La stagione di Formula 1 2025 si apre con una certezza: la figura del pilota sarà centrale. E per i rookie, questo significa affrontare un mondiale dove talento e freddezza faranno la differenza.
Dopo il GP di Australia, abbiamo già visto emergere dettagli interessanti su di loro. Non è una classifica, ma un’analisi per capire i punti di forza e debolezza di ciascuno, in un weekend segnato dalla pioggia e dalle insidie di un circuito semi-cittadino come quello di Melbourne.
F1 2025, rookie – Bortoleto sorprende con la Sauber, ma il finale è amaro mentre Bearman in difficoltà con una Haas in crisi
Bortoleto è quello che ha sorpreso di più, non che ce ne fosse bisogno sia chiaro. Però, considerando che guida una Sauber, squadra in difficoltà per l’intera stagione 2024, le aspettative erano inferiori. Invece visiera bassa e porta a casa l’obiettivo, superandolo di gran lunga se guardiamo la giornata di Sabato durante le qualifiche.
Riesce a portare la Sauber in Q2 dopo diverso tempo, riuscendo a tenere la vettura in pista a seguito di sbavature che lo avevano quasi messo ko. E in più, si è preso anche una piccola soddisfazione personale (a mio parere) nei confronti di Nico Hulkenberg. In gara, purtroppo, perde la monoposto nell’ultima parte dell’evento, a causa di una rottura della sospensione posteriore.
Bearman parte per la Cina con molto lavoro da fare. C’erano grandi aspettative su di lui, che al momento non ha centrato. Aspettative sbagliate col senno di poi e non perché non è un pilota all’altezza, ma perché le condizioni in cui ha guidato lo scorso anno paragonate alla stagione attuale, sono completamente diverse. E la lezione noi, me compreso, non la impariamo mai. È vero che la Haas quest’anno ha fatto passi indietro rispetto alla stagione scorsa considerando anche la gara di Ocon, ma è pur vero che gli errori durante le sessioni di prove libere, sono suoi. Perde la vettura in FP1, in FP3 e non registra neanche il tempo in qualifica per la rottura della scatola del cambio.
F1 2025, rookie – Doohan e Hadjar: errori simili, ma potenziale da scoprire
Doohan e Hadjar potremmo metterli sullo stesso piano. Hanno soddisfatto le aspettative dei rispettivi team, almeno nella giornata di Sabato, e messo poi la macchina muro nel giro di formazione di gara. Entrambi non hanno dato segni di particolari prestazioni, ma le basi affinché possano progredire e fare bene, ci sono tutte. Anche se per il pilota australiano dell’Alpine, nonostante i complimenti di Briatore, resta Colapinto a fargli da ombra.
In gara, come dicevamo, mettono la macchina a muro nel giro di formazione e se Doohan ha avuto una reazione fredda, Hadjar lascia andare tutta la tensione, nonché la delusione, in un pianto liberatorio. A consolarlo è il papà di Hamilton, che regala una bellissima immagine di questo weekend di gara ma anche di questo sport.

Lawson condizionato dalla Red Bull e Antonelli guida da veterano, ma la stagione è lunga
Passando a coloro che guidano per un top team, ossia Lawson e Antonelli, i discorsi da fare sono un po’ diversi. Partendo da Lawson, che proprio un rookie non è, se consideriamo che lo scorso anno ha completato la stagione al posto di Ricciardo, sono stati pochi i segnali in cui ha dimostrato qualcosa. Molti lo hanno già paragonato a Sergio Pérez, anche se secondo me è presto e soprattutto, apre ad un altro discorso.
Nelle prove libere non brilla ma in qualifica stava portando a termine un ottimo giro in Q1, se non fosse per una piccola sbavatura all’ultima curva, che lo costringe ad abortire il giro e rientrare ai box. Ma non è tutto, ed è per questo che bisogna attendere prima di giudicarlo, in quanto la sua Red Bull ha avuto problemi di power unit che lo faranno partire dai box il giorno seguente.
In gara si è mostrato discreto, considerando le prestazioni del compagno di squadra, nonché campione del mondo in carica. Ma come avvenuto per gli altri rookie, ad eccezione di Bearman e Antonelli, non completa la gara. Complice anche il fatto di aver montato gomme medie e, nel momento in cui la pioggia è tornata incessante, perde la vettura al giro 47 mettendola contro le barriere.
Kimi Antonelli ha dimostrato di essere un passo avanti. “Grazie, guida una Mercedes”, qualcuno potrà dire. E come dargli torto del resto. Ma è anche vero che non era così scontato. Se guardiamo alla giornata di Sabato, ha commesso degli errori, danneggiando lievemente il fondo della vettura che gli ha compromesso la qualifica. Ma in gara ha guidato come un veterano, su pista bagnata per lo più. E sappiamo tutti che nelle gare bagnate, a fare la differenza è il pilota.
Al contrario di Lawson, il pilota italiano si è mostrato all’altezza della squadra per cui corre, dimostrando il suo talento, la sua determinazione e freddezza alla guida, ma anche che Toto Wolff ci ha visto lungo. Ha rimontato giro dopo giro, riuscendo a raggiungere il compagno di squadra Russell, solido e costante per tutto il weekend, chiudendo in quarta posizione.

Chi è pronto a sorprendere?
Il primo GP di Melbourne ha evidenziato non solo talento e determinazione, ma anche fragilità e pressione psicologica. Se Bortoleto ha dimostrato di poter essere una rivelazione, Antonelli ha confermato di essere già al livello dei veterani. Lawson e Doohan hanno mostrato sprazzi di potenziale, mentre Bearman e Hadjar dovranno lavorare sulla gestione della pressione e dell’errore. La stagione è appena iniziata, ma una cosa è chiara: la nuova generazione di rookie ha fame di successo. Ora tocca a loro dimostrare che la fiducia delle squadre non è stata mal riposta.
Crediti foto: Mercedes AMG F1, Formula 1