Siamo appena entrati nel tanto atteso week end del gran premio dell’Emilia Romagna e del Made in Italy (cosa c’entri poi il Made in Italy con una corsa automobilistica rimane un mistero) e si respira un’aria di grande euforia perché la gara di Miami ha riacceso le speranze di chi crede che con gli aggiornamenti si possa mettere in difficoltà la Red Bull.
Questo hype (dirlo in inglese fa figo) è alimentato dal filming day di Fiorano dove abbiamo potuto sbirciare una Ferrari con aggiornamenti aerodinamici significativi nel solco della strada tracciata da Red Bull. Non è mia intenzione sottolineare per l’ennesima volta che pur con tutti i progressi possibili, il dominio del team anglo austriaco non è e non sarà mai messo in discussione di qui a fine anno, con buona pace di stampa e tifosi che continuano ad alimentare assurdi miraggi.
![Ferrari Miami](https://www.formulacritica.it/wp-content/uploads/2024/04/Vasseur-750x375.webp)
Ferrari: finalmente il cambio di passo
Quello di cui è interessante parlare è che finalmente, dopo anni di immobilismo, possiamo ammirare una Ferrari dinamica, che spinge sull’acceleratore e porta aggiornamenti importanti seguendo quelle che sono le linee di sviluppo di soluzioni che funzionano già su altre monoposto senza la sindrome di “Tafazzi“ degli ultimi anni che ha portato il team a pesanti sconfitte perseguendo ottusamente le proprie idee pur di non ammettere che le soluzioni altrui funzionavano molto meglio.
Va dato atto a Frédéric Vasseur di aver operato un metodico repulisti che si attendeva da tanto tempo, rimuovendo figure che si erano ormai incancrenite in seno al team e ne impedivano la crescita. Ultimo della lista l’ingegnere di pista di Leclerc, Xavi Marcos che già da un paio di anni dimostrava un evidente problema di comunicazione tra lui e il pilota risultando spesso più un problema che una risorsa.
Ecco, questi sono gli “aggiornamenti” che fanno ben sperare: una ristrutturazione radicale e senza paura, stile Jean Todt nel 1993 che sta portando finalmente a produrre progetti sensati, piani di sviluppo coerenti e non funzionali a creare consenso. Mosse atte a eliminare gli errori marchiani a cui ci eravamo tragicamente abituati nell’era Binotto.
Anche a livello comunicativo le cose sembrano parecchio cambiate: è passata quella fase di totale scollamento dalla realtà. Adesso le analisi e i commenti fuori dalla pista sono più realistici e obiettivi. Pur continuando a difendere legittimamente il lavoro della squadra, non si assiste più a quei grotteschi teatrini dove il team principal voleva “educarci” a gioire per un sesto posto come fosse una vittoria tradendo in pieno lo spirito che da sempre anima la scuderia di Maranello.
![Ferrari Imola](https://www.formulacritica.it/wp-content/uploads/2024/05/1-7-750x375.webp)
A Imola si va quindi con la speranza di vedere un passo avanti, si osservare un team che riesce a progredire durante l’anno anziché regredire come da tradizione. Si punta a osservare un distacco che si assottiglia rispetto all’equipe di vertice e che dà la possibilità di cogliere le occasioni come ha fatto Norris nello scorso gran premio.
In quest’ottica appare addirittura meno pressante l’esigenza di ingaggiare a tutti i costi una figura importante come Adrian Newey che se oggi è forse in procinto di firmare per il Cavallino Rampante è perché tutti percepiscono la discontinuità rispetto al passato.
Se ci fosse ancora il Faraone Binotto uno come Newey non avrebbe il dubbio se approdare o no a Maranello: avrebbe solo la certezza di starci il più lontano possibile.
Crediti foto: Scuderia Ferrari