Un racconto dei fatti assolutamente distorto, ad uso e consumo dei nuovi fan che cercano storie ed imprese che, purtroppo, al momento latitano. I media, invece di offrire un commento realistico dei fatti, preferiscono creare situazioni inesistenti che poi vengono riprese e moltiplicate a dismisura dai social, dove ognuno scrive il suo articoletto basato sul nulla cosmico.

Queste idiozie non solo minano la credibilità di questo sport, dove sembra che il team dominante diventi da un Gran Premio all’altro seconda o terza forza in base alla convenienza, ma minano anche la grandezza di un pilota che, per quanto poco simpatico, sta meritando sul campo le sue vittorie, guidando senza ombra di dubbio la migliore monoposto in griglia (oggi forse ci si è abituati a vetture che danno un secondo al giro, ma bastano anche pochi decimi), con il team migliore nella gestione strategica, senza praticamente mai sbagliare e portando a casa la vittoria sempre con la precisione di un orologio svizzero.
Il fatto di guidare la miglior macchina non è una vergogna e non toglie nulla alla grandezza del campione. Questa è semplicemente la storia della F1: quasi tutti i titoli mondiali sono stati vinti da piloti che guidavano monoposto vincenti, ed è la normalità per questa categoria.
Ad esempio, uno come Mansell, ritenuto tra i più forti della storia, ha vinto il campionato quando guidava un’astronave e l’ha perso quando il team non stringeva i dadi alle ruote nel pit stop. Ergo, non si vince senza la monoposto giusta e senza il team giusto. Piaccia o non piaccia, bisogna farsene una ragione e studiarsi la storia di questo sport leggendo i libri, anziché guardare “Drive to Survive”.
Comunque, anche a prescindere da queste considerazioni, la McLaren non è la miglior monoposto dello schieramento. Ha ottime prestazioni velocistiche e ha sensibilmente ridotto il gap, ma anche in Canada la Red Bull ha fatto la pole (diciamo così) ed ha vinto la gara controllando agevolmente sull’asciutto a fine gara. Quindi, di cosa parliamo? Il team di Woking appare sempre poco costante e poco maturo per essere un vero contendente al titolo.

La monoposto di Milton Keynes rimane la migliore come equilibrio nelle varie piste e nella gestione delle gomme, cosa che manca assolutamente a Ferrari e Mercedes, che risentono troppo dei layout delle varie piste ed hanno una finestra di utilizzo dei pneumatici che rimane problematica nonostante i progressi.
Smettiamola quindi di millantare inferiorità che non esistono. L’estate toglierà ogni possibilità di inventare stupidaggini perché i Tori Rossi daranno lo strappo e finalmente finirà questa assurda narrazione. Intanto godiamoci Le Mans, che rimane uno dei pochi porti sicuri per chi ama le corse davvero.
Crediti Foto: F1