Il titolo di questo scritto si chiude volutamente con un punto interrogativo. La Ferrari, in vista dell’anno prossimo, deve impostare una vettura in grado di superare le difficoltà che hanno afflitto il modello 2024. Incostanza: questo è il principale difetto della SF-24, che non si vuole ripetere sulla 677, l’attuale nome in codice del progetto che si trasformerà poi nella sigla definitiva che useremo da qui a qualche mese.
Avere Lewis Hamilton in squadra può rappresentare un problema in termini di gestione della coppia, poiché sia lui che Charles Leclerc sono piloti altamente competitivi che, pur sapendo fare squadra, a un certo punto antepongono i propri interessi a tutto il resto, facendo emergere il classico spirito “racer” che anima i campioni di calibro superiore. E i due in questione lo sono, andando a formare indubbiamente la miglior coppia piloti per cifra tecnica del 2025.

Ferrari 677: una vettura per Hamilton. E non solo
Tra poco più di due mesi, Hamilton potrà finalmente abbracciare il rosso. C’era stata la possibilità di vederlo nell’abitacolo della SF-24 già per i test post-stagionali, ma pare che, come vi abbiamo riportato in questo articolo (leggi qui), Toto Wolff si sia opposto, imponendo al sette volte iridato di espletare i suoi doveri commerciali fino all’ultimo giorno di contratto, ossia il 31 dicembre 2024.
Ma forse dietro c’è dell’altro. Wolff conosce bene la capacità di valutare e indirizzare gli ingegneri che ha Lewis Hamilton, e fargli testare in pista la vettura che sarà la base di sviluppo del modello 2025 sarebbe stato un comodo assist per la Ferrari; cortesia che il viennese non ha voluto riservare ai rivali, che non si sono fatti scrupoli a strappare il pilota pochi mesi dopo il rinnovo contrattuale.
Juan Pablo Montoya, uno che in passato ha riservato parole non proprio dolci per Lewis Hamilton, ha ora sottolineato quanto sia importante mettere il britannico al centro del progetto, poiché è riconosciuta la sua capacità di determinare un percorso di sviluppo tecnico che può essere molto prezioso per un team che spesso si è smarrito quando c’era da trovare la strada maestra.
“Se la Ferrari vuole davvero avere successo, dovrà ascoltare i suggerimenti di Lewis e costruire attorno a lui la macchina”, ha detto al sito GamblingZone. Ha poi aggiunto di avere grande fiducia nella voglia di Hamilton di fare bene: “Penso che rivedremo il Lewis di un tempo. Vorrà dimostrare a tutti che si sono sbagliati a criticare la sua scelta di andare in Ferrari. Se tutto dovesse andare per il verso giusto, Lewis potrà essere una grande minaccia per il campionato”.

In effetti, Hamilton, che viene da tre stagioni condizionate dalle difficoltà tecniche della Mercedes, ha ancora molto da dire in F1, e per questo motivo si approccia all’esperienza col Cavallino Rampante con l’entusiasmo di un ragazzino e con la voglia di agguantare quell’ottavo titolo mondiale sfuggitogli in malo modo nel dicembre del 2021.
Lewis ha sofferto con le auto di nuova generazione della Stella a Tre Punte, che hanno mostrato una grande discontinuità e hanno avuto un comune denominatore: un retrotreno un po’ troppo leggero, che non riusciva a seguire un avantreno che il pilota preferisce essere molto puntato. Un equilibrio sottile che poche volte si è osservato con le Frecce d’Argento a effetto Venturi. Ma quando questa sottile linea è stata centrata, abbiamo potuto osservare un Hamilton d’annata, capace di tornare a vincere delle gare e di fare cose egregie.
Hamilton e Leclerc, per certi versi, hanno uno stile di guida simile, preferendo macchine molto precise all’avantreno, che consentano di gestire in curva la parte arretrata. Fino a quest’anno, in Ferrari c’era un pilota che, invece, tende a esaltarsi nella situazione opposta.
Carlos Sainz, infatti, preferisce le macchine con un posteriore più solido, riuscendo a gestire meglio i mezzi che tendono al sottosterzo. Tale condizione è invisa a Leclerc, che è tornato a un ottimo livello prestazionale nel momento in cui la Ferrari SF-24 si è liberata di quella inclinazione ad allargare nelle curve.
Il fatto che sia Lewis che Charles preferiscano affidarsi a monoposto che sviluppano le stesse caratteristiche di guida è un bene, e in questo senso la Ferrari deve essere abile a sfruttare le competenze e l’esperienza del sette volte iridato.
Non è un paradosso, ma costruire una macchina intorno alle esigenze di Lewis Hamilton significa impostarne una che vada esattamente nelle corde di Leclerc. E forse anche questa scelta tecnica, che non viene quasi mai considerata nelle analisi delle strategie Ferrari, è stata alla base dell’assalto che Fred Vasseur e John Elkann hanno fatto alla Mercedes per strappargli il trentanovenne di Stevenage.

Si è detto molte volte, nel clan Ferrari, che quella di Hamilton è un’opportunità. Lo ha spiegato Fred Vasseur, lo ha sottolineato lo stesso Leclerc, parlando di Lewis come di una risorsa dalla quale attingere e da sfruttare per completare il personale processo di crescita.
Evidentemente, non si tratta solo di uno stimolo per il pilota, ma anche per tutta la squadra, che dovrà fare meglio e capire precisamente dove andare per sviluppare l’ultima monoposto di questa generazione. Viene da sé che il bagaglio tecnico che porta in dote il quasi ex-Mercedes sia prezioso anche nella definizione delle vetture di nuova filosofia del 2026.
Ecco perché Lewis Hamilton può e deve diventare il fulcro progettuale di una Ferrari che, mettendo l’inglese nelle migliori condizioni operative, aiuterà anche Leclerc a esaltarsi.
Crediti foto: Mercedes-AMG Petronas F1 Team, Scuderia Ferrari HP