La F1 non si è ancora ripresa dallo shock (positivo stavolta) della presenza dell’undicesimo team in griglia che già si pensa ad allargare ulteriormente la lista dei partecipanti. Per ora si tratta di una suggestione, anche perché il debutto di General Motors, col marchio Cadillac, non è stato ancora definito in ogni dettaglio.
La deadline è quella del 2026, ma tutto deve andare nella giusta direzione per rendere il progetto concreto. Non dovrebbero esserci problemi poiché il gruppo è serio, solido, determinato e perché i plenipotenziari della Formula Uno si sono spesi pubblicamente per la causa.
L’abbiamo raccontato: dopo l’addio della Renault, serviva un nuovo costruttore e Cadillac è capitato al posto giusto nel momento giusto. Ne ha parlato Mohammed Ben Sulayem, spiegando che le considerazioni della Formula 1 sono cambiate nel momento in cui la candidatura Andretti si è trasformata in qualcosa di più grosso che coinvolge direttamente un costruttore motorista, che ha preso in mano tutto il programma.
Sono cadute quindi quelle barriere di natura commerciale che si frapponevano tra il team americano e l’ingresso nella massima serie del motorsport. Il Circus aveva bisogno di un nuovo soggetto che, tra l’altro, fa riferimento a un mercato, quello americano, in continua espansione e che è diventato il fulcro economico e mediatico della Formula 1 con i suoi tre Gran Premi. In effetti, era anomalo che quella realtà geografica fosse rappresentata dalla sola Haas, che di americano ha praticamente soltanto il nome.
F1: Mohammed Ben Sulayem apre al 12° team
Messo al registro l’undicesima franchigia, il numero uno della Federazione Internazionale dell’Automobile lancia una nuova provocazione. E forse, come è stato durante tutto il suo mandato, va oltre le sue prerogative, visto che allude alla possibilità di introdurre un dodicesimo soggetto.
I regolamenti lo permetterebbero, ma sarebbe molto difficile convincere i membri del Patto della Concordia a spalancare di nuovo le porte di un circolo elitario che a fatica si è aperto da 10 a 11 partecipanti. Questione di spartizioni economiche, roba non da ridere. “12 squadre in Formula 1? Perché no!”, ha detto il dirigente emiratino, che già con la candidatura Andretti era andato un po’ troppo avanti senza consultare chi detiene i diritti commerciali della serie: Liberty Media Corporation.
Il contest che la FIA aveva aperto e che Michael Andretti aveva vinto aveva visto altri soggetti partecipare, anche se non erano riusciti a soddisfare i requisiti richiesti dal bando federale. Questo significa che altri gruppi premono per accedere alla Formula 1. La recente intesa tra Audi e il fondo d’investimento del Qatar conferma che in alcune aree del mondo c’è un grande interesse per il Circus, e non è detto che negli anni qualche realtà allocata in quella zona possa bussare alle porte di Liberty Media.
In quel caso si aprirebbero nuovamente delle valutazioni commerciali, che questa volta potrebbero essere meno rigide poiché la Formula 1 ha bisogno dei capitali mediorientali, come si vede dagli accordi stipulati con colossi come Aramco.
Per ora, quella di Ben Sulayem è una considerazione ad alta voce, quasi una boutade. Una mossa fatta probabilmente per sondare il terreno e capire le reazioni dei protagonisti, per annusare l’aria tira. Per ora nessuno ha replicato: la Formula 1 tiene un atteggiamento guardingo, ben conscia però di non volersi ulteriormente aprire.

F1 allargata: la caduta del dogma dei dieci apre a nuovi scenari
Stavolta esisterebbero anche difficoltà logistiche, poiché far girare 24 auto non sarebbe semplice i alcune tracciati (Monaco su tutti). D’altro canto, va anche detto che Liberty Media, una volta resasi conto di dover soddisfare una necessità commerciale, non ha esitato a tornare sui suoi passi aprendo all’undicesimo partecipante.
Questa dinamica ci dice che nulla è da escludere e che, negli anni, in un futuro non immediato, chiaramente, il modello a 11 squadre potrebbe essere rivisto, soprattutto se entrassero capitali freschi e nuovi costruttori ai quali la Formula 1 punta sempre di più.
Crediti foto: F1, FIA, Cadillac