Serviva l’arrivo dell’estate per svegliare Stefano Domenicali dal dolce torpore primaverile. Il caldo improvviso, infame nella maniera in cui si è presentato, ha finalmente stimolato la reazione del primo rappresentante di Liberty Media in Formula Uno.
“Persino noi a volte ci chiediamo cosa succede in determinate situazioni. Le regole sono in generale troppo complicate. Se il regolamento risulta complicato per i team, figuriamoci per gli spettatori”, ha tuonato il manager imolese in un’intervista ad AMuS.
“Devo guardare la F1 con gli occhi di un appassionato e immedesimarmi nel cliente. Prendiamo Montecarlo Sappiamo cosa aspettarci. La pista è quella che è, le nostre macchine sono quelle che sono, ed è quasi impossibile sorpassare. Ma quando ci sono i pit stop durante la gara c’è anche azione. Quest’anno con la bandiera rossa al primo giro tutti hanno già fatto il loro pit stop prima della partenza. Una cosa del genere non deve più accadere. Dobbiamo prevedere meglio scenari come questo e usare le regole per evitarli”.

Ma finalmente! Ci è arrivato anche lui. Lo abbiamo sottolineato subito dopo la gara “incriminata” che l’estremizzazione del concetto di trenino era intollerabile. Nonostante il casino sovrumano scoppiato nella prima partenza, dopo 78 giri, la classifica del Gp di Monaco non si era mossa di un millimetro: i protagonisti della Q3 sono stati gli stessi della gara. Nel medesimo ordine, senza che qualcuno avanzasse o retrocedesse. Che botta di vita!
F1, Stefano Domenicali: nuove regole per evitare una Monaco bis
Domenicali – e si spera tutti gli altri soggetti coinvolti nel processo decisionale – ha finalmente appurato che non è il Principato a essere anacronistico o incompatibile con la Formula Uno. Esiste un problema, è chiaro. Chi lo nega non rende un servizio alla verità. Ma risolverlo pensando di abbandonare le iconiche stradine della riviera sarebbe un peccato capitale per cui non esistono espiazioni.
Monaco vive di leggi sue? Bene, si faccia qualcosa per tutelarne le specificità ed evitare che la gara diventi una lunga teoria di sbadigli. Se al primo giro la direzione è costretta a deliberare bandiera rossa è assurdo che si possa pensare di far “smarcare” le gomme e andare alla bandiera a scacchi senza passare dai box.
Basterebbe cambiare una norma elementare. Ed è forse ciò a cui allude Domenicali. Sarebbe un giochetto da ragazzi che troverebbe concordi tutti i protagonisti del decision making ed eviterebbe altre Monaco 2024. Un gran premio che, a modo suo, entrerà nella storia poiché ha toccato il minimo storico di pit stop e di manovre di sopravanzamento.
Lo spettacolo che a Monaco hanno offerto i piloti di Formula 3 e di Formula 2 è stato di certo di miglior livello. I conducenti hanno azzardato, spinto, sorpassato. Si sono divertiti e hanno divertito. La Formula Uno, invece, è stata “animata” solo dai team radio taglienti di Max Verstappen. Lo spettacolo visto in pista è stato pietoso e chi detiene i diritti lo ha capito sbattendoci su il muso.
Sarà mica un caso che lo show è stato animato da vetture delle categorie propedeutiche che sono aerodinamicamente meno complesse e più compatte negli ingombri? No, non è una coincidenza. La Formula 1 ha bisogno di darsi una regolata sul peso e sulle grandezze e quanto proposto un paio di settimane fa forse non soddisfa del tutto. Pat Fry, proprio ieri, ha espresso più di una riserva (leggi qui).

Non è Monaco, or dunque, a essere inadeguata. No, sono queste vetture a non essere più compatibili con piste come quella del Principato o come Imola, altro teatro refrattario ai sorpassi. Meno DRS, meno fronzoli, meno gomme di marmo di Carrara e grandezze ridotte. Questa è la strada che il legislatore dovrebbe percorrere una volta e per tutte.
Se Stefano Domenicali, dopo aver visto il quadro legislativo 2026, parla ancora in termini critici sorge il dubbio che qualche problema possa ancora esistere. Un timore fondato che pervade anche noi osservatori.
Crediti foto: F1