La notte del Bahrein è pronta a illuminarsi di rosso Ferrari. Sul circuito del Sakhir, si scriverà l’ultimo capitolo del FIA World Endurance Championship 2025: un finale dal peso storico, soprattutto per il Cavallino, che sogna di riportare a Maranello un titolo mondiale che manca da oltre cinquant’anni. Un traguardo che avrebbe il sapore della leggenda.
L’ultimo atto
Dopo un campionato combattuto fino all’ultimo metro, la Ferrari 499P si presenta in Bahrein con le carte in regola per giocarsi tutto contro Porsche e Cadillac, in una sfida che si annuncia tattica, fisica e psicologicamente estenuante. Per Pier Guidi e i suoi compagni Calado e Giovinazzi, sarà una vera prova di resistenza: 8 ore di gara in cui ogni pit-stop, ogni set di gomme, ogni decimo potrà fare la differenza.
L’ombra lunga del 1972
L’ultima volta che la Ferrari vinse il Mondiale Endurance era il 1972. Allora si correva con la mitica 312PB, e il Cavallino era dominatore assoluto delle piste. Poi, il lungo silenzio: decenni di assenza dalle gare di durata, fino al clamoroso ritorno nel 2023 con la Hypercar 499P, capace di imporsi subito nella 24 Ore di Le Mans, riaccendendo una passione che sembrava sopita.
Da allora, la Ferrari ha costruito stagione dopo stagione un percorso di crescita tecnica e sportiva che l’ha riportata stabilmente tra i protagonisti. Il titolo WEC rappresenterebbe non solo la consacrazione di un progetto sportivo, ma anche la chiusura simbolica di un cerchio iniziato oltre mezzo secolo fa.
Bahrein, terra di sfida
Il circuito di Sakhir, lungo 5,412 km, è uno dei più complessi del calendario endurance. Le alte temperature e la sabbia portata dal deserto mettono a dura prova motori, freni e soprattutto pneumatici. La gara parte con il sole alto e finisce sotto le luci artificiali, in un gioco di luci e ombre che rende la strategia fondamentale.
Ferrari arriva al round finale con un equilibrio delicato: dovrà difendersi e attaccare al tempo stesso, gestendo consumi e prestazioni senza margini d’errore. Quella con l’hypercar #83, una rivalità particolare, tutta “in famiglia”, ma che aggiunge ulteriore fascino a un epilogo già incandescente.
Ferrari e la forza di un simbolo
Dietro la sfida sportiva si nasconde un significato più profondo. Per Ferrari, vincere il Mondiale Endurance significherebbe riaffermare un’identità fatta di tecnica, emozione e orgoglio industriale italiano. Il progetto 499P rappresenta una sintesi di tecnologia da corsa e visione futura, sviluppata interamente a Maranello e costruita attorno a un concetto: la resistenza come essenza della Ferrari stessa.
Ogni componente, dal motore al sistema di recupero energetico, è il risultato di un’evoluzione continua. E ogni volta che la 499P scende in pista, porta con sé non solo la sfida ai rivali, ma la responsabilità di una storia che va oltre la competizione.
Dal mito alla modernità
Il Mondiale Endurance non è solo una gara, ma una filosofia. È la corsa dell’uomo contro il tempo, della macchina contro la fatica, del team contro l’imprevisto. Per questo la Ferrari, oggi come nel 1972, sa che un titolo qui vale più di un trofeo: vale la conferma di una visione, quella di Enzo Ferrari, secondo cui “la vittoria più bella è sempre quella che deve ancora arrivare”.
In Bahrein, la notte del deserto avrà un solo colore da inseguire: il rosso Ferrari. E se quel trofeo tornasse davvero a Maranello, non sarebbe solo un successo sportivo, ma una pagina di storia italiana che si riapre, cinquantatré anni dopo.
Foto Ferrari Media Centre