È ufficiale, Yuki Tsunoda correrà il Gran Premio di casa, ossia il Gran Premio del Giappone sul circuito di Suzuka, con la squadra madre. Infatti, notizia di poco fa, Tsunoda ha ufficialmente preso quel sedile che bramava da tempo, ossia il quello che Lawson occupava in Red Bull. Yuki sarà sicuramente al settimo cielo, anche se, pensiero comune, ben presto finirà nel girone dell’inferno di quelli che accanto a Max non hanno retto il confronto.
E non perché Yuki non sia un pilota valido, anzi, ma perché è così che stanno le cose. La Red Bull, che di per sé quest’anno non è più un riferimento in pista dal punto di vista tecnico, è una macchina difficile da guidare, che solo Max è in grado di spingere oltre i suoi limiti. Vettura che, giustamente, è costruita attorno a lui, visto e considerato che negli ultimi anni ha riportato Red Bull al top, regalando alla squadra altri 4 titoli mondiali piloti e 2 titoli costruttori.
Ma questo evidenzia anche un altro aspetto, ossia il fallimento della situazione ormai nota in casa Red Bull. Di questo ne abbiamo parlato qui. Il problema sta proprio in questo. Red Bull, o meglio, Marko, vuole per forza piloti del proprio vivaio, per dimostrare di aver allevato dei top driver. Non a caso, è proprio il dirigente austriaco ad aver voluto Liam Lawson accanto a Max dopo le buone, o forse meglio dire soddisfacenti, prestazioni in VCARB proprio accanto a Yuki.

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Ma far affidamento solo sul vivaio, come è emerso già nelle precedenti stagioni, non è più una soluzione valida. La situazione attuale ruota tutta attorno a Max, chiaro. Ma cosa succederà quando il pilota olandese lascerà il team per trasferirsi altrove? E chi ci dice che questo non accada proprio al termine di questa stagione? Max vuole vincere e nonostante sia legato a Red Bull fino al 2028, pare che ci sia una clausola nel suo contratto che può mettere fine al rapporto in caso di mancata vittoria.
E proprio in merito a quanto detto, l’ex pilota Doornbos, in un programma tv olandese, Formula 1 Café, afferma: “Al momento, viste le prestazioni Red Bull, Verstappen mi sembra un po’ troppo rilassato”. Parole che fanno pensare proprio che Max abbia iniziato a valutare altre opzioni e che forse, abbia già preso una decisione. Vedremo Max in Mercedes o riunirsi ad Honda e Newey alla corte di Lawrence Stroll? Oppure sono solo voci di F1 Fantasy?
E come si troverà Red Bull in tal caso? Dovrà ricostruire non solo una nuova monoposto, ma un’intera squadra, che dovrà adattarsi ai due nuovi piloti. Ed ecco perché un pilota di esperienza è necessario. Qualcuno che possa avvicinarsi allo stile di Max e che dia direttive al team. Yuki è ormai un veterano, della Formula 1 certo, ma della squadra austriaca soprattutto. Ma ha quella maturità tale da poter guidare un team?
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Per uno Yuki che viene, c’è un Lawson che va e torna nella squadra che lo ha lanciato, ossia la VCARB. Giorni fa si parlava addirittura di un probabile arrivo di Franco Colapinto, ma non era chiaro se l’opzione era per il team austriaco o per quello di Faenza. Sarei stato curioso, in effetti, così come sono curioso di vedere l’esordio di Yuki accanto di Max.
Che poi, apro e chiudo parentesi, Red Bull deve smetterla di prendersi le cotte per il primo pilota veloce che vede dopo due gare. Perché le situazioni sono completamente diverse, così come le squadre per cui si corre, le pressioni e tutto ciò che ne consegue. E non mi riferisco solo all’argentino dell’Alpine, ma anche ad esempio a De Vries. Visto una volta in sostituzione di Albon e preso. Una stagione in AlphaTauri, non conclusa per mancato adattamento. Colpa anche del pilota, certo, ma quale conclusione ne traiamo? Reputazione rovinata, carriera in F1 terminata e chissà se mai ritornerà.

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Mettendo fine a queste considerazioni, veniamo ad una domanda sui cui, finora, in pochi, o forse nessuno, hanno posto attenzione. Ma in tutto ciò, Max che cosa pensa? Che voce in capitolo ha? Sullo scambio tra Lawson e Tsunoda, non ha potuto dire granché, anche perché dietro l’ingaggio di Yuki in Red Bull c’è Honda, con una bella spinta economica di 10 milioni all’anno.
E se analizziamo le parole del campione del mondo in carica al termine del GP di Cina, sembra essere ‘contrariato’ se così possiamo dire, visto che perorava la permanenza di Liam nella squadra madre. “La Racing Bulls è una macchina più facile da guidare della nostra e quando ho parlato con Liam me l’ha segnalato. Lo scorso anno, penso che la differenza tra lui e Yuki non fosse così grande; viceversa il team non avrebbe preso la scelta di mettere Liam in Red Bull”.
In merito a Yuki non ha espresso un parere degno di nota, ma c’è un passaggio fondamentale che potrebbe aprire a diverse interpretazioni. Max avrebbe chiesto ai vertici Red Bull di non effettuare lo swap non tanto perché non vuole l’ex primo pilota VCARB al suo fianco, ma per far sì che ingegneri e meccanici si concentrino sullo sviluppo della vettura. In questo modo, non solo Max ne avrebbe beneficiato in termini di prestazioni, ma probabilmente si sarebbe creata una seconda opzione per Liam per dimostrare il suo vero valore.
E ritornano le parole dell’ex pilota Doornbos, che dichiara: “Per Max non fa differenza se c’è Lawson o Tsunoda. Ciò che vuole è un’auto che funzioni meglio”. La scelta di proseguire con il cambio, quindi, va contro tutta l’analisi fatta finora, preferendo un cambio di pilota che si adatta alla monoposto e non viceversa. E in più, Max non avrebbe gradito il non prendere in considerazione, neanche in minima parte, le sue opinioni.
Ora, sono solo supposizioni, ma ciò potrebbe dare vita ad un’interpretazione in cui Max potrebbe iniziare a maturare la scelta che sia arrivato il momento di cambiare aria? Ripeto, è una supposizione, ma se a questo aggiungiamo la presunta volontà di non migliorare la monoposto, la clausola che lo porterebbe via, i team che sono pronti ad offrirgli “la qualunque” pur di averlo con sé, capite che sono molti i fattori che si sommano e che possono tendere a tale scelta.

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Un’altra questione è: ma Max, chi vorrebbe al suo fianco? Sarebbe favorevole ad un pilota del suo calibro o quantomeno della sua esperienza? Ci sono diversi piloti sulla griglia di partenza attuale in grado di migliorare l’ambiente e l’atmosfera nel team, nonché dare indicazioni solide per migliorare l’andamento della squadra. Ma Max sarebbe favorevole?
Sappiamo che in passato ha posto alcuni veti, supportato anche dalla dirigenza, o almeno in parte. Ma la domanda è: perché? Perché non sarebbe stata più la star in casa sua? Perché non avrebbe retto il confronto? Perché non avrebbe sopportato l’idea di correre in un team non completamente al suo fianco? La risposta non ce l’abbiamo, purtroppo, ma sembriamo assistere a dei capricci di un bambino viziato.
E la colpa, forse, non è nemmeno sua, ma di chi gli ha dato tutto, nonostante gli errori, pur di farlo restare lì e vincere. Cosa che poi è accaduta e apprezzata. Perché quegli errori, così come quelle tirate d’orecchie, sono servite affinché diventasse il pilota che oggi noi conosciamo.
Crediti foto: Formula 1, Oracle Red Bull Racing, Alpine