Ferrari 1999: il ritorno alla vittoria del mondiale costruttori – La Ferrari è il marchio storico della Formula 1, la realtà che più di tutte le scuderie passate ha elevato il motorsport. È l’unica scuderia ad essere stata presente in F1 fin dalla sua nascita e ha vinto più titoli piloti e costruttori, più Gran Premi, ottenuto più podi, pole position e giri veloci. Alcuni di questi conseguimenti potrebbero rimanere imbattuti nei decenni a venire.
Se dagli albori della categoria, fino alla fine degli anni ’70 la Ferrari poteva dirsi soddisfatta, grazie anche all’agguerrita concorrenza delle scuderie inglesi che le hanno fatto da sfondo, vincendo 9 titoli piloti e 6 costruttori, dagli anni ’80 in poi non riuscirà più a conquistare un mondiale piloti. Le uniche gioie saranno i mondiali costruttori del 1982, macchiato dal sangue di Gilles Villeneuve a Zolder e dalle gambe straziate di Didier Pironi ad Hockenheim, e quello del 1983.
Dal 1984 al 1998, la casata del Cavallino Rampante attraversa un lungo periodo di delusioni, con il duopolio inglese formato da McLaren e Williams (con una breve parentesi della Benetton) che dominano incontrastati la F1. Neppure l’ingaggio del pilota più vincente dell’epoca, Alain Prost, riuscirà a riportare l’iride a Maranello. Questa situazione ricorda l’attuale momento storico che vive la Ferrari, che ha poco potuto contro la Red Bull prima e la Mercedes poi.
Nel 1996, con l’arrivo dalla Benetton del fresco bicampione del mondo Michael Schumacher, il popolo della Rossa ha qualcosa da rimuginare nei suoi confronti, ma il fenomeno tedesco smentirà ben presto tutte le perplessità grazie alle sue straordinarie doti di guida. Il 1996 è un anno ancora segnato dalle difficoltà degli ultimi anni, ma grazie al campione tedesco, la Ferrari torna alla vittoria, con ben 3 trionfi: a Barcellona, sotto il diluvio, a Spa-Francorchamps e nella magica Monza. Era dal 1990 che non otteneva vittorie multiple in un campionato mondiale di F1.
Nel 1997,poi ritorna a competere seriamente per entrambi i titoli piloti, dopo 7 anni di attesa. La rivale principale è la Williams di Jacques Villeneuve, figlio di Gilles, e di Heinz-Harald Frentzen. Vista la mancata competitività dell’altro ferrarista, Eddie Irvine, Schumacher è costretto a una lotta impari, ma il tedesco, in modo stoico, riesce a tenere testa alle Williams e a mantenere vive le speranze di far gioire di nuovo Maranello, fino a quando, all’ultimo Gran Premio del 1997, a Jerez, un raptus fa sterzare la sua monoposto contro quella di Villeneuve. Per ironia della sorte, proprio Schumacher avrà la peggio, sia in pista che fuori. Per quella manovra sconsiderata verrà squalificato dalla classifica piloti.
Nel 1998, Michael si riprende dalle accuse di essere un pilota scorretto e mostra ancora una volta il suo valore. Al posto delle Williams, ci sono le McLaren di Mika Hakkinen e David Coulthard. Il mondiale segue la falsariga del precedente, e i due piloti della Rossa saranno costretti ad alzare bandiera bianca e a vedere trionfare la McLaren con una doppietta, con il primo titolo iridato di Hakkinen e quello che sarà, ad oggi, l’ultimo titolo costruttori.

Ferrari mondiale 1999 – Il ritorno alla gloria
Nel 1999, si ripropone la sfida dell’anno precedente, con le McLaren di Hakkinen e Coulthard e le Ferrari di Schumacher e Irvine. Il 1999 vede favorite le auto della scuderia di Woking, che durante tutto l’anno mostrano la loro supremazia tecnica, ma entrambi i piloti si complicano la vita con numerosi errori, che mantengono ancora in gioco le vetture di Maranello.
Ma un terribile colpo di scena mina i sogni della Ferrari. Al Gran Premio di Gran Bretagna, a Silverstone, alla curva Stowe, Schumacher, nel tentativo di superare il compagno di squadra, va dritto a causa di un guasto ai freni, impattando violentemente contro il muro di gomme. Il bicampione tedesco si frattura la tibia e il perone della gamba destra, mettendo così fine anticipatamente alla lotta per il titolo piloti. Viene sostituito per ben 6 Gran Premi dal finlandese Mika Salo, mentre a Irvine viene dato l’incarico di prima guida.
Il nordirlandese, supportato dal secondo, sfrutta tutte le defaillance della scuderia rivale e impensierisce seriamente Hakkinen. Quando sembra che il titolo stia per prendere la strada modenese, avviene l’ennesimo e decisivo colpo di scena. Al Gran Premio d’Europa, al Nürburgring, durante il pit-stop di Irvine, inspiegabilmente, al cambio gomme, ne sono pronte solo tre; una delle posteriori è dispersa. Il britannico rimane attonito, su tre ruote, in un tempo che sembra infinito. La gomma verrà ritrovata e la monoposto tornerà in pista quando ormai era tutto perduto. Per anni si è parlato di quell’inconveniente e numerose teorie del complotto si sono susseguite.
Gli ultimi due Gran Premi vedono il ritorno di Michael Schumacher, pronto ad aiutare il compagno di squadra per i titoli, ma Hakkinen ottiene un terzo e un primo posto a Suzuka, che gli regalano il secondo e ultimo titolo mondiale, con appena due punti di vantaggio su Irvine. Ma grazie ai podi del rientrante Schumacher e alla vittoria di Irvine a Indianapolis, con i conseguenti ritiri dell’altra McLaren di Coulthard, la Ferrari vince così il suo 9° titolo costruttori, con quattro punti di distacco dalla scuderia di Woking.
Il titolo costruttori mancava a Maranello dal 1983, quando la coppia francese composta da Patrick Tambay e René Arnoux si impose davanti alla Renault di Prost ed Eddie Cheever. Seppur non arrivò il titolo piloti per soli due punti, quel titolo costruttori rappresentò l’inizio del ciclo più vincente nella storia del Cavallino Rampante, durato altri cinque anni fino al 2004.
Ferrari mondiale 1999 – La storia si ripete
La Ferrari non vince un titolo piloti dal 2007 e quello costruttori dal 2008; nel mezzo ci sono state ben 3 scuderie a monopolizzare la F1: l’incredibile BrawnGP, la Red Bull prima, poi la Mercedes e di nuovo la casa anglo-austriaca. Ci sono state cocenti delusioni, come quelle di Felipe Massa nel 2008 ed Fernando Alonso nel 2010 e nel 2012. Quest’anno, la scuderia di Maranello può ripetere la straordinaria impresa del 1999, un quarto di secolo fa, e ci sono analogie che fanno ben sperare, con tutti gli scongiuri del caso dei tifosi ferraristi.
Quest’anno Carlos Sainz ha saltato un Gran Premio, quello d’Arabia Saudita, per un’appendicite, ed è stato sostituito da Oliver Bearman, che si è classificato 7° in gara. Inoltre, sarà il suo ultimo anno in Ferrari, così come fu per Irvine. Al primo posto c’è proprio la McLaren, la rivale principale, proprio come venticinque anni fa. Mancano quattro gare e due Sprint Race e gli eventuali quattro punti bonus per i giri veloci e solo ventinove punti dividono le scuderie che più di tutte hanno fatto la storia di questo magnifico sport.
La Ferrari prova il remake che, proprio come allora, fu l’inizio del ciclo più dominante della sua storia. Che sia davvero di buon auspicio?
Crediti foto: F1, Scuderia Ferrari