Il GP d’Olanda, almeno per i tifosi ferraristi, ha ancora un sapore del tutto amaro, in cui si mescolano rimpianti e mancate occasioni. Da un lato l’errore di Lewis Hamilton, dall’altro, Charles Leclerc vittima di un tentativo di sorpasso – andato male – da parte di Kimi Antonelli.
C’è poco da dire, il doppio zero portato a casa pesa, ma va in fretta dimenticato se si vuole effettuare un cambio di rotta in vista del GP d’Italia. Il circuito di Monza dona un’atmosfera magica. Il Cavallino Rampante ben si mescola con la marea rossa su una pista che sa regalare sorprese.
La stagione di quest’anno è da dimenticare, piena di promesse infrante, ma guardando indietro, Ferrari al tempio della velocità, ha saputo farci emozionare. L’anno scorso il #16 ha riportato la monoposto sul gradino più alto del podio, in una stagione in cui si è giocato ad armi pari il mondiale costruttori con McLaren.
Ma la vittoria più bella, forse, risale al 2019. Un anno non facile, con una monoposto non proprio all’altezza di Mercedes, ma che il monegasco ha saputo tenere dietro fino all’ultimo giro, facendo suonare l’inno di Mameli.

Vasseur e il piano Ferrari per Monza: obiettivi e limiti
Lasciando i ricordi da parte, quest’anno la situazione è un po’ diversa. Ragionando in maniera oggettiva, pensare di salire sul gradino più alto è impossibile. La superiorità delle auto papaya è indubbia, ma il terzo posto non è da escludere.
Anche se va posta attenzione ai rivali. Se la Red Bull di Max Verstappen è un po’ calata in termini di prestazioni, Mercedes potrebbe accendersi, specie con George Russell. Le piste a basso carico sembrano esserle favorevoli e chissà che non abbia l’asso nella manica.
L’intento Ferrari è quello di voltare pagina. Per citare Fred Vasseur, lo scopo è quello di “riuscire a mettere tutto insieme”. Se lo scorso weekend si è partiti male dal venerdì, a Monza il passo va cambiato sin dalla prima sessione di prove libere.
Il Team Principal francese, in merito alla gara italiana, ai media afferma: “Vogliamo dare il massimo per i tifosi”. Parole di circostanza, ma nella speranza che possano evolversi in pista. E spostandoci sul piano sportivo, afferma anche che “dobbiamo essere impeccabili per i risultati prefissati”.
La vittoria non sarà un target ed oltre ad effettuare delle buone sessioni di prove libere, tra gli obiettivi c’è quello di portare entrambe le vetture al Q3. E le basi non mancano. Nell’ultima gara, al sabato, il passo di Hamilton e Leclerc era buono e similare.
Gli obiettivi sono chiari, ma come la mettiamo con il ricorrente lift and coast? Non solo in Olanda, ma anche in Ungheria, ad esempio, Ferrari ha dovuto gestire problemi legati alle gomme. Vero che a Budapest il problema era legato alla pressione, ma saranno temi che accompagneranno la monoposto fino al termine della stagione. Per non soffermarci sulle altezze da terra.

Leclerc, il cuore Ferrari che tiene viva la squadra
Sul piano piloti, Ferrari presenta situazioni opposte. Anche dal punto di vista dei tifosi e della stampa, sembra essere tornati alla diatriba tra Sainz e Leclerc. Giunti a questo punto, forse difendere Leclerc ha più senso, ma è da premettere che non è mai giustificato il tifo violento o l’hating sotto i post dei rivali.
Charles Leclerc, sottovalutato probabilmente dalla stessa squadra ad inizio anno, è colui che – per parlare a tu per tu – sta portando avanti la baracca. È diventato un po’ il riferimento tecnico, mettendoci grinta e passione. Vuole rendere Ferrari protagonista anche quando non merita di esserlo.
È stato ribadito più volte: se in questa stagione Ferrari ha potuto esprimere qualcosa, lo si deve a lui. In Olanda era in difficoltà, ma ci ha provato: non solo con l’udercut nei confronti di Hadjar, ma anche con il sorpasso – al via e poi al rientro della safety car – su George Russell.
Dall’altro lato abbiamo una profonda crisi: Lewis Hamilton. Per la gara di Monza, dovrà anche scontare una penalità di 5 posizioni per non aver rispettato il regime di bandiera gialla nel giro di schieramento sulla griglia di Zandvoort.
Non si vuole però vessare ulteriormente il driver inglese, si legge già troppa roba negativa. Non si è fatto attendere, ad esempio, Ralf Schumacher, che a Sky Deutschland ha definito l’errore del sette volte campione del mondo “da prima elementare”, simile ad uno che commetterebbe un rookie.

Hamilton in crisi: errori pesanti ma segnali di reazione?
Non c’è dubbio che la stagione 2025 sia la peggiore del sette volte iridato da quando è in Formula 1, però non ha mai spinto la SF-25 come nel weekend precedente. A Zandvoort ha voluto provarci e lo ha fatto. Sbagliando, certo, ma per la prima volta – o almeno questa è la sensazione – ha spinto oltre i limiti la vettura. Ha cercato di adattare il suo stile di guida ad una monoposto che non sente sua.
Ha anche deciso di concentrarsi su sé stesso senza guardare le varie impostazioni di Leclerc, per provare a mettere del suo. La situazione è difficile, il non adattamento come noto è con l’intero ambiente. Ma, seppur con fatica, c’è la volontà di dare una svolta ad un inizio di stagione pessimo. C’è la volontà di porre le basi per l’anno nuovo, di voler lasciare un segno, una traccia, un qualcosa che accosti il suo nome alla Ferrari.
Magari è il cuore che parla, non è da escludere. E per tornare alle parole dell’ex pilota tedesco: È sicuramente sotto pressione”. E di certo lo è. È evidente che Lewis Hamilton sia entrato in quel vortice. Si narra che Sebastian Vettel sia ancora lì. Ma scherzi a parte, serve tempo. Serve quell’adattamento che fatica ad arrivare. E se questa stagione è terminata, finita, fatta ormai di illusioni, che sia utilizzata affinché vengano poste basi solide per il 2026.
Che venga utilizzata per commettere tutti gli errori possibili. Che venga utilizzata per ambientarsi, per adattarsi o trovare un punto di incontro nelle modalità di lavoro. Gli errori sono pesanti, ma serve condannare a questo punto? Certo c’è la lotta costruttori, ma non resta che una piccola, magra consolazione.
Crediti foto: Scuderia Ferrari, Formula 1
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