Spending review e budget cap inaugurano la F1 ragioneria

L'incidente nelle prime libere di Alex Albon e la susseguente mancanza di un telaio di scorta aprono a una riflessione su cosa stia diventando la F1

Pista non ancora gommata, muretti a pochi centimetri, vettura non proprio dominante. Il classico mix che può indurre il pilota all’errore fatale. Proprio quello che è successo nella sessione d’apertura del Gran Premio d’Australia di F1 2024. 

Alexander Albon ha perso il controllo della sua monoposto a Curva 8. Da lì ne è nato un impatto prima contro il muro di destra e poi contro quello di sinistra. 

Il contatto è stato piuttosto violento ma il pilota è uscito illeso, a conferma dei grandi passi in avanti fatti sul fronte sicurezza dalla Formula 1. Chi se la passa male, invece, è la Williams FW46 sulla quale sono emersi danni al telaio che sono ancora in fase di valutazione.

Normalmente, in circostanze analoghe, i meccanici avrebbero provveduto alla sostituzione dell’elemento. Un lavoraccio per la crew inglese ma che avrebbe consegnato la vettura in piena efficienza. E invece…

Alex Albon
Alex Albon fermo in pista dopo l’incidente nelle prime libere del Gran Premio d’Australia

Formula ragioneria

E invece la Williams non ha portato con sé un telaio di riserva. Risultato? Fp2 saltata nel tentativo di sistemare ciò che non s’è ancora compreso sia riparabile. 

La squadra sta cercando di capire se l’elemento può essere salvato altrimenti sarà una corsa contro il tempo per far arrivare un sostitutivo dalla sede di Grove, ammesso che un terzo telaio sia stato prodotto. E questo non è scontato.

Sia che ce l’hanno sugli scaffali, sia che non l’hanno portato, le responsabilità degli uomini diretti da James Vowles sono evidenti. 

Arrivare al terzo Gran Premio senza un pezzo alternativo sarebbe una colpa nerissima. Stesso dicasi nel caso in cui la decisione di tenere parcheggiato il telaio di riserva fosse stata ragionata. 

Ma in Williams sono i soli rei? No. Queste cose si verificano nell’era della spending review forzata. Il tetto di spesa impone tagli alla produzione e alla logistica, area che pesa tantissimo sui bilanci di ogni singola franchigia. 

Ancora, un team di fascia medio-piccola, numeri alla mano, spende di più per la produzione dei pezzi a causa del monte-incidenti che tende a essere più elevato che in un top team. 

Alex Albon – Williams Racing

F1: dove vanno a finire i dividendi d’oro?

Williams, quindi, è vittima di se stessa ma anche di una politica cieca e che non si adegua alla realtà dei fatti.  È il modello ad essere fallato nel concetto su cui si sviluppa. I team, in base a quanto definito nel Patto della Concordia, il documento che permette il funzionamento legale della Formula Uno, si sono spartiti 1,21 miliardi di dollari nel 2023.

Cifre da capogiro che, se vogliamo, spiegano perché Andretti è rimasto estromesso dal Circus. Viene da chiedersi perché imporre un budget cap se questi soldi, unti a quelli della sponsorizzazioni e dei piloti paganti, superano di gran lunga i parametri definiti dalle regole. In pratica si è istituzionalizzato un modello lucrativo e non di reinvestimento. Bella piega questa F1 americana…

Williams proverà a sistemare il telaio della vettura incidentata. Cosa che fa sorgere dubbi sulla sicurezza di un mezzo non efficiente in una zona nevralgica di una monoposto. È questo ciò che Liberty Media e la FIA avevano teorizzato?

Tra l’altro, giusto per aggiungere irragionevolezza all’assurdo, pare che Alex Albon possa prendere la vettura di Logan Sargeant se le riparazioni non fossero possibili. Ciò appiederebbe il pilota americano per la gara di Melbourne. Ma è veramente questa la F1 che vogliamo?


Crediti foto: F1TV, Williams Racing

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