E se la rotazione fra Gran Premi europei fosse un’opportunità?

Nelle ultime settimane, la possibilità di un’alternanza fra i Gran Premi europei è diventata sempre più concreta. E se ciò, invece di essere un fattore negativo, si rivelasse un’opportunità?

All’inizio di agosto, è circolato un rumor nei Paesi Bassi, dove si terrà il Gran Premio d’Olanda di F1, sul tracciato di Zandvoort che sorge sulle sponde del Mare del Nord. Secondo questa voce, l’organizzatore avrebbe firmato un prolungamento del contratto per ospitare la Formula 1 anche oltre il 2025, anno di scadenza del legame in corso, ma a condizione che si alternasse con il Gran Premio del Belgio, che si tiene sul circuito di Spa-Francorchamps.

I promoter del Gran Premio d’Olanda hanno subito smentito, negando sia il nuovo accordo sia la possibilità dell’alternanza con il Gran Premio del Belgio. Eventuali aggiornamenti saranno probabilmente resi noti durante il l’evento olandese.

Zandvoort

La storia della rotazione fra Gran Premi della F1

La rotazione fra Gran Premi non è una novità nella storia della categoria; anzi, è stata piuttosto comune e ha permesso a molti circuiti di sperimentare l’emozione di ospitare un grande evento come la Formula 1. La differenza tra la rotazione del passato e quella che potrebbe avvenire in futuro è che l’alternanza non sarebbe più tra due piste dello stesso Paese, ma fra quelli di nazioni diverse.

In passato, il Gran Premio di Gran Bretagna ha vissuto due rotazioni. La prima tra il 1955 e il 1960, quando il circuito storico di Silverstone, culla della Formula Uno, si alternava con quello di Aintree, nei pressi di Liverpool. La seconda alternanza, durata ben 22 anni, dal 1963 al 1985, la più lunga nella storia della F1, riguardava sempre Silverstone, ma con un altro storico impianto: di Brands Hatch.

Negli anni ’70, anche il Gran Premio di Spagna fu ospitato dal circuito madrileno di Jarama e da quello di Barcellona del Montjuïc. L’alternanza terminò dopo il tragico incidente del Gran Premio del 1975 al Montjuïc, favorendo il tracciato di Jarama.

Per quanto riguarda l’Italia, il Gran Premio del 1980 fu tenuto a Imola, estromettendo per la prima e unica volta nella storia della F1 la pista di Monza. Dall’anno successivo, Imola ospitò il Gran Premio di San Marino.

Dopo il 1985, la rotazione fra Gran Premi fu abbandonata fino al 2007. Nel biennio 2007-2008, il tracciato del Fuji, di proprietà della Toyota, ospitò, dopo 30 anni, il Gran Premio del Giappone. Dal 2009, si sarebbe dovuto alternare con il circuito di Suzuka, di proprietà della casa automobilistica rivale Honda, ma a causa della crisi finanziaria del 2008, l’idea fu abbandonata e ancora oggi Suzuka ospita il Gran Premio del Giappone.

L’ultima rotazione nella storia della F1 fu quella del Gran Premio di Germania, che durò dal 2008 al 2014, coinvolgendo i circuiti di Hockenheim e Nürburgring. L’alternanza terminò a causa della grave crisi economica che colpì il Nürburgring. Hockenheim ospitò il Gran Premio di Germania nel 2016, nel 2018 e nel 2019.

L’ingresso dello storico tracciato del Nurburgring ormai lontano dalla F1

F1 – E se la rotazione fra Gran Premi europei diventasse un’opportunità?

Oggi, la F1, sotto il controllo di Liberty Media, ha aperto nuove frontiere come mai prima d’ora. Abbiamo ben tre Gran Premi nei soli Stati Uniti, cosa che non accadeva da oltre 40 anni, e il calendario è sempre più orientato verso il mondo arabo. Il Sud-Est asiatico, con i Gran Premi di Thailandia e Corea del Sud, e l’Africa, con il Ruanda, potrebbero presto far parte del Campionato Mondiale dal 2026 in poi.

Liberty Media, con 24 Gran Premi, ritiene di aver raggiunto il giusto equilibrio, ma con le numerose richieste ricevute, alcuni scenari, soprattutto quelli europei, potrebbero essere esclusi, dato che 24 eventi rappresentano il numero massimo. L’alternanza fra Gran Premi europei potrebbe dunque rappresentare un’opportunità, anche se comporta costi elevati.

Le quote di iscrizione richieste da Liberty Media per gli eventi europei oscillano tra i 20 e i 30 milioni di euro, una cifra altissima che difficilmente può essere coperta solo con la vendita dei biglietti. Inoltre, i governi europei sono restii a finanziare tali eventi con denaro pubblico. Se i Gran Premi europei si alternassero, potrebbero dimezzare la quota d’iscrizione e destinare più risorse al rinnovamento dei circuiti e delle infrastrutture collegate.

Certo, perdere la Formula 1 per un anno può essere doloroso sia per gli organizzatori sia per i tifosi, ma lavorare duramente per tornare in grande stile potrebbe essere un modo per assicurarsi una presenza stabile nella massima categoria del motorsport. Si potrebbe inoltre dare maggior spazio alle categorie minori, che richiedono meno sforzi economici e infrastrutturali.

Di recente, i proprietari del circuito tedesco di Hockenheim hanno annunciato un investimento di 250 milioni di euro nei prossimi 5-10 anni, con l’obiettivo di riportare il Circus sul proprio asfalto. L’alternanza con un Gran Premio confinante, come quello d’Austria, potrebbe incentivare il ritorno del Gran Premio di Germania, che manca dal 2019.

La rotazione fra Gran Premi europei potrebbe essere un “male necessario” per la sopravvivenza della Formula 1 in Europa. O ci adattiamo, o periremo di fronte ai Gran Premi americani, arabi e del Sud-Est asiatico.


Crediti foto: F1

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