L’occasione per questo spunto di riflessione nasce dall’iniziativa che la Williams ha annunciato nella giornata di ieri. La FW47, la monoposto che sarà affidata ad Alex Albon, che rappresenta la “continuità aziendale”, e a Carlos Sainz, il pilota chiamato a portare esperienza e prestazioni in un team che vuole allontanarsi dalla zona bassa della griglia della F1, sarà svelata in una kermesse che si terrà il 14 febbraio.
Nel giorno di San Valentino, quindi, vedremo vettura e livrea che anticiperanno la presentazione cumulativa del 18 alla O2 Arena di Londra. In poche parole, la Williams – ma non sarà l’unica perché anche la Ferrari, ad esempio, si muoverà indipendentemente – non si limiterà a presenziare allo show cumulativo voluto da Liberty Media, ma lancerà la sua auto in una manifestazione dedicata che, replicata per tutti i dieci partecipanti, sicuramente renderà meno incisivo il format introdotto dagli americani.

F1 – Questione di sponsor
Il colosso americano dell’intrattenimento ha voluto organizzare un evento che vedrà la presenza di tutte le show car con le nuove livree cromatiche, i venti piloti, i team principal e, soprattutto, con quale intende creare un altro momento che catalizzi l’attenzione dei fan. Ovviamente ciò significa vendere spazi pubblicitari e i diritti di trasmissione per le televisioni accreditate. Insomma, un modo come un altro per fare un altro po’ di business intorno a un mercato, quello della Formula 1, che già viene spremuto come un limone.
Ma, d’altro canto, i team hanno le loro necessità, sia tecniche che commerciali. Tecniche perché è probabile che la Williams, così come altri, possa effettuare lo shakedown – che oggi si chiama filming day – per verificare che sulla monoposto tutto vada per il verso giusto subito dopo l’unveiling; commerciali perché ci sono gli sponsor del singolo gruppo da soddisfare in una giornata dedicata.
Mostrare al pubblico 10 monoposto tra lustrini, musica assordante e luci abbaglianti, di fatto, cela le peculiarità che, invece, dovrebbero emergere da ogni singola squadra. Le squadre non possono permettersi di mortificare la visibilità dei propri sponsor, che pagano laute somme per apparire sulle fiancate delle vetture o sulle tute e sui caschi dei piloti.
Per questa ragione, il modello di show cumulativo deliberato da Liberty Media, che da ieri ha un nuovo CEO, Derek Chang, non può essere né oggi né in futuro il paradigma di riferimento. L’evento di Londra, che probabilmente sarà replicato ogni anno, è e resterà un contenitore tutto sommato vuoto, nel quale i team credono solo nella misura in cui sono obbligati da ferrei vincoli contrattuali a parteciparvi.

F1 – L’insostituibilità delle presentazioni singole
Le squadre non potranno mai rinunciare alle presentazioni singole poiché devono ottemperare ai loro obblighi commerciali, che sono insindacabili e inderogabili. E per fortuna che è così, in quanto la cosa permette a una tradizione consolidata, che di fatto catalizza l’attenzione di appassionati e operatori del settore, di proseguire negli anni.
Liberty Media sta rivoluzionando il modo di comunicare della Formula 1 e sta anche picconando alcune tradizioni culturali, introducendo ad esempio un calendario a rotazione europea. Ma certi baluardi risulteranno inattaccabili. Il progresso è un fiume tortuoso le cui acque scorrono veloci. Ma, nonostante l’impetuosità, certi scogli restano immutabili al loro posto. Evviva la Williams che anticipa la presentazione beffando Liberty Media, evviva gli altri team che faranno in maniera analoga.
Crediti foto: Williams, F1