La FIA ha organizzato un meeting con i produttori di motori di F1 per valutare la possibilità di reintrodurre i propulsori V10 nella categoria. L’incontro, esplorativo e non vincolante, è programmato per venerdì 11 aprile, durante il weekend del GP del Bahrain.
L’idea di un ritorno ai motori V10, noti per il loro suono iconico e potente, è emersa come parte di una valutazione più ampia sul futuro delle power unit in Formula 1. Nikolas Tombazis, responsabile FIA per le monoposto, ha dichiarato che, sebbene non ci sia ancora una proposta concreta sul tavolo, non esclude la possibilità di un ritorno ai V10 ma che ciò non possa avvenire prima del 2031, anno in cui terminerà il prossimo ciclo regolamentare dei motori: leggi qui.
Questa apertura lascia intravedere un’incertezza sul destino delle attuali power unit V6 ibride, che dovrebbero evolversi ulteriormente con un maggiore focus sull’elettrico a partire dal 2026. La FIA ha programmato questo incontro con l’obiettivo di sondare l’interesse e il supporto dei costruttori per un eventuale cambiamento a lungo termine. Tuttavia, nonostante il fascino nostalgico dei V10, ci sono ostacoli significativi.
Audi, che entrerà in F1 come team ufficiale nel 2026 acquisendo la Sauber, ha basato il suo impegno sulle attuali normative ibride con forte enfasi sull’elettrico. Anche Honda, tornata nella categoria, ha preso una decisione simile, influenzata dalle regole del 2026, tanto da pubblicare un annuncio di lavoro per reclutare nuova manodopera.
Anche Cadillac, che debutterà con una propria power unit nel 2028, si è detta non interessata all’idea. Audi, Honda e Cadillac potrebbero quindi rappresentare un ostacolo al ritorno dei V10.
D’altra parte, c’è un crescente consenso nel paddock sull’idea di mantenere le attuali power unit per altri due anni per poi passare ai V10, possibilmente alimentati da carburanti sostenibili, come suggerito dal presidente della FIA Mohammed Ben Sulayem e dal quattro volte campione del mondo di F1, il pilota olandese della Red Bull Max Verstappen.
Qualsiasi modifica regolamentare richiederebbe un ampio consenso tra i costruttori e le scuderie, dato che molti hanno già investito risorse significative nello sviluppo dei motori per il 2026. L’incontro di Sakhir rappresenta un primo passo per esplorare il futuro della Formula 1 in termini di motori, cercando di bilanciare il desiderio di riportare il rombo dei V10 con le esigenze di sostenibilità e gli impegni già presi dai costruttori per le normative ibride del 2026. L’esito di questa discussione potrebbe influenzare profondamente il futuro del pinnacolo del motorsport.
Crediti foto: Ferrari HP, Audi