La Formula 1 ha ufficializzato oggi il calendario delle Sprint Race per la stagione 2026, confermando sei weekend con il formato abbreviato. Shanghai, Miami, Silverstone, Montreal, Zandvoort e Singapore ospiteranno le gare sprint del prossimo anno, con tre tracciati che sperimenteranno questo formato per la prima volta. Non una decisione casuale perché potrebbe essere propedeutica a futuri allargamenti.
Dietro l’apparente stabilità di questa scelta, difatti, si cela un fermento che non lascerà dormire sonni tranquilli ai puristi (o reazionari) della Formula 1. Fonti vicine ai vertici del Circus raccontano infatti che sono già in corso discussioni serrate tra Formula One Management (FOM), FIA e team per un’espansione del formato sprint già a partire dal 2027.

F1, l’obiettivo: dodici sprint race nel 2027
Il piano in discussione prevede di raddoppiare il numero di weekend sprint, portandoli da sei a dodici, ovvero la metà del calendario. Una rivoluzione che rifletterebbe la strategia commerciale di Liberty Media, proprietaria dei diritti commerciali della Formula 1, orientata a massimizzare l’appetibilità del prodotto per broadcaster e sponsor.
Le discussioni per aumentare il numero di sprint e modificare il formato sono già in corso tra F1, Federazione Internazionale dell’Automobile e team (i piloti, come al solito, vengono tenuti fuori da questi dibattiti), con l’obiettivo di rendere ogni weekend più ricco di contenuti competitivi. La proprietà americana considera infatti le prove libere tradizionali come “tempi morti” dal punto di vista televisivo e commerciale, preferendo sostituirle con sessioni che smuovano le classifiche, generino punti e producano maggiore spettacolo. A vantaggio della vendibilità globale.
Garanzie economiche e logistiche per conquistare i team
L’apertura delle squadre verso questo scenario non è casuale. Secondo indiscrezioni raccolte, Liberty Media avrebbe fornito garanzie economiche e logistiche sostanziali per facilitare l’accettazione di un calendario così intensivo. L’aumento dei ricavi televisivi e degli introiti da sponsorizzazione verrebbero redistribuiti tra le scuderie, compensando i maggiori costi operativi derivanti dall’incremento delle sessioni competitive. In quest’ottica deve leggersi la stesura del nuovo Patto della Concordia che entrerà in vigore il 1° Gennaio del 2026 e che dovrebbe prevedere dividendi più succulenti, nonostante la presenza di un undicesimo soggetto come Cadillac F1.
Le squadre, inizialmente scettiche verso l’espansione del formato sprint per via della pressione aggiuntiva su personale e risorse, sembrano ora più propense ad accettare il cambiamento grazie a queste rassicurazioni finanziarie. Un elemento in grado di fare la differenza, considerando che il 2026 porterà già di per sé sfide tecniche ed economiche significative.

Perché il 2026 rimane “conservativo”
La decisione di limitarsi a sei Sprint Race nel 2026 non rappresenta una mancanza di ambizione, bensì una strategia di prudenza. Il 2026 sarà infatti un anno di transizione epocale per la Formula 1: l’arrivo del team Cadillac come undicesima squadra, unito all’introduzione di nuove normative tecniche sia aerodinamiche che motoristiche, creerà già di per sé un forte stress sull’intero sistema.
La decisione di non introdurre cambiamenti più radicali per il 2026 è stata deliberata per non sovraccaricare i team, data la sfida rappresentata dalle nuove regole delle vetture e delle power unit. Liberty Media ha preferito non spingere e rischiare di destabilizzare ulteriormente un ecosistema già sotto pressione per i cambiamenti regolamentari.
Il futuro: verso la “sprintizzazione” della Formula 1
Tuttavia, questa cautela temporanea non deve ingannare. La proprietà americana ha le idee chiare sul futuro della massima serie: trasformare ogni weekend in un evento televisivamente più appetibile, riducendo al minimo i momenti di “vuoto spettacolare”. Tra i potenziali cambiamenti di formato discussi ci sono l’introduzione di elementi di griglia invertita e la riduzione della quantità di sessioni di prove non competitive.

Il piano a lungo termine di Liberty Media prevede infatti di imporre progressivamente il formato sprint come standard, relegando le prove libere tradizionali a un ruolo sempre più marginale. Una strategia commerciale chiara: ogni minuto di trasmissione deve generare suspense, punti in classifica e contenuti utilizzabili per highlights e social media.
I tifosi più tradizionalisti dovranno quindi prepararsi a un cambiamento radicale della Formula 1 che conoscono. Se il 2026 rappresenta ancora un compromesso, il 2027 potrebbe segnare l’inizio di una nuova era in cui lo spettacolo commerciale prende definitivamente il sopravvento sulla tradizione sportiva del weekend di gara classico.
La Formula 1 si avvia dunque verso una trasformazione che, pur mantenendo l’eccellenza tecnica che la contraddistingue, ridefinirà completamente l’esperienza del weekend di gara, adattandola alle esigenze di un pubblico globale sempre più abituato a contenuti rapidi, intensi e costantemente stimolanti.
Crediti foto: F1, Mercedes-AMG Petronas F1 Team
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