzi economici. 

Il recente legame con Hewlett-Packard a cifre mostruose serve non solo per aumentare la capacità di calcolo – che si sposa con AWS che offre server ad alte prestazioni – ma ha anche il compito di coprire certe operazioni come quella Hamilton o come altre in programma che potrebbero portare altri nomi di livello altissimo a Maranello. Ovviamente sempre nelle posizioni che non sottostanno alla scure del budget cap.

I tifosi possono dormire tra due comodi guanciali: la salute finanziaria della Ferrari non è a rischio, al di là dei frutti che produrrà il matrimonio con la stella di Stevenage.


Crediti foto: Scuderia Ferrari

Exit mobile version