La Formula 1 sta provando a virare su una nuova tipologia di propulsore. Il nuovo contesto normativo non è stato ancora applicato e già si parla di ciò che potrebbe accadere più avanti. Le power unit di nuova generazione dovrebbero avere un ciclo vitale di cinque anni, ma i vertici della categoria stanno provando a trovare una quadra per abolire prima i V6 turbo ibridi per passare a dei V8 aspirati supportati da un motogeneratore elettrico meno potente di quello che sarà ausiliario ai motori dell’anno venturo.
Lo abbiamo raccontato ieri (leggi qui): non c’è ancora una sintesi perché alcuni costruttori non ne vorrebbero sapere di tornare indietro e mutare il contesto tecnico prima del 2031. Audi e Honda i più refrattari, con Mercedes a supporto. Ferrari attendista, mentre Red Bull supererebbe volentieri a piè pari la nuova era. Particolare è la posizione di Cadillac che il suo propulsore dovrebbe introdurlo nel 2028, dopo aver usufruito di due anni dell’unità motrice di Maranello.
V8 in F1: decisivo il 2026 anche negli accordi Ferrari – Cadillac?
Se la F1 decidesse di anticipare al 2029 l’ingresso dei nuovo ibridi aspirati non avrebbe senso investire risorse tecniche e finanziarie per un solo anno. Ecco che si paventa l’opzione del prolungamento contrattuale tra la controllata della General Motors e il gruppo italiano. Un’opzione che non possiamo definire concreta ma che prenderà probabilmente corpo se gli stakeholder riusciranno a convincere i gruppi presenti ad anticipare lo switch.
Serviranno strumenti concreti per far cambiare idea soprattutto alla casa dei Quattro Anelli che sembra essersi arroccata in una torre fortificata. Punto di vista lecito perché le risorse messe in campo sono ingenti. Ma è il 2026 che potrebbe fare la differenza. Se Audi – e altri soggetti oltre a Red Bull Powertrains che molti danno in difficoltà – dovessero trovarsi attardati allora si potrebbe trovare un attualmente non manifestato fronte compatto che chiede di anticipare il cambio di passo.
Ferrari – Cadillac, quindi, potrebbe trasformarsi in un’intesa triennale (2026-2028) se la Formula Uno davvero cambiasse passo come auspicato da più parti, sempre in ossequio alle esigenze di piena sostenibilità fiscale (difficili) e ambientale. Importante, pe cominciare a capirci qualocosa, la riunione che si terrà dopo a margine del Gran Premio d’Italia in cui i gruppi dovrebbe iniziare a dibattere della prospettiva V8. I primi sviluppi sono attesi a breve per capire quanto meno quale sarà l’orientamento generale e appurare se gli otto cilindri non verranno immediatamente cassati come avvenuto con i V10 per i quali spingeva Mohammed Ben Sulayem.
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