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F1: tira brutta aria per i team clienti

La F1 2026 punta a maggiore indipendenza tecnica per i team top-five, limitando legami con competitor fornitori e favorendo la competitività

Diego Catalano by Diego Catalano
16 Novembre 2024
in F1, News
Tempo di lettura: 3 minuti
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F1 2026

Ferrari e Haas: scuderie fortemente legate.

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Il quadro regolamentare della F1 2026 è come un bacino che si sta riempiendo grazie al fiume che lo alimenta. Il livello dell’acqua non ha ancora raggiunto il massimo, visto che alcuni elementi sono ancora in fase di discussione. Se l’impianto tecnico è, più o meno, già formato, mancano ancora degli elementi che definiscono alcune specificità emerse negli ultimi tempi e che il legislatore vuole finalmente normare.

Gli organi preposti a scrivere le regole del gioco (a tal proposito vi rimandiamo a un focus specifico che potrete leggere nel pomeriggio) stanno pensando di introdurre una norma che potrebbe generare qualche problema alle squadre di fascia medio-bassa. Si pensa, infatti, di introdurre una clausola che obblighi i team che si qualificano nella top five a produrre tutte le parti della loro auto entro i tre anni successivi.

In poche parole, se una squadra come la Visa Cash App Racing Bulls o come la Haas dovessero chiudere nella parte sinistra della classifica, si troverebbero a doversi slegare parzialmente dalle squadre con cui sono tecnicamente molto unite: Red Bull e Ferrari.

Toyota Haas F1
La Haas VF-24 in azione a Singapore

F1 2026: più competitività in un quadro di maggiore indipendenza

La F1 del 2026 sarà composta da cinque team che potranno contare su propulsori propri o esclusivi: Ferrari, Mercedes, Red Bull, Aston Martin e Audi, e altrettanti che dovranno farsi fornire le power unit: Alpine, che recentemente ha stipulato un accordo con la Stella a Tre Punte, Haas, legata a Maranello, VCARB, emanazione diretta della scuderia di Milton Keynes, Williams e McLaren, che proseguiranno il legame con Mercedes.

All’interno della F1 Commission si sta discutendo la proposta di obbligare i team che arriveranno nella top five a raggiungere un maggior grado di indipendenza nei riguardi delle scuderie fornitrici. La proposta è quella di dover produrre in autonomia parti che oggi vengono acquistate al di fuori della power unit.

È prassi diffusa, infatti, che le scuderie fornite ottengano anche trasmissioni, sospensioni posteriori e, in alcuni casi, anche gli schemi degli impianti ausiliari dei propulsori, come pacchi radianti e altre componentistiche di vitale importanza. È proprio su questo aspetto che si intende apporre una stretta.

Se molti clienti possono superare agevolmente questa difficoltà – e ci vengono in mente McLaren, che già oggi ha un elevato grado di indipendenza, Williams e Alpine – diverso è il discorso per Haas e VCARB, che potrebbero incontrare qualche difficoltà. Queste due realtà, negli anni, sono arrivate a condividere anche il 50% dei pezzi installati sulle vetture delle squadre fornitrici. Ed è proprio questo meccanismo che si intende spezzare.

Se il team faentino si è detto tutto sommato disposto ad accettare questa norma, maggiore ritrosia giunge dalla franchigia americana che, di fatto, ha base in Italia. Perché Haas fatica ad accettare questo nuovo contesto? Sostanzialmente poiché, rispetto agli altri team, offre un modello divergente, considerando che ha un personale relativamente piccolo in numero, sicuramente il più esiguo di tutta la F1.

Un provvedimento del genere imporrebbe alla scuderia di patron Gene di ricorrere a una massiccia campagna di acquisizione, nonché a un ampliamento delle strutture; cose che, in periodo di budget cap e di vincoli assortiti, rappresenterebbero più di un problema.

Forse, anche in questa chiave, va letto il recente accordo stipulato con Toyota, intesa tramite la quale il team probabilmente sposterà nella galleria del vento di Colonia tutti i test aerodinamici. Questo spacchettamento potrebbe essere salvifico nel caso in cui la norma passasse.

La ratio del provvedimento non è errata e si incastra in un discorso votato alla massima competitività e trasparenza, in un contesto in cui si cercherà di spezzare certi conflitti di interesse che sono emersi anche nella condotta sportiva, quando team satelliti andavano a togliere il punto per il giro veloce per favorire la squadra controllante. Per tale ragione, dall’anno prossimo, non vedremo più il punto suppletivo per il miglior passaggio in gara.

La disposizione al vaglio degli organi competenti dimostra come la Formula 1 sia sempre più alla ricerca di squadre che sappiano essere indipendenti e competitive con il loro modello specifico. Non si comprende, in tal senso, perché la posizione di Andretti sia stata così fortemente osteggiata, considerando che il gruppo americano porterebbe un nuovo motorista e sarebbe del tutto svincolato da accordi di fornitura con le scuderie attualmente operanti in Formula 1.


Crediti foto: Haas, VCARB

Tags: F1F1 CommissionFerrariFIAHaasMercedesNewsVCARB
Diego Catalano

Diego Catalano

Partenopeo Classe 1977 con formazione nell’ambito delle Relazioni Internazionali. La passione per il motorsport nasce sin dalla prima adolescenza. Proprio questa forte pulsione mi ha portato, negli anni, a volermi cimentare con la narrazione di ciò che circonda la Formula Uno. Ho fatto parte, come fondatore, di diversi progetti editoriali a tema: MotorQube, Fatti di Motori, Undici Metri; esperienze chiusesi ma che mi hanno permesso di approdare in FormulaUnoAnalisiTecnica. Realtà nella quale, per cinque anni, ho ricoperto il ruolo di caporedattore e coordinatore. Nel gennaio del 2024 ho deciso di rimettermi in gioco creando Formulacritica.it, un contenitore plasmato sulle mie necessità espressive che ho voluto impostare su un modo di raccontare il motorsport diverso, votato all’analisi concettuale del fenomeno. In parallelo curo un altro figlio editoriale: PuntoNapoli. A tempo perso pesto sui tamburi e sui piatti di una batteria e provo a dare del tu a un paio di bassi elettrici. Con risultati rivedibili. La musica e il prog-rock sono un’altra ragione di vita. Ne parlo su No Limits Radio nello spazio denominato "Blog To The Edge" del quale esistono proiezioni sui principali social network e su YouTube.

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