Oggi tutti noi conosciamo la Safety Car, la vettura di sicurezza che serve a rallentare e a raggruppare tutte le monoposto in pista per permettere ai commissari di soccorrere i piloti coinvolti in un incidente e rimuovere le auto danneggiate.
La Safety Car odierna si divide in due esemplari di auto: la Mercedes-AMG GT Black Series, di colore rosso, e la Aston-Martin Vantage, di colore verde. Vetture che si alternano da Gran Premio a Gran Premio e che dal 2000 vengono guidate dal pilota professionista tedesco Bernd Mayländer.
La prima Safety Car nella storia del motorsport risale alla 500 Miglia di Indianapolis del 1911, quando la “Pace Car” (il nome con cui è chiamata in America ancora oggi), entrò in pista per il giro di lancio e rientrò dopo la fine della gara per il giro d’onore.
E la F1?
La massima serie, fin dai suoi albori, è stata funestata da decine e decine di incidenti mortali, ma poco si era fatto per migliorare la sicurezza delle piste. La questione fu seriamente affrontata solo quando il tre volte campione del mondo di F1, lo scozzese Sir Jackie Stewart, protestò contro le condizioni precarie dei circuiti in cui gareggiavano i piloti della massima categoria.
Un ex pilota tedesco con un passato nella 24 Ore di Le Mans, quell’Herbert Linge venuto a mancare lo scorso 5 gennaio, nel 1972 fondò “DMSB-Staffel”, il primo “provider” di vetture di sicurezza in cui venivano utilizzate auto sportive come la Porsche 914 o la 911 con a bordo personale sanitario e antincendio. Ma per la Formula 1 non era ancora tempo di introdurla.
![Safety Car F1](https://www.formulacritica.it/wp-content/uploads/2024/06/Roger-Williamson-jpg.webp)
La prima Safety Car: contesto storico
Il 29 luglio del 1973, durante il Gran Premio d’Olanda svoltosi sul circuito di Zandvoort, al 18° giro, il pilota inglese della March, Roger Williamson, al suo secondo Gran Premio in F1, perde la vita in un tragico incidente.
Lo sgonfiamento di una gomma gli fece perdere il controllo della monoposto che impattò violentemente contro le barriere. Il mezzo fu catapultato in pista e si rovesciò. L’auto prese fuoco e nessuno dei commissari di pista cercò di salvare il conducente.
Solo Dave Purley scese dalla sua monoposto per soccorrere il collega. Solo dopo otto minuti i soccorritori, male equipaggiati, presero coraggio per provare a estrarre Williamson dalle fiamme. Ma era troppo tardi: per il pilota non ci fu nulla da fare.
Purley fu molto critico sulle competenze e sul vestiario dei commissari non ritenuti adatti per affrontare simili circostanze durante un Gran Premio di Formula 1. Linge, nel frattempo, con l’appoggio della Porsche e di Bernie Ecclestone, riuscì a far entrare la Safety Car nella serie.
Mosport Park ’73
La Formula 1 sbarca in Canada al Mosport Park, in Ontario, per il penultimo appuntamento stagionale. Il titolo piloti era stato già assegnato al Gran Premio precedente, quello di Monza: era saldamente nelle mani di Sir Jackie Stewart con la Tyrrell giunto alla terza corona iridata.
La gara della domenica, 23 settembre del 1973, si presenta sotto una pioggia battente, con lo svedese Ronnie Peterson sulla Lotus in pole position con alle spalle le McLaren dell’inglese Peter Revson e del sudafricano Jody Scheckter.
Al 32° giro, la Tyrrell del pilota francese François Cevert (qui alla sua ultima apparizione in gara prima della sua tragica scomparsa durante le prove libere del Gran Premio degli Stati Uniti, a Watkins Glen) e la McLaren di Scheckter vengono a contatto costringendo i commissari a ripulire la pista.
Dato che l’impianto canadese veniva utilizzato anche per la serie Can Am e aveva in dotazione una “Pace Car”, una Porsche 914/6 di colore giallo, si decise di farla entrare. La macchina era guidata dal pilota canadese Egbert Wietzes con a fianco Peter Mackintosh, segretario della FOCA.
Appena entrata in pista c’è il primo madornale errore che compromise l’intera gara. Wietzes, invece di posizionarsi davanti alla monoposto di testa, la Lotus del pilota brasiliano Emerson Fittipaldi, si piazzò davanti alla Williams del neozelandese Howden Ganley che era in quel momento 11°. E per giunta doppiato.
Ganley, perplesso per la situazione, poco dopo, vide sventolare davanti a sé la bandiera scacchi che lo proclamò vincitore. Fu l’inizio del caos nei box. Due ore dopo la fine della gara i cronometristi riconteggiarono i tempi dei piloti aggiungendo una sosta alla Williams che secondo Ganley non fu mai fatta. Gli fu tolta la vittoria e fu classificato sesto agguantando il suo unico punto stagionale.
Ma chi vinse la gara? Tra lunghi dibattimenti fra chi era convinto che il vincitore fosse Fittipaldi, chi Stewart e chi Jackie Oliver, alla fine il trionfo di questa incredibile gara andò a Peter Revson della McLaren.
Colin Chapman, Team Principal della Lotus, vide il suo Emerson Fittipaldi passare dalla testa della gara a un mesto quinto posto. Fu l’ultimo Gran Premio in carriera per Sir Jackie Stewart, il 99°. Si ritirò dalle scene poco dopo la morte del compagno di squadra François Cevert.
![François Cevert](https://www.formulacritica.it/wp-content/uploads/2024/02/Francois-Cevert-jpg.webp)
L’ingresso definitivo della Safety Car in F1
Alla fine la Safety Car entrò stabilmente in Formula 1 solo nel 1993, venti anni dopo la prima volta. Nel frattempo l’utilizzo della vettura di sicurezza fu occasionale. Fu messa in pista al Gran Premio di Monaco del 1976 con una Porsche 911 e nei primi anni ’80, sempre a Monaco, con una Lamborghini Countach.
Dal 1993, poi, furono utilizzate vetture anche di uso comune come la FIAT Tempra o la Opel Vectra adoperata nel tragico Gran Premio di Imola del 1994. Automobili che non potevano reggere le prestazioni, seppur in modalità lenta, delle monoposto di Formula 1.
Solo nel 1996 si decise di standardizzare la Safety Car grazie al rapporto instauratosi con Mercedes-Benz che dura ancora oggi. La Safety Car, oltre a garantire la sicurezza di coloro che lavorano in pista, offre ai team la possibilità di variare le strategie e rendere meno scontati alcuni gran premi.
Dopo tanti anni di utilizzo continuo non mancano i problemi. Basti pensare al controverso Gran Premio di Abu Dhabi 2021 o all’errore avvenuto all’ultimo Gran Premio di Miami del 2024 che ha aperto alla prima vittoria del pilota inglese della McLaren, Lando Norris.
Crediti foto: F1