Il titolo è di quelli forti, ma è il quesito che è emerso nell’ultima puntata di CriticaLive al quale si è provato a dare risposta senza usare toni provocatori e soprattutto argomentando nel merito.
L’avanzare dell’età, si sa, porta con sé un bagaglio di conoscenze ed esperienze di grande valore, ma allo stesso tempo il nostro fisico non è più in grado di esprimersi con le stesse prestazioni di un tempo. Proprio su questo principio inevitabile, Luca Baldisserri vede l’arrivo di Lewis Hamilton in Ferrari come un’operazione sportivamente perdente.
“Non credo che Hamilton vinca l’anno prossimo”, afferma l’ingegnere bolognese ai nostri microfoni (puoi vedere tutta la live QUI), articolando il suo pensiero e focalizzandosi su Fernando Alonso.
Fernando Alonso ha ancora qualcosa da dire in F1?
“Per me, l’età è una variabile fondamentale che questi personaggi non accettano. Come tutti noi, non accettiamo di invecchiare e crediamo di mantenere le stesse qualità, capacità e prestazioni che avevamo a vent’anni. Ma non è così, e nello sport è ancora peggio, perché ci sono dei limiti fisici che riguardano la concentrazione, la memoria, la reazione. Limiti che non possiamo ignorare”.
“Guardate Alonso: è ormai difficilmente valutabile, visto che ha al suo fianco un pilota che non è veramente competitivo. Però, secondo me, se avesse un Russell o un Lando (Norris, n.d.r.), esalterebbe ancora di più il suo inevitabile degrado. E con Hamilton sarà la stessa cosa”.
Secondo Baldisserri, quindi, il pilota spagnolo sarebbe ormai avviato sul viale del tramonto, e nemmeno la presenza di Adrian Newey in Aston Martin potrà dar vita a un’immediata trasformazione della squadra per una coppia di piloti che non viene considerata bene assortita.
“Dubito che l’Aston Martin riesca a diventare competitiva come i top team nel breve periodo, anche considerando l’importanza dei piloti. Alonso, secondo me, è alla fine della sua carriera e Stroll, pur essendo una persona con cui ho un rapporto bellissimo, non credo abbia la stoffa per diventare il prossimo campione del mondo“, conclude.
Con queste dichiarazioni, Baldisserri apre una riflessione profonda sullo stato dell’arte nella Formula 1, dove l’età e la qualità dei conducenti giocano un ruolo fondamentale nella capacità di lottare per il titolo. Se da un lato Alonso e Hamilton continuano a essere icone della disciplina, l’aumentare dell’età e le difficoltà che ne derivano non lasciano margine per una visione ottimistica su grandi successi futuri.
Il panorama della Formula 1, quindi, sembra destinato a rinnovarsi, con giovani promesse come George Russell, Lando Norris e Charles Leclerc che potrebbero ben presto emergere come i veri protagonisti delle stagioni a venire. L’epoca d’oro dei piloti leggendari, purtroppo, sembra avviarsi verso il suo naturale declino.