Il weekend ungherese ha rappresentato un banco di prova impietoso per la Williams, confermando trend negativi che caratterizzano la monoposto di Grove da diverse stagioni. Carlos Sainz, forte della sua esperienza in una squadra di vertice come Ferrari, ha fornito un’analisi dettagliata delle problematiche che affliggono la FW47 sui tracciati più tecnici del calendario.
La prestazione all’Hungaroring ha cristallizzato le difficoltà della vettura britannica nel mantenere un carico aerodinamico costante dall’ingresso curva fino al punto di corda; un elemento che compromette irrimediabilmente la competitività. L’analisi del pilota madrileno va ben oltre la semplice constatazione di una giornata storta. Durante il lungo debriefing post-qualifiche, il madrileno ha illustrato al team le ragioni tecniche di questa inferiorità, identificando nelle caratteristiche aerodinamiche il tallone d’Achille della monoposto.
La FW47 replica i limiti già evidenziati dalle sue antenate, dalle FW44 alle FW46, tutte accomunate da un comportamento a “picco” nella generazione del carico deportante. Questa instabilità nell’output aerodinamico si traduce in prestazioni altalenanti, rendendo la Williams competitiva sui circuiti caratterizzati da lunghi rettilinei e curve brevi – dove può sfruttare la sua efficienza aerodinamica – ma penalizzandola drasticamente sui tracciati più guidati.
Barcellona, Ungheria e Qatar, tra gli altri, rappresentano i teatri più impietosi per questa filosofia progettuale, dove le curve lunghe e combinate mettono a nudo l’incapacità della vettura di gestire il flusso d’aria in maniera costante e prevedibile.

L’attesa per il 2026: una rivoluzione necessaria
Sainz non nasconde le aspettative riposte nella rivoluzione regolamentare che investirà la Formula 1 nel 2026. Il pilota spagnolo ha chiarito come l’attuale configurazione non permetta margini di miglioramento significativi, rendendo indispensabile un cambio radicale di approccio progettuale.
“Serve un cambio di filosofia di design molto importante per il futuro“, ha sottolineato Sainz, evidenziando come la squadra debba sviluppare una vettura più versatile, capace di performare costantemente su tipologie diverse di circuito. L’obiettivo dichiarato è quello di costruire una piattaforma tecnica più equilibrata, che consenta ai piloti di esprimere il proprio potenziale indipendentemente dalle caratteristiche del tracciato.
La Williams ha già dimostrato progressi evidenti rispetto alle stagioni precedenti, conquistando punti in dieci dei quattordici weekend disputati finora. Tuttavia, la strada verso la competitività assoluta richiede interventi strutturali che solo un nuovo ciclo regolamentare può consentire.

Williams – Strategia a breve termine: massimizzare l’esistente senza illusioni
Nell’attesa della rivoluzione del 2026, Sainz ha delineato la strategia per ottimizzare i risultati con il pacchetto attuale. La Williams ha interrotto lo sviluppo della FW47, concentrando le risorse sulla monoposto della prossima era regolamentare, limitando così le possibilità di implementare feedback tecnici significativi.
Durante il weekend ungherese, il pilota ha sperimentato tre diverse configurazioni alla ricerca di quel decimo – o per meglio dire centesimo – di secondo che può fare la differenza nella lotta per i punti. La scelta è ricaduta sul setup utilizzata nei primi round stagionali, quando la Williams aveva mostrato maggiore competitività su circuiti come Miami e Imola.
La gestione della parte conclusiva del mondiale punterà sulla consistenza operativa e sull’esecuzione impeccabile dei weekend di gara, elementi fondamentali per contrastare lo sviluppo superiore mostrato dai team rivali nel corso della stagione. Sainz ha identificato in questo approccio l’unica via percorribile per mantenere la Williams nella lotta per la zona punti, in attesa che la rivoluzione tecnica del 2026 possa finalmente sanare i limiti strutturali che da troppo tempo condizionano le ambizioni della squadra di Grove.
Crediti foto: Williams F1
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