La F1 Commission e la FIA hanno approvato una nuova stretta sui “jump start”, le partenze anticipate. Una proposta era al vaglio, ora è giunta la ratifica: adesso anche i commissari potranno valutare le eventuali irregolarità.
Dopo il caso di Lando Norris, pilota inglese in forza alla McLaren, al Gran Premio dell’Arabia Saudita che era partito prima dello spegnimento dei semafori senza essere punito poiché il transponder sulla sua monoposto non aveva segnalato il movimento in avanti, il legislatore ha deciso di eliminare il bug.
La F1 Commission e la FIA, per porre rimedio agli errori che possono verificarsi anche con una tecnologia avanzata come quella dei transponder, ha approvato la nuova norma che permette ai commissari di gara di poter visionare le immagini e valutare se la vettura di un pilota si sia mossa prima del via nel caso in cui il transponder fallisca nella segnalazione.

Jump Start: team si oppongono, F1 va avanti per la sua strada
Molti team non si sono detti d’accordo con questa nuova disposizione che amplifica la soggettività dell’uomo a scapito dell’oggettività di uno strumento come il transponder. Ma i decisori hanno stabilito che non ci fosse altra via.
La strada migliore da percorrere, secondo il partito dei team, era quella di incrementare la sensibilità dei transponder. Ma la F1 Commission e la FIA sono state di tutt’altro avviso.
Oltre al succitato caso dell’alfiere inglese della McLaren, esistono altri episodi che fecero discutere: Sebastian Vettel, all’epoca in Ferrari, nel Gran Premio del Giappone del 2019 e Valtteri Bottas, in forza alla Mercedes, nel Gran Premio d’Ungheria del 2020, sfuggirono ai sensori e non furono sanzionati.
Segno evidente che quello di Norris non è stato un caso isolato e che, per la credibilità della serie, fosse necessario un giro di vite su questa pratica.
Crediti foto: F1, Oracle Red Bull Racing
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