Nove gare in stagione e un bottino di 165 punti. Tre podi all’attivo per la Ferrari SF-25, tutti ottenuti da Charles Leclerc. Una vittoria – dal sapore estemporaneo – nella sprint race con Lewis Hamilton e un terzo posto dello stesso nella gara veloce di Miami. Tutto ciò determina il secondo posto in classifica a una distanza siderale dalla McLaren che di punti ne ha marcati ben 365 a cui hanno contribuito sette vittorie complessive.
Indicatori, quelli generati dal Cavallino Rampante, che parlano di una brusca frenata rispetto a 12 mesi fa quando, dopo lo stesso numero di eventi, il monte punti diceva 246. La Ferrari SF-25, non ci stancheremo mai di dirlo, è una vettura nata male e che risulta difficile da correggere. Tanto che, quando corriamo verso la fase calda della stagione, non è stato introdotto un vero correttivo se non il fondo presentato in Bahrain che non ha fatto partire la svolta rossa.

In vista di una nuova cornice normativa e considerando i lacci stretti del budget cap e dell’aerodynamic testing restriction, ci si chiede se è il caso che il team consumi preziose risorse per correggere la traiettoria descritta dal “bolide” rosso. Lo stesso Lewis Hamilton, chi più di ogni altro sta soffrendo le deficienze tecniche del Progetto 677, si è pubblicamente domandato se è davvero il caso di accanirsi sul malato grave. E non gli si può dar torto.
Ferrari: Vasseur punta sulla SF-25
Chi invece non ne vuol sentire parlare di alzare bandiera bianca è Fred Vasseur che, in un’intervista a La Stampa, ha definito la vettura rossa come un mezzo troppo sensibile. “Solo qualche volta riusciamo a estrarre il massimo ma non sempre. Non so se sia un’auto difficile, so che fatichiamo a metterla nella giusta finestra per far funzionare al meglio gli pneumatici. Emblematiche le qualifiche di Imola e Miami, dove siamo stati più veloci con gomme usate”.
Una vettura sensibile che evidentemente, a differenza di quanto pensa Hamilton, sarà oggetto delle cure dello staff tecnico: “Posso dire che abbiamo qualche sviluppo in arrivo, non è ancora il momento di pensare solo al 2026 anche se siamo tutti vicini a doverlo fare”, ha riferito il dirigente di Draveil.
Perché Ferrari non molla, cosa ha intravisto in un progetto mal funzionante? Lo lascia intendere lo stesso Vasseur: “Sul passo più o meno siamo lì. La caratteristica di questa macchina è che soffre molto di più in qualifica che in gara. In modo più marcato dello scorso anno. A Jeddah la pole era lontana tre decimi, poi nel Gp siamo stati i più veloci. A Imola, al sabato, non eravamo da nessuna parte e il giorno dopo abbiamo rimontato”.

C’è la convinzione – o forse è meglio dire la speranza – che quei tre decimi di media possano essere recuperati con una mossa tecnica indovinata. Sarà la nuova sospensione (mai confermata dai protagonisti), un inedito pacchetto aerodinamico o entrambe le cose a rimettere in gioco la SF-25? Ma ammesso che ciò accada, quanto altro tempo servirà prima di vedere queste novità tanto attese?
La stagione si avvia al giro di boa e si parla di Silverstone (round n°12) come della tappa in cui introdurre gli aggiornamenti. C’è il rischio concreto che per quel weekend (25-27 Luglio) il ritardo in classifica sia così pingue da non poter essere colmato nemmeno con un miracolo ingegneristico, ammesso che se ne possano compiere. Ecco perché la volontà di non mollare, che di certo ha positivi risvolti mentali, rischia di essere un boomerang procedurale con conseguenze sul 2026. Fred, hai fatto bene i conti?
Crediti foto: Scuderia Ferrari HP, McLaren F1
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